Cαssισρeα

Cαpitolo β

La selezione per partecipare alla fase "Fysi" sarà sorteggiata da Zeus in persona immergendo la mano nella grossa Coppa. Immergendo la mano su quella Coppa, può sembrare che sia soltanto acqua, in realtà dopo qualche istante, in mano apparirà ciò che vuoi. Basta soltanto pensarlo.

Basterà, infatti, a Zeus pensare di volere i nomi dei ragazzi per ottenere una pergamena che abbia una lista casuale. I dieci vengono invitati a rientrare ed aspettare che venga fatto il proprio nome, così, lasciati soli dietro una grata di ferro, c'è chi ni approfitta per collaborare e chi preferisce elaborare un idea in disparte.

«Tutto bene?» Domanda premurosamente Eros alla sorella, in disparte a guardare oltre le grate.

«C'è davvero tanta gente, eh?» Risponde lei, un pò agitata.

«Non preoccuparti. Dobbiamo solo superare la prova e andare. Insieme.» Afferma lui, accarezzando Harmonia. Dopo un pò, anche lui si allontana per fare qualche riflessione tra sé e sé, lontano dalla visione di tutta quella folla che aspetta. Così Harmonia viene colpita dalla solitudine di Chaos, seduto su un angolo come se niente fosse.

Si avvicina sorridendo e, chinandosi verso di lui, pronuncia: «Non ci siamo presentati. Io sono Harmonia.» Allungando una mano. Abbassandosi il suo vestito segue i movimenti, cosa che attira l'attenzione di Chaos. Lei si solleva di scatto, coprendosi il petto e mostrandosi paonazza in volto. Balbetta un pò finchè Chaos non si alza, sempre con lo sguardo rivolto verso le tribune.

«Sono Chaos.» Farfuglia. 

«Puoi far finta di non aver visto niente, Chaos?» Domanda ancora imbarazzata Harmonia. 

«Non posso far finta di non aver visto una cosa che non ho visto davvero.» Risponde secco, per poi allontanarsi e rimettersi in solitudine. Lei all'inizio non capisce, finchè gli è chiaro che Chaos pensa che lei non abbia le forme che un uomo guarderebbe. Questo la offende molto, ma il richiamo di Zeus riesce a distrarla:

«Sophrosyne e Peito.» 

La voce di Zeus, pur se sentita a gran voce, appare calma e pacata. La grata si solleva e con lei, un mucchio di polvere li sovrasta. Quando la porta è tutta aperta, i ragazzi si rendono conto che ci sono una decina di prigionieri ad attenderli. Sono legati dai piedi ed impossibilitati a muoversi. I due si avvicinano, sapendo di doversi mettere uno di fronte all'altro, al centro.

Improvvisamente, dall'altro lato si rivelano gli Dei Alleati: Sono Artemide e Apollo. La folla li acclama mentre loro fanno il loro ingresso. Anche i ragazzi sono contenti della scelta, c'è chi mostra più entusiasmo e chi può farne a meno. 

Apollo è un giovane uomo muscoloso, dai folti capelli biondo platino che brilla in tutta la sua bellezza, ed il pubblico femminile lo apprezza per questo. Accanto a lui c'è Artemide. Anch'essa ha lunghi capelli biondo platico ed occhi chiarissimi. Si avvicinano ai loro allievi per spiegare la prova che seguirà: Sophrosyne darà le spalle ai prigionieri mentre Peito sarà posizionata proprio davanti a lui. Peito cercherà di ammaliare Sophrosyne che dovrà mantenere l'autocontrollo per cui è conosciuto. I prigionieri sono lì per confermare l'effetto della persuasione che ha Peito sulla gente.

Le mura che li circondano vengono avvolti da una nube nera che permetterà ad ogni Spirito di ampliare i propri poteri anche senza incrociare lo sguardo di tutti i prigionieri, che saranno gli stessi per ogni prova. Le voci di Artemide e Apollo sono percepibili per tutta l'Arena così sarà tutto comprensibile per la platea.

I due fratelli si allontanano, lasciando Sophrosyne e Peito liberi di agire dopo il via di Zeus, che non tarda ad arrivare oltre. I due si guardano intensamente. Gli attimi sembrano interminabili, fino all'arrivo delle prime reazioni dei prigionieri, che spingono per raggiungere Peito. Il popolo mostra ammirazione per la ragazza, nonostante stia ancora provando ad ammaliare Sophrosyne.