Capitolo 15

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Ruby:"Toga, ti muovi!?"

Toga:"Sono quasi pronta!"

Dabi:"Non usciremo mai di questo passo"

Sbuffai infastidita dal fatto che Dabi da una parte avesse ragione.
Toga voleva andare a fare shopping in città, dato che era parecchio tempo che non uscivamo più dalla base, e mi aveva invitato ad andare con lei, usando la scusa che non voleva rimanere da sola. Accettai senza problemi, ma ovviamente il mio ragazzo sentì la conversazione e si autoinvitò per l'uscita.
Onestamente non capivo se volesse venire per la storia dell'iperprotettività, o perché volesse guardare mentre mi cambiavo i vestiti nei camerini, sta di fatto che ero molto contenta di poter finalmente uscire con lui in pubblico, nonostante avremmo dovuto nascondere la nostra apparenza. Anche se non si poteva considerare un vero e proprio appuntamento, volevo fare in modo che lo sembrasse, anche solo un pochino, per quello avevo scelto di vestirmi comoda, ovviamente, ma anche un pochino più "femminile" del solito, cercando anche di truccarmi, cosa che fallì all'inizio, per cui optai solo per un po' di lucidalabbra. Inoltre ero miracolosamente riuscita nell'intento di convincere Dabi a comprare dei vestiti che non fossero il suo solito "costume da Villain", dunque sicuramente saremmo tornati con parecchie borse piene di roba. Finalmente, Toga arrivò da noi e accidenti se stava bene: aveva una maglietta nera con un teschio rosa e delle ossa incrociate del medesimo colore, che facevano sembrare il tutto una jolly roger delle bandiere dei pirati. Aveva delle calze a righe nere e rosa e una minigonna nera che arrivava poco sopra il ginocchio. Per non parlare degli stivaletti neri che aveva, non pensavo sinceramente che avrebbe mai indossato molte cose di quel colore, forse aveva seguito il consiglio che le avevo dato. 

Toga:"Possiamo andare!"

Dabi:"Era ora, psicopatica"

Ruby:"Fermi lì, manca ancora una cosa"

Mi guardarono confusi, finché non gli passai due mascherine e a Dabi diedi anche un paio di occhiali da sole, così da nascondere le ustioni sotto gli occhi. Ovviamente, dovetti mettere una giacca che mi arrivava fino alle ginocchia per nascondere le ali, con in più un cappuccio che nascondeva i miei capelli. Almeno era di un colore nero che apprezzavo parecchio. 

Ci avviammo verso il bancone della zona bar, dove Kurogiri era pronto ad aprirci un portale per andare in città, altrimenti sarebbe stato parecchio sospetto vedere delle persone scendere dalla montagna in quel periodo e ancora peggio sarebbe stato se io avessi trasportato i due in volo. Lui aveva insistito a darci qualche soldo in più rispetto a quelli che avevamo già, ma avevamo rifiutato più volte, sostenendo che i nostri sarebbero bastati. Eppure, aveva sempre delle banconote vicino, forse per gli altri? Boh, ma sicuramente aveva qualcosa in mente. Finalmente si decise ad aprire un Warp Gate, anche se prima ci fece le classiche raccomandazioni che farebbe un genitore al proprio figlio, per concludere ovviamente con "non fatevi scoprire". Una volta oltrepassato il varco, ci ritrovammo in un vicolo buio senza uscita e davanti a noi si poteva vedere in lontananza la strada super affollata, come ogni giorno del resto. Uscendo da lì, finalmente eravamo arrivati in centro a Tokyo e Toga stava già impazzendo per la quantità incredibili di negozi che c'erano tutt'intorno a noi. Purtroppo, nonostante fossero passate settimane dalla mia fuga dal modo degli eroi, c'erano comunque più Pro Hero del solito a pattugliare le strade e alcuni erano anche sui tetti dei palazzi, guardando verso l'orizzonte con dei binocoli come per riuscire ad individuare qualcosa o qualcuno in volo. Non ci volle la sfera magica per capire che stavano cercando me, che stavano facendo ancora numerosi giri di perlustrazione pur di trovare anche solo un minimo segno del mio passaggio. 

Dabi:"Ti stanno ancora cercando in molti, Fiammella"

Sinceramente, ero parecchio spaventata, non volevo mi scoprissero, non volevo tornare indietro, avevo trovato troppe gioie e col cavolo che ci avrei rinunciato. Ad un certo punto, sentii una pressione sulla mano sinistra e delle dita intrecciarsi alle mie. Quando guardai cos'era, vidi che era ovviamente era Dabi, che con quel gesto riuscì a farmi sentire il suo intenso calore. Si piegò alla mia altezza, appoggiando la testa sulla mia spalla, il che mi fece avvampare, avevo praticamente il suo respiro sul collo.

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