Capitolo 4.2: Se solo...

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È l'alba

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È l'alba. Erano giorni che navigavo per le acque limpide del mediterraneo, senza mai attraccare. Dall'ultima volta in cui i miei piedi avevano toccato la terra ferma, cercavo di isolarmi il più possibile da resto del mondo. Ogni cosa poteva ricondurmi a lei. Una risata sentita da un passante, un gesto fatto per caso da uno sconosciuto. Ogni cosa mi riportava a lei. Come se mi stesse chiamando ad alta voce ed io non la sentissi, perché mi ero distratto. La sentivo urlare il mio nome nel vento mite della sera e la vedevo nel sorgere del sole all'alba di un nuovo giorno dove lei non c'era. Come è possibile che lo scorrere dei giorni, non leniva le mie ferite? L'amerai per sempre Can, rassegnati.

Mentre sono impegnato a sistemare le mie canne da pesca, alzo gli occhi e mi accorgo di essermi avvicinato alle coste di un'isola italiana. Spengo il motore e calo l'ancora alla svelta. Non l'ho mai visitata in passato, e vista da qui, con le sue acque di un verde smeraldo, sembra eterea.

Distolgo un attimo lo sguardo da quella meravigliosa terra, per controllare le mie cartine. È Capri. Sono in acque italiane. Lascio le carte nautiche sul sedile accanto a me e mi dirigo a prua. Le mie mani afferrano la battagliola. Stringo quella ringhiera molto forte. Sono combattuto.

Guardo quel gioco di luci dettato dal sole, che riflettendo l'acqua, illumina i colori tenui delle case. Rimango così a lungo, forse troppo. Il sole ormai è alto, e una barca molto lussuosa, mi passa accanto. Sento voci allegre, e parole che non capisco. Non è italiano, lo so. Forse è uno di quei dialetti di cui l'Italia è piena. Un uomo però, mi osserva dal ponte. Lo guardo di sfuggita, per non perdermi un solo momento di quel posto magico. Sento che c'è qualcosa che devo conoscere, qualcosa di ignoto mi attira verso quell'isola. Penso di scendere per visitare quel posto, ma la mia mente è affollata dai tanti timori. E rimango ancora cosi, ad osservare ancora e ancora, senza mai smettere quelle coste e intanto le ore trascorrono. Non so che fare. Cosa faccio?

E mentre i miei pensieri confusi stanno per prendere il sopravvento, la stessa barca di prima torna indietro. Guardo l'orologio, e noto che erano trascorse alcune ore da quando l'avevo vista passare la prima volta. Questa volta però, si ferma.

L'uomo che avevo individuato prima, compare sul ponte, ben vestito e curato. Indossa un completo blu navy ed una camicia bianca. Lo vedo rivolgermi un tenue sorriso e i suoi occhi gentili si addolciscono. «Scusi signore, ha bisogno di aiuto?» mi chiede l'uomo. «No, no grazie. Stavo solo ammirando i colori di questo posto. È Capri vero?» chiedo nel mio italiano non proprio perfetto, come se non fossi sicuro di essere davvero qui, e che questo posto possa davvero esistere. «Ah, ma lei è un turista? Dovevo aspettarmelo. Si, è Capri. Meta preferita di molte persone, specialmente le giovani coppie innamorate, a causa delle sue bellissime leggende. Dicono sia l'isola dell'amore sa?»

Lo sapevo, l'amore. Una terra così bella, non poteva non avere una storia non degna di se. «La trovo davvero meravigliosa.» dico osservando ancora l'isola. «Come può dirlo se non la visita davvero? Le consiglio di ormeggiare e farsi un giro ovunque può. Dicono sia un isola con poteri magici.»

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora