Capitolo 25 (non è possibile)

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"Sei pronta Ferreiro?" Sento bussare alla porta, seguita dalla voce dura della guardia che mi deve portare alla macchina.
"Si, arrivo" mi metto la maglietta di fretta, cercando di stare attenta alla grossa ferita che ho sull'addome, e infilo la giacca. Mi hanno portato i vestiti normali, una cosa che mi sembra stranissima dopo aver indossato per mesi solo quella divisa gialla.
Una divisa che nonostante tutto, non voglio togliere.
Non voglio toglierla perché il momento in cui dovrò farlo, dovrò dire addio a Zulema.
6 anni sono tanti.
Forse troppi.
Troppi da sopportare senza di lei.
Senza quella parte che mi completa, l'unica che ci riesce.
Quando sto con Zulema tutto si annulla, tutte le mie paure, tutte le mie incertezze ed insicurezze.
Siamo solo io e lei, unite da un destino infame.
Un destino che ci ha unite, per poi separarci tra cinque anni.

Cinque anni.

Ripeto questo lasso di tempo nella mia mente come se fosse la cosa più brutta di sempre. Quello che mi spiazza, lasciandomi scioccata è il fatto che la cosa brutta non sono i cinque anni che devo scontare, ma è la fine di questi.
La fine di una fase della mia vita che sicuramente sarebbe stato meglio non vivere, ma che mi ha regalato lei.
Mi ha regalato la parte mancante di me. Per anni mi sono chiesta perché non riuscissi mai a trovare qualcuno che si incastrasse con me alla perfezione.
La mia anima gemella.
Il pezzo del puzzle mancante.
Ora ho capito perché.
Stavo aspettando di trovare lei.
Il destino è bastardo.
È crudele a volte.
Per permettermi di sentirmi completa, mi ha portato via tutto: La mia vita e me stessa.

"Macarena..." mi giro sentendo una voce famigliare alle mie spalle, e un sorriso amaro mi si forma sul viso.
"Castillo"
"Chi non muore si rivede dicono"
"Hanno ragione" dico sorridendo.
"Sei pronta? Dobbiamo andare"
"Andiamo" fa cenno alla guardia di entrare e mi mettono le manette, per poi condurmi fuori dalla stanza, lungo i corridoi freddi dell'ospedale.
Ad ogni passo una fitta di dolore mi pervade il petto. Dopo un mese posso camminare, ma essendo stata addormentata per così tanto i muscoli hanno bisogno di tempo.
"Vuoi una sedia?"
"No ce la faccio" dico barcollando leggermente.
"Sicura?"
"Si" continuo a camminare finché una domanda mi risuona nella testa, volendo essere pronunciata.
"Zulema?" Castillo mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Cosa centra ora quella figlia di puttana?"
"L'hai vista? Sanno che sono viva?"
"No non l'ho vista e no" mi fermo di botto, bloccando la guardia al mio fianco, che mi strattona, facendomi ripartire a camminare.
"Stai scherzando?! Perché nessuno le ha detto nulla?!"
"Perché avremmo dovuto?" Abbasso la testa, capendo che ha ragione. Nessuno sapeva della nostra relazione, tanto meno che siamo in buoni rapporti.
"Nessuno ha chiesto di me?" Dico un po delusa. Non è possibile che nessuna abbia chiesto di me e speravo in fondo in fondo che almeno a chiedere du me fosse stata proprio Zulema.
"Lo hanno fatto certo. Ma Macarena eri in condizioni pessime. Nessuno sapeva che ti saresti ripresa"
È vero, ma almeno avevano il diritto di sapere che avevo la possibilità di riprendermi. Lei doveva saperlo.
Cosa starà pensando ora?
Cos'ha passato in questo mese?
Milioni di domande mi si imprimono nella testa, facendomi chiedere cosa succederà quando scoprirà che sono qua. Che non me ne sono andata.
Mi guardo la mano, mentre la mia testa viaggia a quel giorno.
Mi ricordo poco, ma i suoi occhi verdi sul mio viso inerme sono impressi nella mia testa, come se sono stati disegnati con l'indelebile.
Sorrido nel ricordarmi della sua mano stretta nella mia e poi come un flashback le parole che mi aveva detto ritornano alla memoria.
Non me le ricordavo fino ad un secondo fa.

Maca ti prego vivi

Sorrido e una lacrima mi riga il volto solitaria.
Solo ora mj ricordo di quello che mi ha permesso di combattere. Ció che mi ha dato la forza di non arrendermi alla morte. Lei.
Sempre e solo lei.
Le sue parole, marchiate da un amore difficile.
Nel frattempo siamo arrivati alla macchina. Entro, mentre Castillo mi toglie le manette, per poi sedersi davanti con la guardia.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora