"La vita è un'enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi. – Il candidato si lasci ispirare e presenti un lavoro che rappresenti la vita."
Facile.
Quel compito era troppo facile.
Nulla a confronto con i temi preposti nei mesi precedenti che lo avevano messo a dura prova.
Se avesse fermato una qualsiasi persona per strada e gli avesse chiesto cosa volesse dire "vita", chiunque gli avrebbe potuto fare un elenco praticamente infinito.
Persone, animali, piante, fiori... e solo per citare alcune grandi categorie senza entrare nei dettagli.
Cacciando il naso fuori dalla finestra si potevano trovare centinaia, se non migliaia forme di vita.
Chi voleva prendere in giro, gli bastava alzare gli occhi da quel pezzo di carta e puntarli sulla figura stravaccata davanti al suo letto per trovarne un degno esemplare. Anche se al momento quell'esemplare stava in uno stato catatonico, a giudicare dallo sguardo perso nel vuoto da più di cinque minuti.
«Sei ancora vivo o devo farmi carico di una nefasta notizia da portare ai nostri genitori?»
L'unica risposta che ricevette fu uno spostamento quasi impercettibile del sopracciglio destro e un mezzo suono strozzato che, con un po' di immaginazione, poteva passare per un assenso.
Eloquente come solo suo fratello poteva essere.
«Che c'è, ti ha mangiato la lingua il gatto? Oppure te l'ha rubata la tua ultima fiamma?» infierì Tae con un sorrisino per prenderlo in giro.
Yoongi non era mai stato una persona loquace, ma Taehyung lo era abbastanza per compensare entrambi e non perdeva occasione di stuzzicarlo. Sebbene avesse usato quella battuta un numero di volte da rasentare il ridicolo, non si stancava mai di lanciargli frecciatine: se non fosse stato così sicuro di quanto lontani gli interessi del fratello fossero dalla sua insinuazione, la cosa non lo avrebbe mai divertito così tanto.Si divertiva con poco.
«Cambia registro, sei noioso» rispose Yoongi, sempre con lo sguardo fisso nel vuoto.«Io sono simpaticissimo, lo sai tu e lo sanno anche mamma e papà. Per questo sono il loro preferito» aggiunse poi Tae, esibendosi in un sorriso sornione.
Yoongi si degnò finalmente di lanciargli uno sguardo annoiato di sottecchi.
«Che c'è su quel biglietto?» domandò dopo qualche attimo, ignorando l'ultima affermazione, mentre estraeva il cellulare dalla tasca dei suoi calzoni e cominciava a digitare con tutta calma sullo schermo.
Tae riportò gli occhi sul foglietto, buttandolo poi sul suo comodino sgombro.
«È il progetto finale del corso di fotografia, e dovresti saperlo visto che la mamma ha iscritto anche te» rispose. «Ma il fatto che tu ne sia all'oscuro non è poi questa gran sorpresa. Rinfrescami la memoria: quale è stata l'ultima scusa che le hai rifilato per balzare la lezione?»
Quella domanda era assolutamente superflua in quanto Tae conosceva perfettamente la risposta essendo stato presente a tutte le scenette minuziosamente studiate e interpretate dal fratello per disertare.
La madre non era una cattiva persona, né una stolta, ma aveva i suoi difetti – numerosi, avrebbero aggiunto a bassa voce i suoi figli. Uno fra tutti era la sua assoluta, per non dire cieca, pretesa che i suoi figli dovessero eccellere in ogni diletto.
Ciò le dava la sacrosanta possibilità di vantarsi con le sue amiche all'esclusivo circolo del ricamo ogni sabato. E, non per ultimo, andava ad aggiungersi alla lunga serie di requisiti che due giovanotti di buona famiglia doveva possedere.
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Hideaway || Vmin
FanfictionSeoul, estate. Taehyung, rampollo di buona famiglia, deve consegnare un progetto di fotografia per uno stupido corso a cui lo ha iscritto la madre. Si trova sulla banchina della metropolitana, la macchina fotografica in mano. Basta uno scatto e si t...