Capitolo 2

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La mattina seguente mi svegliai. Un forte odore di caffè si respirava in tutta la casa. Dopo qualche minuto decisi di alzarmi dal letto e mi stiracchiai. Presi dalla valigia un paio di skinny blu,una t-shirt verde chiaro e una felpa chiusa grigia,con una scritta blu sul retro.
Uscii dalla stanza e mi diressi verso il bagno,che stava proprio di fronte alla mia camera. Entrai e chiusi la porta a chiave,appoggiando i vestiti sul mobiletto bianco accanto al lavandino di ceramica. Portai le mani sui lembi della maglietta e me la sfilai lentamente. Poi passai ai pantaloni della tuta che feci scivolare giù lungo le mie gambe. Alzai prima una gamba e poi l'altra. Raccolsi i pantaloni da terra e,insieme alla maglietta,li misi nel cesto dei panni sporchi. Mi guardai i polsi,ancora rigati da cicatrici fresche.

Non staró qui a raccontarvi il perchè,percome e perquando. O almeno non ora.

Scossi il capo sospirando e portai le mani sui fianchi,abbassandomi i boxer che fecero la stessa fine degli altri indumenti. Accesi il rubinetto della doccia,regolai la temperatura dell'acqua ed entrai.
Non appena l'acqua divenne della temperatura giusta mi misi sotto al getto. L'acqua calda scorreva su tutto il mio corpo;dapprima bagnando i ricci capelli castano chiaro,cadendo poi sulle mie gambe. Presi una spugna e ci versai sopra un po di sapone. Posai la spugna sul braccio destro,cominciando a sfregare delicatamente. Ripetei poi la stessa azione sul braccio opposto. Portai la spugna sul petto,sul collo e sulle gambe;sfregando tutto il corpo per bene. Regolai l'altezza del doccino e mi misi sotto al getto d'acqua. Passai una mano lungo il mio corpo,aiutando a levare i residui di sapone che l'acqua non portava con se. Mi misi in punta di piedi e allungai un braccio verso l'alto,afferrai la bottiglia di shampoo e ne versai un po' sui capelli,massaggiandomi il cranio e insaponandoli per bene.

Appena finii di risciacquarmi anche i capelli uscii dalla doccia e presi il mio accappatoio,indossandolo lentamente.
Era azzurro,in microfibra,morbido. Profumava di pesca.
Mi asciugai rapidamente e mi vestii. Una volta asciugati e pettinati i capelli scesi di sotto.

Sul divano erano seduti due ragazzi. Uno riccio,dagli occhi verdi e i capelli castano scuro scuro,due profonde fossette a forargli le guance.

WE HO TROVATO IL MIO BROTAH.
FRATELLO VIENI QUA.
Okay no,la smetto,scusate.

Seduta al suo fianco c'era una ragazza dai capelli rossi,gli occhi color nocciola un po' a mandorla,e due fossette incorniciavano il viso pure a lei.
Feci per andare in cucina,ma venni bloccato da Demi che mi prese per un polso trascinandomi davanti ai due ragazzi seduti sul divano.
"Buongiorno ragazzi. Allora -sorrise,senza mollare la presa sul mio braccio- lui è Ashton,è arrivato ieri sera." Annunció lei,sorridendo e battendo le mani come una bimba.
"Piacere Ashton,io sono Harry"si presentó il riccio,porgendomi la mano che io prontamente strinsi. Aveva una voce roca,molto particolare. La rossa si alzó in piedi,trasportandomi in un grosso abbraccio che,riluttantemente, ricambiai. "Io sono Ariana,ma chiamami Ari" sorrise stringendomi,la sua voce dolce,come quella di una bambina risuonó nelle mie orecchie.
Tirai un sorrido di cortesia ai tre ragazzi non appena Ariana si fu staccata da me ed ebbe ripreso posto sul divano,lasciando un grosso buco tra lei e Harry. Demi mi spinse letteralmente sul divano,facendomi sedere tra i due fossettini.
"Uhm allora Ashton.." Cominció il riccio,schiarendosi la gola. "Come mai qua?" In quel momento avevo tre paia di occhi puntati addosso,che mi guardavano intensamente;come se non volessero perdersi nemmeno un mio minimo movimento.

Come mai ero li? Bella domanda. Ero li perchè ero solo,non avevo più nessuno. Nessuno su cui contare,nessuno da proteggere. Ero fottutamente solo. Ecco perchè ero li.

Presi un grosso respiro e chiusi gli occhi. Poco dopo li riaprii e due o tre lacrime cominciarono da subito a solcarmi le guance. Mi schiarii la gola e presi a raccontare tutto. Ogni piccolo dettaglio. Ogni singola urla. Mentre parlavo guardavo davanti a me. Le lacrime che scorrevano senza tregua. La voce leggermente tremante,scossa ogni tanto,da qualche singhiozzo. Mi bloccai al sentire un sospiro pesante e un singhiozzo che non provenivano da me. Alzai lo sguardo e notai che gli artefici di ció erano Ariana e Demi. Harry se ne stava li a fissarmi,non sapendo che dire o fare. Squadrai le due ragazze,le lacrime non avevano intenzione di placarsi. D'un tratto sentii delle braccia avvolgermi tutto;erano loro tre. Mi stringevano forte ma delicatamente. Quasi come se fossi fragile e potessi spezzarmi da un momento all'altro,ma sentivano il bisogno di abbracciarmi. Forse credevano che le cose sarebbero passate,e forse avevano ragione. Smisi di piangere e ricambiai l'abbraccio di gruppo che avevano formato.

Il resto della giornata trascorse tranquillo,tra partite a Just Dance 2015 e Mario Kart alla Wii. Conobbi meglio Harry,Ariana e Demi;ed ebbi modo di capire una cosa(anche perchè me lo avevano ripetuto minimo 780457 volte): loro per me ci sarebbero stati,sempre e comunque.
E gli ero veramente grato,avevo solo bisogno di amici in quel monento,e loro erano li pronti a darmi sostegno e affetto.

Si fece sera,e dopo cena ci trovavamo di nuovo in sala.
Mancavano ancora dei ragazzi all'appello,ma Ari mi disse che erano fuori e che non sarebbero tornati prima di due giorni.
I tre erano seduti sul divano a chiacchierare allegramente.
Io me ne stavo in disparte,le gambe tirate al petto e la testa sulle ginocchia. Ero felice per aver trovato dei nuovi amici,ma allo stesso tempo sentivo questo grande vuoto dentro me...quasi come se qualcosa stesse risucchiando piano piano la mia anima,portandosi via quel poco di giusto che c'era in me. Sinceramente? Bhe ecco sinceramente volevo sprofondare,i ricordi ancora vivi mi tormentavano continuamente. Senza lasciarmi più un attimo di pace.

A risvegliarmi dal mio momentaneo stato di trance fu il rumore della porta che venne aperta per poi essere sbattuta delicatamente subito dopo.
Non feci realmente caso a chi entró,ma chiunque fosse giurerei fosse di sesso maschile.

No,non sono indovino. Ma non appena la porta si spalancó,una scia di profumo si propagó per tutta la stanza. Era una fragranza maschile,delicata...credo fosse Opium,ma non ne sono certo.

Il ragazzo si avvicino ad Harry e cominciarono a bisbigliare per un po'. Continuai a tenere lo sguardo fisso sulle mie ginocchia che erano saldamente strette al petto.

D'un tratto sentii dei passi farsi più vicini a me,fino a quando non fui totalmente ricoperto da un'ombra che sovrastava la mia persona. L'individuo si schiarì la gola e mi porse la mano,mettendomela davanti al viso affinchè potessi vederla. Gli strinsi la mano,senza smettere di guardare le mie gambe.
"Ehm..ciao io sono Ashley ma puoi chiamarmi Ash. Tu sei?" il ragazzo prese parola e al suono della sua voce alzai lo sguardo puntandolo su di lui.
Indossava delle Adidas blu e bianche alte e un paio di pantaloni della tuta neri che gli ricadevano dolcemente sui fianchi sottili. A ricoprirgli il busto era adagiata una felpa sui toni dell'azzurro con la cerniera,lasciata aperta,che lasciava intravedere la semplice maglia bianca aderente che gli fasciava e risaltava gli addominali scolpiti.

ASHTON CREDO SIA IL MOMENTO DI ANDARE IN PALESTRA.
CONCORDO ASHTON.

Pronunciai un flebile 'Ashton..ma chiamami Ash.' che quasi pareva sussurrato mentre il mio sguardo vagava su quel corpo perfetto. Ash emise un risolino divertito,al che decisi di guardare oltre. Salendo con lo sguardo notai un paio di labbra rosee,sottili..un po' screpolate anche. Il naso era piccolo e troppo puccioso.

SI LO SO NON SONO NORMALE MA SHH. CAPITEMI SONO TRAUMATIZZATO E MI SI PRESENTA DAVANTI UN FIGO...SE LA MATEMATICA NON È UN'OPINIONE ALLORA LA MIA REAZIONE È AZZECCATA OH. Okay non centra nulla va bene.

Ma quando il mio sguardo si puntó nel suo e il mio verdastro si mischió con il suo azzurro limpido,il mio cervello andó in tilt. Erano una cosa semplicemente stupenda,senza precedenti.
Ne avevo visti di occhi azzurri in vita mia,ma le iridi così celesti nessuno erano mai riuscite a togliermi il fiato.
Il ragazzo si allontanó poco dopo,molto lentamente.
Qualcosa dentro di me era scattato al contatto delle nostre iridi. Improvvisamente non mi sentii più vuoto o inutile. Mi sentivo...pieno, si pieno è la parola giusta.
Il mio cervello ora aveva impresso solo quell'azzurro cosí intenso.
Quel colore mi stava mandando il cervello a puttane.
Sapevo che quegli occhi sarebbero stati la mia rovina.

//Alloraaaaa
Inanzitutto mi scuso per gli errori ma sto senza occhiali ew
Poi li correggo
E scusate per lo schifo ma...non so scrivere
Allora,per chi non lo avesse capito,Ashley è un ragazzo
Non credo ci sia altro da dire quindi....notte e a presto❤️

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