L'inizio di tutto

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                       -Tu non fai parte della mafia, tu sei la Mafia. Devo arrestarti-

                             -Quando scopavamo non ti importava di chi fossi-

 ANNUNCIO:

QUESTA STORIA RISULTA ESSERE LA "SECONDA PARTE" DEL MIO PRIMO LIBRO CHE POTRETE TROVARE NELLE MIGLIORI LIBRERIE (non online) TRA POCHISSIMO! IL TITOLO SARà "LE SCELTE DELLA VITA". SPERO NE TERRIATE CONTO QUALORA VOLESSE ACQUISTARLO (annuncerò qui l'uscita e vi terrò costantemente informati riguardo gli sviluppi) PER SCOPRIRE COME LA TRAMA ABBIA PRESO QUESTA PIEGA

(Alcune parti saranno tratte dal primo libro)

Grazie per l'attenzione :)

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Mafia.

Quante volte vi sarà capitato di accendere la televisione e ascoltare, al telegiornale, un servizio sulla mafia; quante volte avrete letto su un qualsiasi giornale articoli inerenti questo argomento, magari con allegate delle interviste fatte dai redattori servizio a qualcuno di spicco in quel momento; quante volte, ancora, davanti alle parole dei più grandi personaggi noti per aver combattuto la mafia vi sono fermati a pensare a cosa avreste fatto voi se vi foste trovati al loro posto.

Di mafia, quindi, sentiamo parlare spesso, quasi quotidianamente.

Ma c'è qualcuno che si è mai chiesto cosa effettivamente essa sia?

Qualcuno ha mai provato a riflettere su cosa vogliano dire quelle cinque lettere che compongono la parola "mafia"?

Credo proprio di no.

E questo accade perché siamo continuamente costretti –passatemi il termine-a vedere tutto come qualcun altro (giornali, televisioni, telegiornali) vuole; ma in fondo, siamo veramente capaci di riuscire a pensare con la nostra testa senza farci influenzare da nessuno? Saremo capaci di farci una nostra opinione –non importa se questa sia giusta o sbagliata- su questo misterioso argomento che, ancora oggi, appare spesso come un tabù?

Fino a pochi anni fa, anche io ignoravo tutto ciò; ma poi la vita mi ha costretto ad aprire gli occhi ea fronteggiare una realtà diversa, una realtà della quale non mi ero mai accorta né curata, nonostante questa vivesse all'interno della mia casa e aveva accompagnato, fino a quel momento, la mia crescita -

Io non so come sia successo, ma in attimo tutto nella mia vita preso una piega, a mostrarsi com'era realmente.

A quel punto avevo davanti due strade: quella semplice del lasciarsi tutto alle spalle, o quella più complicata dell'entrare attivamente all'interno di tutto ciò,

Avrei potuto facilmente riprendere in mano la mia vita e fuggire, ma io sono una che ama perdere.

È così che sono riuscita a farmi largo in quel mondo e ad ottenere il nome con il quale sono tutt'ora conosciuta: l'Imperatrice.

E quel nome, nel mio paese, non si deve neanche pronunciare.

Ho subito molte ingiustizie e perso molte battaglie, ma la guerra non è ancora finita; e io sono intenzionata a vincerla, costi quel che costi.


Una delle prime che i genitori insegnano ai bambini, è il loro nome.

A questo proposito, cito l'articolo n.22 della nostra Costituzione, il quale enuncia il "diritto all'identità della persona tramite disposizioni di vario rango che assicurano ad ogni individuo il loro nome."

Per farla breve, tutti i cittadini hanno il diritto di avere un nome, un'identità propria e privata, che li contraddistingua.

E se ciò è vero, allora significa che a me questo diritto è stato, da alcuni anni a questa parte, negato.

Ormai, infatti, quando qualcuno chiede il mio nome, faccio fatica a ricordarlo, nonostante il rispondere a questa domanda dovrebbe essere istintivo per tutti; a me viene spontaneo presentarmi agli altri con l'appellativo con il quale sono conosciuta, almeno all'interno del mondo nel quale mi muovo: l'Imperatrice.

A volte, addirittura, fatico a credere che ancora qualcuno, escludendo i miei affetti più cari e vicini, ricordi il mio vero nome.

Vi starete chiedendo il motivo per il quale tutti mi chiamino in questo modo; la risposta è semplice: sono una delle poche donne a essersi fatta largo nell'ambiente mafioso, arrivando a tenere in mano la quasi totalità delle piazze di spaccio principali del territorio (no, non solo paese) nel quale vivo.

Una delle scrittrici che preferisco, Oriana Fallaci, in un suo libro scrisse una frase che mi ha da sempre affascinata: "Essere donna è così affascinante; è un'avventura che richiede tanto coraggio, una sfida che non annoia mai"; e io di sfide, durante il corso della mia vita, ne ho dovute affrontate tante, ma non ho mai concesso a queste di sconfiggermi del tutto: sono cadute tante volte, questo sì, ma mi sono sempre rialzata più forte di prima, continuando a lottare e facendo capire alla vita che, tra le due, la più forte fossi io.

Sono nata in un paesino dell'entroterra Siciliano (ma ciò non sta a significare che "la mafia è solo in Sicilia", poiché, durante il corso della mia vita, non ho mai sentito un'affermazione più assurda e ridicola di questa), La calda mattina di un lontano 9 Giugno, il giorno durante il quale si venera e festeggia San Efrem di Siria, all'interno di una famiglia abbastanza facoltosa.

Non voglio annoiare con dettagli troppo particolareggiati riguardo i miei genitori, nonostante credo che molte cose siano facilmente intuibili.

Forse ciò sembrerà scontato da dire -e sicuramente molti l'avranno già intuito-, ma la mia vita, o almeno la prima parte di essa, è stata quella che molte persone definirebbero ideale; avevo tutto: due genitori che mi amavano, una grande casa, tanti giocattoli e tutto ciò che serve a una bambina per essere felice.

Poi, un giorno, quando avevo da poco compiuto sei anni, arrivò il primo colpo.

Fu tutto così tanto  che, ancora oggi, faccio fatica a raccontarlo disponendo tutti gli eventi di quel periodo in ordine cronologico.

L'unica cosa che ricordo nitidamente, la sola che resterà per sempre impressa nella mia mente, è che quel giorno ci fosse il sole.

Potrà anche sembrare un particolare insignificante, un ricordo inutile, ma per me non è così; per molto tempo, infatti, il sole e il suo splendore mi hanno messo paura, come se, inconsciamente, associassi il bel tempo esterno a una disgrazia, un fulmine improvviso, che si sarebbe, di li a poco, intrufolato nella mia vita, sconvolgendo tutto.

Cercavate qualcuno con una paura strana, quasi impossibile da avere? Ecco, adesso l'avete trovata: ho avuto per molto tempo paura dei giorni sereni, del cielo limpido e del sole troppo splendente.

Fa strano pensare che una come me abbia paura di qualcosa di così "insignificante", ma ormai ho imparato a non dare nulla per scontato: l'ambiente mafioso è prettamente maschilista, ma io, una donna, sono riuscita a farmi valere forse meglio di quanto avrebbe potuto fare un uomo.

M sono sempre fatta in quattro affinchè tutto andasse sempre per il meglio -e garantisco che continuerò a farlo fino a quando un proiettile non mi strapperà dalla vita che ho a fatica costruito, ho dovuto abbandonare tutto ciò che avevo prima e sono stata costretta ad imparare tutto quello che so oggi partendo dal basso per evitare di essere etichettata come quella che "è arrivata qui solo grazie all'influenza del padre", ma oggi ho il costante timore che queste mie decisione possano influire sulla vita dell'unica persona per la quale avrei veramente mollato tutto: mio figlio, l'unico vero amore della mia vita.

Proprio per lui, per salvarlo, mi ritrovo in questa situazione: mi basterebbe ammettere di avere quello che i Costa vogliono da me, ma proprio quell'oggetto apparentemente così insignificante è l'unico che potrà garantire ad Andrea di continuare a vita serena; mi sarei fatta uccidere per lui? Sì, lo avrei fatto, e forse lascerò che ciò accada.

Non voglio più sperare che Luca mi salvi di nuovo, non ho più le forze per farlo. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2020 ⏰

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