Prologo

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La nostra storia non è iniziata come una fiaba. È iniziata con me che mi risvegliavo dal coma.

Allora la prima cosa che udii furono un mucchio di grida. Sentivo le mie gambe gelate, le mie braccia livide, il torso ardente. Vidi delle persone che si accerchiavano velocemente attorno a me. Inalai l'aria fresca.

Tra gli individui attorno al letto ce n'era uno solo che non aveva la divisa da medico. Gli altri non lo lasciarono parlare per primo. Mi dissero che era il sei febbraio, che avevo dormito per quasi sei mesi. Lui, invece, si chiamava Elliot e era il mio migliore amico. Parlava con voce dolce e soave, quasi stesse cercando di carezzarmi una guancia. Mi disse che era il diciassette agosto e che gli ero mancata. Che finalmente ero di nuovo viva, e che ero sveglia.

Ma i miei genitori no.

Dopo che mi svegliai, mi lasciarono qualche minuto per riprendermi. Ovviamente i minuti si trasformarono in ore. Mi disturbarono solo per farmi mangiare. Elliot tornò dopo due giorni, disse che avevo bisogno di respirare aria fresca. Vedere i suoi occhi mi ricordò che era tutto ciò che mi fosse rimasto, così iniziai a piangere. Piangevo in modo soffocato, con gli occhi chiusi e le labbra strette, i denti che si dividevano per liberare i gemiti di disperazione. Lui mi accarezzò i capelli, mi baciò la fronte, mi rassicurò come aveva sempre fatto. Non mi avrebbe lasciata andare.

Sarei rimasta insieme a lui. Mi avrebbe portata in salvo. Come in una fiaba. Mi asciugò una lacrima quando ricominciai a piangere.

Ed è stato lì, in quel momento di puro niente, che capii di essere innamorata di lui, del suo tocco e della sua voce. Sarebbe stato la mia salvezza. È la mia salvezza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2016 ⏰

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