•UN BRUTTO INCIDENTE•

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Ah, com'è bello tornare delle vacanze, riprendere a lavorare dopo aver passato due intere settimane in Giappone insieme alla famiglia e agli amici.
Com'è bello tornare a casa con il cuore pieno di gioia e di ricordi, dopo aver celebrato uno splendido matrimonio tra i due che se lo meritavano di più, Holly e Patty.
Per Susan, Ed e Mark è tempo di tornare in Italia e dopo aver volato insieme fino a Roma, due arei diversi li condussero a Milano e Torino.
Erano passati un po' di giorni dal ritorno alla normalità, Mark era sul divano.
Al ritorno dalle vacanze passava sempre dei giorni a sfogliare gli album delle foto, del presente e anche degli anni passati.

-Metti giù quei cosi, non farti venire la depressione!- gli disse Susan, strappandogliene uno dalle mani.
-Ti fai chiamare Tigre, ma sei solo un micetto...- continuò lei, prendolo in giro.
Mark fece quel suo sorrisetto malizioso, che fece venire i brividi a Susan lungo tutta la schiena.

-Sarò anche un micetto, ma posso diventare una tigre in ogni istante...-  iniziò lui, alzandosi in piedi.
-E poi... attacco!- in quell'istante la prese di peso e la buttò sul divano.
Mettendosi a quattro zampe vicino a lei, iniziò a farle il solletico e darle leggeri pizzicotti.
Le mordeva l'orecchio e il collo e lei non riusciva a smettere di ridere.
Di colpo suonò il telefono.

-Spostati che devo rispondere- disse lei ancora ridendo.
-Lascialo suonare...- disse lui continuando a torturargli l'orecchio.
-Dai piantala, potrebbe essere tua madre-

Si alzarono entrambi, Susam sollevò la cornetta mentre La Tigre continuava a baciarle il collo.

-Pronto?-

-Susan! Mi senti?-

-Debora? Sei tu? Ma che succede... perchè piangi?-

-Ed, il mio Ed, ha avuto un incidente... avevamo discusso è corso via furioso con la moto. Un'auto l'ha imvestito... oh Susan dovete venire, non so con chi parlare!-

-Non preoccuparti, stai tranquilla! Arriviamo al più presto possibile!-

-Chi era?- chiese Mark che ancora non capiva un'acca di italiano.
-Prendi la giacca, dobbiamo andare da Ed- rispose lei, correndo di sopra.
-Ma che diavolo succede?!- disse lui, imitando i suoi movimenti.
-Ed ha avuto un incidente-
___

In una sola ora, erano già all'ospedale di Milano.

-Eccola lì!- disse Mark vedendo l'attuale fidanzata di Warner.
Si avvicinarono a lei correndo.
-Oh Susan... è tutta colpa mia, sono io che l'ho fatto arrabbiare- disse la ragazza in lacrime.
-No, questo non devi dirlo- disse Susan abbracciandola.
-Lui dov'è?- disse Mark nervoso come non mai.
-In questa stanza qui di fronte- rispose Debora in lacrime.
Mark la guardò perplesso, non capiva niente di italiano, figurati se gli parlavano piangendo.

-È in questa stanza- tradusse Susan, indicando la porta.
Mark entrò, senza farselo dire due volte.
___

La tigre vide il suo amico sdraiato su un letto ad occhi chiusi.
Non era in coma, ma non si era ancora svegliato.

-Ma che cazzo avevi intenzione di fare? Ci stai mettendo tutti nelle merda. Hai idea dei danni  che hai combinato?! Sei solo un coglione, un dannatissimo coglione. Eppure dei due sei sempre stato tu il più bravo a scuola, e invece adesso, ragioni con i piedi! Quante cazzo di volte mi hai sentito sbraitare contro Susan perchè non volevo che si comprasse una moto?! Ero terrorizzato all'idea che si potesse fare male. E invece, alla fine, sei tu che ti sei quasi andato ad ammazzare. E perché?! Per una stupida litigata?! In tutta questa situazione il coglione sono io, che mi sono precipitato qui appena ho saputo. Sei un incosciente, e nemmeno te le meriteresti le mie parole! Sei un vigliacco e un debole! Che aspetti a svegliarti! Eh?!- disse camminando avanti e indietro lungo la stanza.
-Svegliati... ti prego, fratello, svegliati- continuò buttandosi in terra vicino al letto.
___
Passarono delle ore, ore interminabili.
Susan le passò tutte al telefono, cercando di sistemare degli affari com la Nazionale Giapponese e, aiutata dal manager personale di Ed, anche alcuni affari con il Milan.
Mark era nervoso, arrabbiato.
Continuava a camminare per tutto il corridoio, chiedendo ad ogni medico o infermiere che passava di lì.
Debora parlava con i genitori di Ed, aggiornandoli ogni quarto d'ora.
La situazione era tesa.
___

-Perchè Ed era tanto infuriato?- chiese Susan a Debora, nelle mattinate.
-Ho trovato le sue foto delle vacanze ed in una sembrava tanto in confidenza con una ragazza e... ho pensato che mi avesse tradito...- rispose Debora singhiozzando.
-E lui cosa ha fatto?-
-Ha continua a dire che era sua cugina, ma io non gli ho creduto. Dio mio, come sono stata idiota!-
-Tesoro, non fare così. Anche io quando li ho visti insieme pensavo che fosse una delle sue scappatelle... se nfosse stato per Danny sarei andata da lui ad insultarlo per quello che ti ha fatto!-
La ragazza sorrise debolmente, e Susan la strinse.
___

Passarono ancora molte prima che Susan vedesse Ed aprire gli occhi.
Era entrata nella sua camera, finalmente aveva trovato il tempo di farlo, e mentre gli parlava, sperando che lui riuscisse a semtire qualcosa, una lacrima scese silenziosa lungo la sua guancia.
Poi un'altra e un'altra ancora.
L'affetto che provava per Ed era indescrivibile.

-Ho fatto piangere Susan Summer, mi sento importante!- disse Ed con un filo di voce.
-Ed?! Non riesco a crederci! Chiamate un dottore! Ed si è svegliato!- inziò ad urlar elei correndo fuori dalla stanza.
Warner si mise a ridere, quel poco che poteva.
Tutto si stava sistemando, bisognava soltanto portar pazienza.
___

-Ma guardati, non riesci nemmeno a stare in piedi- lo prese in giro Mark.
-Guarda che ti tiro la stampella- rispose lui.
-Ma la volete smettere? Mi sembra di badare a due bambini piccoli!- rise Susan, chiudendo lo sportello.
-Tra un paio di minuti non sarà più un problema nostro... ci sarà qualcun altro a prendersi cura di lui!- disse Mark ammiccando a Ed.
-Sarà la settimana di convalescenza più bella della mia vita... con la mia ragazza che si prenderà cura di me, in tutti i sensi!- rispose lui, con tono malizioso.
Susan provò a trattenere una risata ma fallì miseramente, scoppiano a ridere, seguita dai due ex-Campioni della Toho.

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