Lettera di un soldato inglese

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Il sergente Herminghton dice che guarirò. Tutti lo dicono, ma sono pochi quelli a pensarlo veramente.

Dieci gradi sottozero e un’uniforme, ecco cosa mi resta. La neve sta ricoprendo la frontiera, i miei compagni sono fuori a morire e io chiuso in questa stupida tenda cerata.

Fa freddo, molto freddo. Stringo i denti e sopporto, il dolore è più forte di qualsiasi temperatura esterna. So che dovrei dare del bastardo al soldato tedesco che mi ha ferito, ma non ci riesco. Lo immagino a combattere, il fucile in spalla e l’immagine della sua amata nella mente, proprio come me in questo momento.

Mi manchi sai? Qui tutto è vuoto, immerso in un silenzio tombale interrotto solo da grida che lacerano  il cuore. Di tutti sono uno di quelli messi meglio. Ieri il soldato Frank è morto di tifo, quella bestia ci ha raggiunto anche qui. Morroe e Strim ci hanno lasciato a seguito dell’assalto nemico. Altri  dieci sono caduti al fronte proprio questa mattina.

Prego per me, perché il buon Dio mi conceda di rivedere un’ultima volta il tuo sorriso. Ti ricordi, quel pomeriggio, sotto il portico? Eri bellissima con quel fiore tra i capelli scompigliati dal vento. La sedia a dondolo ondeggiava cigolando ma il rumore delle tue risa copriva ogni suono fastidioso. Non sai quanto mi manchi. Qui in molti cercano di scappare per tornare dalle proprie famiglie, ma spesso, la loro vita termina ancora prima di essere riusciti a riabbracciarle.

Vorrei tanto essere a casa con voi. Il profumo di arrosto e legna bruciata, lo stridio delle finestre da oleare. Ricordare fa ancora più male di una gamba amputata e un laccio emostatico al braccio, del freddo pungente di gennaio,  dei nuovi proiettili tedeschi.

I ricordi sono ombre capaci di tormentare i tuoi sogni.

Non è passato un solo giorno dalla mia partenza durante il quale io non vi abbia pensato.

I bambini! Come stanno? Dì loro che mi mancano tantissimo. Joe ormai è un ometto, non è vero? E la piccola Marie? Diventerà una donna stupenda, come sua madre.

Mi piacerebbe poter guardare un’ultima volta Tom e Jerry con loro, si divertirebbero un sacco a sporcarsi le dita di pop corn davanti al camino.

Ma la verità è che sto morendo, amore mio. Me ne andrò prima di poterti dire addio, prima di sentire il sapore delle tue labbra sulle mie ancora un istante, senza sapere se Joe diventerà un famoso giocatore di football o se la mia principessina troverà l’uomo dei suoi sogni.

Non puoi immaginare quante mogli in lacrime stia mietendo questa guerra. Quanti bambini non avranno più un padre, quanti padri non avranno più i loro bambini. Ma se mai tutto questo finirà, promettimi che andrai avanti, che sarai forte. Per te stessa, e per i nostri figli. Loro hanno ancora bisogno di una madre che li protegga dagli orrori del modo.

Qui in trincea ho imparato parecchie cose e ho capito che l’unico motivo per il quale ci stiamo uccidendo è che abbiamo paura. Paura, sì. Paura di essere inferiori, paura di non riuscire a lottare, paura di morire e di perdere tutto ciò che abbiamo.

Fai in modo che i miei figli la conoscano e imparino ad affrontarla, che sappiano riconoscere il vero nemico, che non disprezzino chi ha pelle diversa dalla loro.

E se ora ti scrivo questa lettera è perché voglio che tu sappia che i miei ultimi pensieri vanno a voi. Non mi importa se censureranno metà di ciò che ho scritto, sono certo che le preghiere di uomo che muore possano andare oltre un pezzo di carta o un gruppo di generali squilibrati.

Perché ricordati, amore mio, io vi amerò sempre, anche da lassù.

-John

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2015 ⏰

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