Capitolo 1

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*MINHO POV*


Sospiro non appena mi distendo lungo il mio letto. Guardo fuori dalla finestra nel buio della notte: La mia vita è cosi noiosa. Tutto quello che faccio è sedermi davanti al computer e scrivere articoli, gli altri ucciderebbero per questo, ma speravo di scrivere cose riguardanti le celebrità. Dopo ciò lavoro in un minimarket, tutto quello che faccio è rimanere seduto aspettando che qualcosa accade, niente. A volte, per rendere il tutto più interessante conto quante ore sono passate da quando l'ultima persona è entrare a comprare qualcosa, o provo a indovinare cosa una persona comprerà.

La mia sveglia suona rumorosamente accanto a me forzandomi ad aprire gli occhi. Mi ritrovo nella stessa posizione che ero quando mi sono buttato sul letto la sera passata. Il sole rosso splende luminoso attraverso le persiane, era come se il mondo stesse andando a fuoco. Spengo la mia sveglia e mi siedo. Guardo i miei jeans strappati e la felpa grigia, penso proprio di essermi addormentato così. Raccolgo la bandiera del Pride caduta durante la notte e la riappendo al muro. Passo le mie dita tra i capelli e scrocchio il collo. Oggi è una giornata come tutte le altre ad eccezione che non devo andare al minimarket e rimanere seduto ore e ore, mi concederò dei dolci.

Mi siedo in metropolitana con le mie earbuds, il cellulare in una mano e il caffè nell'altra. Guardo le persone attorno a me in piedi con il loro telefono o che guardano fuori dai finestrini. Alla prossima fermata saliranno Felix e Changbin e io scenderò. Entrambi hanno un lavoro molto bello, lavorano alla JYP, non so esattamente cosa facciano, ma a loro piace. Penso che Changbin sia un producer e Felix un coreografo. I miei amici lavorano nel mio stesso edificio ma non li vedo spesso. Il treno stride mentre reallenta la corsa svvisandomi che devo scendere. Mi unisco alla folla ed esco dal mezzo pubblico. Saluto Changbin e Felix una volta saliti. Loro ricambiano il saluto accompagnato da un veloce sorriso prima di andare ad occupare i posti per sedersi. Percorro le scale ed esco all'aperto, in una fresca mattina di primavera. Prendo un sorso del mio caffè e mi dirigo verso il lavoro.

Appena siedo alla mia scrivania guardo i miei colleghi che lavorano felicemente ai loro articoli. Appoggio il caffè vicino a me e tolgo una earbud dall'orecchio sapendo che a breve qualcuno sarebbe venuto a parlarmi. Accendo il computer e apro l'articolo su cui stavo lavorando. In grassetto in alto c'è scritto "American Culture", era un articolo abbastanza  interessante da scrivere, ma molto impegnativo. Apporto qualche ritocco e il mio capo compare per il suo discorso giornaliero che dovrebbe servire a motivarci. Egli batte la mani per attirare la nostra attenzione.

"Attenzione prego, non vorrei annoiarvi con un altro discorso ma devo farvi degli annunci" dice.  Mi lamento mentre tutti gli altri applaudono. Lui fa cenno con la mano alla sua sinistra indicando qualcosa o qualcuno. Un ragazzo magro con la faccia da scoiattolo, capelli corvini, pelle dorata e occhi che sembrano freddi ma caldi allo stesso tempo, comparve. Era vestito tutto di nero, molto attraente. Lo raggiungo insieme alle ragazze che strillano.

"Spero sia accanto a me" una ragazza dice emozionata. Spero sia vicino a me.

"Ciao mi chiamo Han Jisung. Mi unirò a voi, spero che diventeremo amici" disse facendo un veloce inchino. Mi guarda e fa un rapido sorriso. Il mio cuore si scioglie e sento il mio volto andare a fuoco.

"Tu sarai laggiù accanto a Minho" Il mio capo dice indicando il posto vuoto accanto a me.

"Grazie signore" dice inchinandosi prima di sedersi accanto a me.

"Io sono Lee Minho, piacere di conoscerti" dico porgendogli la mano. Lui sorride e annuisce mentre mi stringe la mano.

"Piacere mio! Non vorrei disturbare ma potresti mostrarmi l'edificio?" chiede educatamente.

"Si, certo. Lasciami solo salvare questo articolo poi ti porto a fare un giro" dico mentre il mio cuore batte velocemente. Mentre mi preparo per stampare lui cambia atteggiamento e inizia a ispezionare la mia cattedra. I suoi occhi erano freddi e il suo sorriso scompare.

"Devo solo stampare queste" dico alzandomi in piedi.

"Okay, è un problema se vengo con te così da vedere dove si trova?" domanda tornando la persona che era all'inizio. Sospetto qualcosa, ma per alcune ragione so che mi posso fidare di lui.

"Minho" il mio capo dice all'improvviso davanti a me.

"Si Signore?" rispondo.

"Hai finito?" domanda guardandomi dritto negli occhi con sguardo serio .

"Si, stavo giusto andando a stampare" dico.

"Mandalo a me invece, stiamo esaurendo l'inchiostro" dice. Annuisco e torno a sedermi davanti alla mia scrivania. Jisung giocherella con il suo cellulare mentre io invio l'email.

"D'accordo, andiamo" dico alzandomi in piedi.

"Bene!" risponde felicemente.

"Signore, le ho inviato l'articolo. Ora vado a mostrare il palazzo a Jisung". dico. Lui mi fece segno con il pollice in sù da dietro il suo computer, continuando a scrivere mentre ce ne andiamo via.

"Quindi, cosa ti ha portato qui?" Jisung chiede mentre scendiamo giù fino alla hall vicino alla caffetteria.

"Mi piace scrivere, ma ad essere sinceri speravo fosse in un ambito differente" dico.

"Posso chiederti in quale ambito?"

"E' un po' imbarazzante ma desideravo scrivere riguardo le celebrità" rispondo timidamente.

"No non penso lo sia" dice

"E tu invece?" domando

"Cambio di scenario. Mi piace scrivere come te ma, non ero felice dove ero. Mi sono stancato di scrivere giornali per piccole città" dice, era una bugia. Potevo dire che stava mentendo, dopo tutte le mie esperienze di interviste e ricerche so dire quando qualcuno sta mentendo. Annuisco e non dico altro fino a quando non arriviamo alla caffetteria.

"Questa è la caffetteria, ma io non mangio qui. Personalmente non mi piace il loro cibo, quindi esco a mangiare o mi preparo del cibo da solo" dico. Lui si avvicina alla finestra e poi mi guarda.

"Comunque, i bagni sono da quella parte" dico indicando dietro di me. Lo porto nuovamente alla hall da dove siamo venuti ma questa volta passando dai tavoli.

"Questi sono gli ascensori e le scale. Non sono gran che ma abbiamo intenzione di restaurarli" dico. Lui annuisce e sorride non molto interessato. Mi segue fino all'ufficio, ma c'è qualcosa in lui che non riesco proprio a capire.






My Boyfriend is the Devil (Minsung)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora