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Emily pov.
La biblioteca è vuota e Draco accanto a me sta parlando da solo per decidersi se leggermi o no la lettera.
Ha le mani sulla fronte e la gamba che si muove freneticamente, con l'altra mano massacra il tavolo in legno sotto di lui sbuffando di tanto in tanto.
Rido.
Così lui mi fulmina con lo sguardo.
"Non mi viene da ridere Emily, piantala" mi dice irritato così mi mordo la guancia per non ridere di più e farlo irritare di più.
So che ad esprimere i suoi sentimenti non è bravissimo.
Ma potrebbe darmi anche la lettera in mano così la leggo in un altro momento e non per forza sotto i suoi occhi.
"Okay, vuoi sentirla o no?" mi chiede così mi metto comoda seduta sul tavolo mentre lo guardo.
Si alza camminando per le ultime volte avanti e indietro per la stanza senza dire niente se non 'okay, adesso inizio, stammi a sentire.'
Ma poi non parla.
"Draco io-" faccio per dire ma mi blocca.

"Tu sei poesia quando ridi
quando è tardi,
quando tiri le coperte
quando ti arrabbi.
Amore tu sei, poesia amore.
Poesia tu sei.
Sei poesia quando scrivi
quando non parli,
quando butti via i vestiti per scoparmi.
Emily tu sei, poesia per le mie orecchie.
Poesia per le mie orecchie.
Ed è meglio che non mi senti
quando tu sei insicura
la tua pelle sai che proviene dalla luna
quante sere per dirti che sei vera
certa gente si sogna di essere te.
Ma tu sai che,tu sai che,
sei bella quanto fragile, fragile.
Ti bacio ancora un po', poi me ne vado.
Tu sei poesia quando ridi
quando è tardi.
Quando tiri le coperte
quando ti arrabbi,
amore tu sei, poesia sei.
Ma sei poesia quando ridi
quando parli
quando butti i vestiti per scoparmi.
Emily, tu sei poesia per le mie orecchie.
Poesia."

Mi legge la sua poesia mentre imita le parole.
Tu sei poesia.
Io sono poesia?
Sono come una poesia per lui.
Si Emily, lo sei.
Trattengo a stento le lacrime agli occhi e quando finisce piega il suo figlio rimettendoselo in tasca.
"Beh? Ti piace?" mi chiede vedendo che ormai da minuti non lo sto guardando più.
Si avvicina alla mia figura e con due dita sul mento mi fa alzare il capo.
"Emily io non-" fa per dire ma lo zittisco con un abbraccio.
Non mi sono mai sentita così importante per qualcuno.
I miei amici dell'epoca mi dimostravano il loro affetto solo attraverso regali materiali.
I miei genitori pure.
I miei nonni attraverso i galeoni.
Ma non ricordo nessun momento estremamente felice con nessuno di loro.
Con Draco si.
Ricordo il nostro primo sguardo.
Ricordo quando mi prese per la prima volta per mano.
Ricordo quando ci urlavamo contro.
Ricordo tutto.
Potrei contiuare all'infinito.
"Stai zitto ti prego, non voglio ascoltare le tue scuse" lo stringo di più a me.
Lui fa lo stesso pur essendo confuso.
Ma capisce la situazione.
"Non voglio perderti, per niente" singhiozzo sulla sua spalla e lui come risposta mi stringe di più a se.
"Non ci perderemo" mi dice dandomi un bacio sulla fronte.

Draco pov.
Dopo la mia lettera è scoppiata a piangere.
E nemmeno la biasimo.
Nessuno di noi due ha avuto vere persone su cui contare, nessun abbraccio, nessuna forma d'affetto e i sentimenti ti rendono solo più debole.
"Non frignare! Che uomo sei? I tuoi sentimenti ti rendono più debole! Impara a controllarli!"
Le urla sulla faccia di mio padre.
"Lucius, Tesoro, ha solo dieci anni"
Le parole difensive di mia madre che non arrivavano dentro la testa di mio padre.
"Non mi interessa!" Clap.
L'ennesimo schiaffo sul viso.
L'ennesima figura di merda.
L'ennesime offese.
Tutto un giro che si ripeteva all'infinito.
Il volto spaventato di mia madre, la sua mano sulla bocca forse per trattenere un urlo strozzato.
Ma dalla sua bocca infine non uscì niente.
Mi misi per tutta la notte rannicchiato sul pavimento a piangere silenziosamente di più.
Avevo solo dieci anni e caddi dal muro sbucciandomi un ginocchio.
Mio padre mi diede le sue 'parole di conforto' dandomi uno schiaffo dritto in viso.
Il camino mi riscaldava abbastanza ma come tutte le cose belle, anche il fuoco smise di ardere difronte al mio corpo impaurito.
La tata mi parlava come parlava ad un animale ferito e impaurito.
Chiusi gli occhi cercando di non urlare, sbattevo più volte i pugni sul pavimento facendo uscire sangue anche dalle nocche ma non m'importava.
Ero ferito.
Incompreso.
Offeso.
E questo fu solo uno dei tanti momenti che mi ricordo.
"Ci sei? Oppure sto parlando da sola?" mi chiede Emily sventolando una mano davanti al mio viso.
Scaccio via questi brutti pensieri e ritorno ad ascoltare l'unica persona che mi ha reso felice.

𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora