Capitolo 28

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Non mi ero fatta alcuna illusione su cosa avesse architettato Johnny per questa serata speciale, ma rimango comunque sorpresa dalla scelta sofisticata di cenare in un elegante ma sobrio ristorante che affaccia sul mare.

Mi avvicino al terrazzo, per osservare la vista del tramonto, e ammirare i colori pastello del cielo che con delicatezza si sfumano fino ad incontrarsi con il mare sul filo dell'orizzonte. La brezza marina soffia tiepida verso di me, facendo svolazzare il leggero abito azzurro che indosso, casualmente intonato con le tinte dell'acqua.

"C'è una vista bellissima, vero? Ne è valso il viaggio." sussurra Johnny, che ora mi ha raggiunto e mi cinge la vita con la mano. 

Dalla nostra città il mare è parecchio distante. Il viaggio è durato infatti quasi mezz'ora, e più passava il tempo più mi sentivo emozionata, perché non sapevo cosa aspettarmi.

"Johnny... tutto questo... è magnifico." mormoro, incapace di staccare lo sguardo dal panorama. "Questo posto sarà costosissimo."

La mia preoccupazione non lo sfiora nemmeno. Johnny si limita a fare un sorrisetto, ed inizia a guidarmi verso il nostro tavolo, in un angolino della terrazza con una bellissima vista. "Shh Lucie, non preoccuparti." Con un facile movimento tira indietro la sedia e fa cenno di sedermi, come un gentiluomo, ed una volta che mi sono accomodata Johnny prende posto di fronte a me. "È un'occasione speciale, e tra non molto compi gli anni. Per di più, non ti ho mai portato ad un vero e proprio appuntamento, perciò mi sentivo di dover recuperare."

Il ragazzo sembra quasi in imbarazzo ad ammettere che non mi ha mai ufficialmente chiesto di uscire, ma in realtà io non ne ho mai tenuto conto. Da quando stiamo assieme, non ho mai ritenuto necessari gli appuntamenti, anche perché ogni volta che andiamo in giro a fare foto insieme è una specie di uscita seria.

Insieme consultiamo il menu del ristorante, che offre una cucina moderna a base di pesce, ma con dei prezzi un po' da capogiro.

Alla mia ennesima lamentela riguardo i costi elevati, Johnny si allunga sopra il tavolo, per posarmi l'indice sulle labbra e zittirmi. "Per una volta, posso viziarti o no?" chiede con aria di sfida, sollevando un sopracciglio.

Mi sento quasi intimidita dal suo tono, ma in senso positivo. È così motivato dal volermi trattare bene questa sera che non oso ribattere un'altra volta.

Non appena annuisco, Johnny toglie il dito dalle mie labbra, quasi a malincuore, con aria soddisfatta e senza distogliere lo sguardo dal mio.

Per fortuna arriva la cameriera a prendere le ordinazioni, e mi permette di distogliere il contatto visivo prima di perdere la sfida.

Durante l'attesa mi perdo ad osservare Johnny, piuttosto che il panorama. Anche lui è vestito elegantemente, con una paio di semplici pantaloni neri ed una camicia dello stesso colore, con le maniche arrotolate fino al gomito e qualche bottone slacciato sul petto. Con i capelli pettinati all'indietro sembra tutta un'altra persona, e mi permette di osservare il suo profilo perfetto mentre guarda i colori del cielo mutare in un delicato blu scuro. Le luci soffuse del ristorante accentuano il colore ambrato della sua pelle, e rendono i suoi tratti ancora più delicati.

Abbasso lo sguardo sul tavolo nel momento in cui Johnny si volta verso di me, sicura che mi abbia scoperto a fissarlo, e vengo distratta dal suo nuovo tatuaggio, in bella vista sull'avambraccio. Come mi sono abituata negli scorsi giorni, allungo una mano e comincio a sfiorare con un sorriso i petali del girasole.

Lo sento ridere dolcemente, mentre ruota il braccio per far vedere meglio il tatuaggio. "Ultimamente stai dando più attenzioni al girasole che a me."

Alzo piano lo sguardo, e vedo che mi sta tenendo il broncio. "Perché è bello." ammetto, sapendo che in questo modo lo faccio imbronciare ancora di più.  Infatti Johnny fa il finto offeso. Vedendo il suo viso contratto in questa smorfia stento a trattenere una risatina, e sposto la mano dal suo braccio alla sua guancia, per fargli una delicata carezza. "Ma sei bello anche tu." aggiungo.

Rain. • Johnny SuhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora