Capitolo 19

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Mi guarda negli occhi e noto che è preoccupata, insomma se dico di si per lei sarà come se io fossi rinata o che almeno essere venuti qui sia servito a qualcosa, tuttavia se dico di no le verrà una crisi isterica, lei ci tiene tanto che io riapra il mio cuore, che io vada avanti, che io torni quella di prima, ma non succederà, non tornerò mai la ragazza spensierata che si lasciava andare a tutto, non tornerò la ragazza sempre positiva che rispondeva agli insulti con un semplice "fanculo", ci sarà sempre un pezzo di quella storia in me, forse come dice lei questa cicatrice diventerà sempre più piccola, ma non scomparirà mai e me lo sento, ci sarà sempre spazio nel mio cuore, nella mia mente e nel mio fisico per quella storia.

Rifletto su Trevor.

Non è il solito ragazzo che se la fa con tutte, il solito ragazzo che è solito usare le ragazze, il solito bad Boy delle storie americane, e i suoi occhi non sono di certo facili da dimenticare.

È stato stronzo con me e ancora non ne capisco il motivo, c'è qualcosa che si ostina a tenermi nascosto, qualcosa che probabilmente lo ha distrutto, che lo ha reso il ragazzo di adesso. Penso a tutto quello che è successo, tutto quello che ho provato ed è tutto indirizzato in una parte, ma non può essere, non sono pronta.

Non ti tradirò mai

Questa frase mi rimbomba nella testa e mi sento scoppiare, ne ho abbastanza dei sensi di colpa, del senso di nausea che provo se mi sento bene, se sono allegra, se semplicemente rido, ne ho abbastanza degli attacchi di panico, dei pianti, delle mie crisi, di stare in bagno ore e ore, e sopratutto di ritrovarmi sempre qui, di tornare sempre all'inizio, di fare un passo avanti e cento indietro.

Mi sento male, mi sento uno schifo, ci sono giorni in cui mi convinco che la colpa non è mia, che è capitato ma non perchè io lo volessi, semplicemente a questo mondo ci sono delle persone di merda che non si rendono conto delle conseguenze di un loro piccolo gesto;

poi ci sono giorni in cui proprio non va, in cui sono convinta che la colpa invece sia mia, che non avrei dovuto lasciarmi andare, che non avrei dovuto permettere loro di fare quello che invece mi hanno fatto, mi sento così male che anche fare un piccolo gesto come andare in bagno o semplicemente allungare un braccio mi fa sentire come se io non lo meriti, che io non mi meriti di stare qui, che non meriti di ricominciare, che io non meriti di respirare.

Fino a qualche settimana fa la mia vita si riduceva e sensi di colpa e poi è arrivato lui, Trevor, che con un solo sguardo, che solo toccandomi è riuscito ad abbattere quello che mi ero creata, e questo mi mette a disagio, mi da un senso di ansia, non è un ragazzo normale c'è qualcosa in lui che non va, qualcosa in lui si è rotto lasciando spazio al buio, lasciando spazio al dolore, al menefreghismo e infine alla voglia di sparire, di non essere mai esistito.

Mi giro verso Becky e scuoto la testa lentamente- "Parla Layla"- fosse facile Becky, deglutisco- "Non lo so Becky è difficile da spiegare, non lo so davvero, non mi piace l'effetto che ha su di me, non ci posso fare nulla lo so, ma non mi piace lo stesso, quando sono con Trevor è tutto un po' più bello, sembra più facile da affrontare il mondo, tra le sue braccia mi sento protetta ma indifesa allo stesso tempo come se sapessi che non può farmi del male, che mi proteggerà, ma allo stesso tempo che possa farmi del male, che da un momento all'altro possa impazzire, quando mi urla contro non sembra lui, non è il Trevor che mi abbraccia, con le sue possenti braccia da urlo- a quella affermazione ridacchiamo entrambe- insomma è come un'altra persona, come se avesse un lato cattivo che da un momento all'altro potesse in qualche modo influire su tutto quello che abbiamo creato, e io non voglio che accada questo..."- concludo con la voce incrinata.

Una lacrima mi riga la guancia ma Becky non le permette di andare avanti ascuigandola con il pollice- "Forse non è così o forse lo è, ma va bene così, sono sicura che qualunque cosa lui abbia, che non lo lascia andare avanti, insieme lo supererete-"- la blocco- "È questo il problema è quell' "insieme" che non va, non riuscirò a stargli dietro guardami- le dico indicandomi- ti sembra una che possa aiutare le persone? Ti sembro in grado di aggiustarlo? Non riesco ad aggiustare me, come potrò farlo con lui? Ho promesso che non lo avrei lasciato e me ne sto seriamente pentendo, non ne sono in grado Becky..."- continuo piangendo in silenzio- "Ehy guardami, guardami- dice alzandomi la testa con le dita- io ti conosco e sei cotta sorella, hai paura per lui e in generale per voi, ce la farete eccome, tu aiuterai lui e lui aiuterà te, sono sicura che ce la farete, dopo tanto tempo sei riuscita ad aprirti, hai permesso a Trevor di starti accanto e mi hai detto che riesce a calmarti solo toccandoti, qualcosa significherà, devi provare Layla, non ti puoi arrendere in partenza"- afferma.


"Ma io ho già perso, ho perso due anni fa quando non sono riuscita a dire la mia, ho perso quando ho lasciato andare tutto, compresa me stessa Becky. Mettiamo che io ora provi a fare quello che mi stai dicendo ma quando gli dirò tutto come credi che la prenderà? Non mi accoglierà a braccia aperte, guardiamo in faccia la realtà per una volta, non c'è più nulla per me, non me lo merito"- ribatto- "Non è così Layla, non è stata colpa tua, quante volte te lo devo dire? Rispondi a questa domanda per favore: Lo avresti mai fatto se fossi stata te stessa?"- ribatte- "Becky non è questo il punto, non avrei comunque dovuto lasciarglielo fare, cosa non capisci?"- le dico per l'ennesima volta facendo sospirare entrambe.

"Layla non eri cosciente, se fossi stata in te non lo avresti mai fatto"- dice Becky alzandosi dal letto, inizia a camminare su e giù per la stanza mettendosi le mani nei capelli- "Ascoltami, hai passato gli ultimi due anni a distruggerti, non hai mai cercato di andare avanti, non mi dire di si non lo hai mai fatto, hai sempre pensato a quello che è successo, hai sempre pensato a come farla finita, non hai lasciato nessuno vicino a te, ho sempre finto che questa cosa mi andasse bene ma ora basta, non ce la faccio più a vederti così, vedere che ti distruggi sempre di più, hai bisogno di qualcuno al tuo fianco, e non persone come me o la tua famiglia hai bisogno di un amore sincero, di un amore che è in grado di farti rialzare, e tu lo hai trovato, non importa quanto sarà doloroso o quanto sarà complicato ci devi provare e lo farai"- mi dice piangendo e puntandomi un dito contro. Rifletto sulle sue parole e in effetti ha ragione.


Corro verso di lei e l'abbraccio forte per la vita- "Grazie"- dico ormai inondata di lacrime- "Ti odio"- dice lei stringendomi forte.

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