Capitolo 30 (Non credere che mi basti)

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Mi sveglio lentamente, sbattendo gli occhi. Mi guardo intorno mentre cerco di abituare i miei occhi alla luce forte che entra dalla finestra. Sembra mattina e subito mi alzo di scatto, pensando al fatto che quando sono svenuta in cella, tra le braccia di Zulema, era quasi buio. Cerco disperatamente un indizio che possa dirmi che ore sono, ma soprattutto che giorno è.
Una bruttissima sensazione si impossessa di me, mentre mi porto una mano alla testa, sentendo un forte dolore.
Anche se fossero passati due giorni lei non mi avrebbe lasciata qua.
Non può essersene andata così.
Non può aver deciso di andarsene senza di me, dopo quello che le ho detto.
Cerco di convincere me stessa del fatto che la sua libertà non valga più di me. Dell'amore che prova nei miei confronti.
Cerco di alzarmi dal letto, ma una voce interrompe la mia azione, facendomi bloccare.

"Macarena no stai giu" sempre il solito neo laureato, biondiccio, esce dalla porta dell'ufficio dell' infermeria, venendomi incontro.
Mi spinge leggermente dalla spalla, facendomi riappoggiare al letto.
"Che giorno è?" Chiedo quasi spaventata, mentre la sua espressione cambia subito, diventando curiosa, per la mia domanda, forse per lui, assurda.
"L'ultima volta che mi sono addormentata ho dormito per un mese" dico cercando di sistemare la situazione.
"Hai ragione. Non hai dormito tanto sta volta. Tutta la notte, ma nulla di più" rilascio un sospiro quando sento che sono passate alcune ore. La fuga sarà domani e io devo assolutamente trovare il modo di uscire da qua.
"Ora mi sento bene, posso andare?"
"Sei forse impazzita? Ora mi dirai cos'è successo per far si che la tua ferita si sia aperta"
Scuoto la testa, per poi abbassarla e guardare le mie mani, che giocavano nervose.
"Non è successo niente".
"Macarena...senti io..."
"Alejandro!" viene interrotto da voci che lo chiamano, entrando poi dalla porta. Due guardie reggono il corpo ferito e quasi senza forze di una donna che conosco fin troppo bene.
Kesha se ne sta in mezzo ai due uomini, che la sostengono dalle braccia, poiché è ridotta veramente male. Ha la faccia piena di lividi, il labbro spaccato e sembra avere male all'addome. La mettono sdraiata sul lettino di fianco al mio e comincia a medicarla, assicurandosi che non ci sia nulla di rotto, o ferite aperte.

"Cos'è successo?" Kesha non risponde, se ne sta zitta, con gli occhi leggermente socchiusi e un'espressione dolorante. Dopo pochi secondi di silenzio i suoi occhi ricadono su di me.
"Non è successo nulla" dice continuando a guardarmi, per poi distogliere lo sguardo, come se si fosse spaventata dal nostro contatto visivo.
"Che cazzo! Ci sono più segreti in questo carcere che in tutto il mondo" dice stizzito mentre si alza dalla sedia, non ricevendo una risposta.
"Devi stare in osservazione per come minimo fino a domani sera. Non hai nulla di grave, ma quelle ferite hanno bisogno di riposo. Ora ti medico quel labbro" dice alla ragazza seduta sul lettino, che viene spostata nell'altra stanza, per poi rivolgersi a me.
"Tu non ti alzare. Hai capito?"
Annuisco e mi riappoggio, vedendo le guardie e Alejandro, cosi lo hanno chiamato prima, entrare nella stanza accanto, con Kesha sul lettino.
Penso alle ferite che ha sul viso e sull'addome, ma nulla di rotto. È un lavoro pulito, per essere stato fatto in carcere. Di solito ci va sempre di mezzo qualche costola rotta, o altro.

"Poverina, deve fare male"
Mi giro subito verso la porta d'ingresso dell'infermeria e vedo Zulema appoggiata allo stipite, mentre si tocca le ciocche di capelli, con un mezzo sorriso sul viso.
"Zulema..." dico guardandola con la testa leggermente girata di lato, come di chi ha capito cos'ha fatto.
"Sei stata tu?" Lei si avvicina, camminando lenta, con le mani in tasca e guardando di tanto in tanto la porta.
"Non so di cosa tu stia parlando" dice per poi sedersi sul mio letto, sospirando. Stringo leggermente gli occhi, guardandola e poi non posso non sorriderle, scuotendo la testa. Le prendo la mano, appoggiata sul letto e la stringo.
"Grazie" sorride lievemente, e poi si abbassa su di me, raggiungendo il mio orecchio.
"Non credere che mi basti questo semplice 'grazie' Bionda" si stacca leggermente per guardarmi, ma rimane a pochi centimetri dal mio viso.
"Non avevo intenzione di dirti un semplice grazie infatti" dico sorridendo maliziosa.
La tiro da collo, unendo le nostre labbra, e sento le sue cominciare a muoversi abili sulle mie. Mi prende il viso, con una mano, tenendolo fermo e poi la sua lingua cerca un contatto con la mia. Contatto che io le concedo subito. Accolgo la sua lingua calda dentro di me e cominciamo a baciarci sempre con più foga.
"Ferma" dice staccandosi
"Se continui cosi non finisce bene"
"E quindi?" Dico mantenendo la maliziosità nella mia voce, mentre riprendo le sue labbra, mordendole il labbro inferiore.
"E quindi..." dice lasciandomi un ultimo bacio per poi staccarsi.
"...non credo sia un ottima idea farlo davanti al tuo dottore"
"Il mio dottore?"
"Non era uno strafigo?" Queste parole escono dalla sua bocca quasi stizzite, irritate.
Rido nel sentire le stesse parole che Saray mi aveva rivolto poco prima di uscire dalla cella quel giorno, quando mi doveva fasciare il polso.
"Quindi hai origliato?"
"Passavo di li" rido ironica nel sentirla, mentre i miei occhi sono incollati ai suoi.
Voglio approfittare della situazione, cercando una gelosia che solitamente lei non lascia vedere. Una gelosia che ho visto poche volte, e in tutte quelle volte è sempre stata implicita, mai esplicita. Voglio che per una buona volta ammetta i suoi sentimenti e le sue emozioni, nonostante so che non lo farà mai.
Abbasso la testa, sorridendo maliziosa e poi mi avvicino al suo orecchio.
"Hai ragione si lo è"
"Mh..."
"Sai un pensierino ce lo farei..."
"Bionda..." dice chiudendo gli occhi, cercando di non esplodere. Ma io continuo a istigarla.
"Deve essere bravo a letto...potrei-"
"Stai zitta" mi prende il mento, costringendomi a zittirmi e riunisce le nostre labbra, per poi passare al mio collo, dove lascia un morso forte.
"Ahh! Zulema cazzo smettila!" Stacca i denti dalla mia pelle e bacia tutta la zona, che sento bruciare e poi la lecca, facendomi provare piacere, al posto del dolore.
Continua a baciare la zona, come se si sentisse leggermente in colpa e poi si stacca da me, con un sorriso malizioso.
"Scopa con i miei morsi sulla pelle" me lo sussurra a due centimetri dal viso, facendomi arrivare il suo alito caldo sul viso.
Faccio per baciarla ma lei si toglie velocemente, alzandosi in piedi.
"Zul-" vengo interrotta dalla porta che si apre, rivelando Alejandro, seguito dalle due guardie, che subito lasciano la stanza.
Ringrazio che si sia alzata, o ci avrebbe trovate a baciarci, probabilmente.
"Tu cosa ci fai qua?"
"Niente, una visita alla mia amica. Non posso?" Sottolinea la parola 'amica' guardandomi negli occhi mentre la dice.
"Non si può Zahir. Esci da qua"
"Tra quanto potrà uscire?"
"Zahir esci" lei sbuffa e gira gli occhi al cielo, per poi uscire, lasciandomi un ultimo sguardo.
Mi copro di fretta il morso con il colletto della giacchetta e cerco di riprendere il discorso iniziato poco fa.

"Quindi quando potrò uscire?"
"Tra qualche ora okay? Voglio vedere se la ferita risponde bene ai farmaci e ai punti. Non si è aperta tutta, ma solo una piccola parte e non è molto grave. Però voglio tenerti in osservazione" annuisco e un senso di rilassatezza mi invade il corpo.
Potrò scappare con le altre senza problemi e andare con Zulema.
Ho preso questa decisione per lei, ma soprattutto per me stessa. Sono stanca di dover sempre rinunciare alle persone che amo per fare la cosa giusta.
Voglio seguire Zulema e stare con lei.
Fare la cosa giusta per me stessa.
Per noi.

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(Ore dopo)

"Saray smettila!"
"Zulema sei sempre la solita stronza egoista! Se ti chiedessi di fare quello che mi stai dicendo tu ora con la Bionda lo faresti?!" Mi fermo appena fuori dalla nostra cella, mentre sento Saray e Zulema litigare animatamente.
"Abbassa quella cazzo di voce"
"Zulema ti prego. Non ti ho mai chiesto niente questo me lo devi" abbassano notevolmente la voce, ma sono abbastanza vicine per poterle sentire.
"Non voglio più parlare di questa stronzata"
"Zulema cazzo! La Bionda non la lasceresti vero?"
"Saray"
"No rispondimi"
"No okay?! No!" Dice esasperata dalle domande della Gitana, che sembra determinata a convincere Zulema.
Rimango sorpresa dalla sua risposta, e un sorriso mi compare sul viso. Di qualsiasi cosa stiano parlando, ha appena ammesso che non mi lascerebbe, e questo mi rende felice.
"E allora perché non capisci?"
"Sai cosa capisco Saray? che questa è una cazzata! Farà andare a puttane tutto!"
"Ma-"
"Saray basta!" Faccio per entrare ma mi scontro con Zulema, che stava uscendo dalla cella di fretta.
"E poi ero io che origliavo?" Mi guarda, con un sopracciglio alzato e io subito cerco una scusa, ricordandomi improvvisamente le sue parole.
"Passavo di qui" dico vaga.
"Certo..." abbassola testa, un po imbarazzata per essere stata beccata in pieno, ma lei mi alza prontamente il mento, guardandomi negli occhi e capisco che l'ho rifatto.
Rido e lei stringe leggermente la presa, rimanendo però seria.
"Come stai?"
"Bene"
"Okay allora vieni con me" mi tira con se, mantenendo un passo molto veloce e spedito. Sembra incazzata per la litigata appena avuta con Saray e questo un po mi spaventa.
Quando è incazzata le sue reazioni sono imprevedibili.

"Zulema aspetta calmati...dove mi stai portando?"
"Ti devo spiegare il piano" dice piano, continuano a tirarmi con se.

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Vi dico gia che sono in un mood :🔥
AHHAHAHAHAHHAHA spero vi atoa piacendo.
Lancio un sondaggio: secondo voi scappano o no?🤷🏻‍♀️🤭
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Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora