22- Scappare

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Il viaggio di ritorno a casa fu sereno. Mio padre non osò rivolgermi parola, guidava con attenzione e io ascoltavo la musica, cercando di isolarmi dal mondo intero.
Avevo sbagliato tutto.
Avevo sbagliato a pensare di potercela fare con lui e, soprattutto, avevo sbagliato a scappare dai problemi come fanno i codardi.
Io ero una codarda. E non facevo altro che commettere errori, con tutti.

Dopo due ore chiusa in auto, a rimurginare sugli ultimi avvenimenti della mia fantastica vita, papà accostò davanti casa.
Mi impedì di scappare però, perchè, poggiando una mano sulla mia spalla, mi fece capire che doveva parlarmi.

<<Jessica, mi permetti di parlarti un secondo?>> chinai la testa, ma annuii.
<<Io so di aver fatto tanti errori con te in passato, ma speravo davvero di recuperare quel briciolo di rapporto. Perchè non ci hai provato? Non vuoi farlo?>> il suo sguardo trasmetteva tanta malinconia. Mi guardava in attesa di risposte e intravidi anche una leggere scintilla di speranza nei suoi occhi chiari.

<<Papà, mi dispiace, ma non ce la faccio. Tu non hai idea di come io sia stata in tutti questi anni. Ti sognavo tutte le notti, erano incubi spaventosi, e quando mi svegliavo piangevo disperatamente. Non puoi pretendere questo da me. Nonostante mi sforzi, stare in casa con te non ha fatto altro che incrementare il mio malessere. So che non puoi capirmi, non ci sei passato, ma fidati che è davvero difficile riuscire a guardarti con occhi diversi>>
Avevo aperto il mio cuore e parlato con tutta la sincerità del mondo. Continuava a fissarmi, abbastanza stupito da tutto ciò che avevo detto.
Probabilmente le mie parole lo avevano ferito, ma nulla poteva essere paragonato al dolore che mi aveva afflitto lui.

<<Capisco>> disse solo, dopo aver riflettutto sulle mie parole <<Puoi andare. Sappi solo che mi dispiace, e che puoi vedere Faith quando vuoi>>
Faith mi sarebbe mancata davvero. Lei era la mia sorellina e le volevo bene. Mi sarebbe dispiaciuto dovermi allontanare da lei, quindi avrei fatto di tutto per continuare a vederla.

Lentamente uscii dalla macchina, caricai in spalla il mio zaino e entrai in casa.

<<Jess, tesoro!>> mamma mi corse incontro, abbracciandomi stretta, come se non mi vedesse da anni. La strinsi forte anche io perchè mi era mancata, nonostante fosse passato poco tempo.
Anche Michael mi abbracciò calorosamente.

Quando si allontanò per tornare in cucina mi rivolsi a mia madre.
<<Tyler?>>

<<È uscito presto questa mattina e non è ancora tornato>>

<<Ah, capisco>> presi mia madre per mano e ci recammo insieme in camera mia. Chiusi la porta, lasciai lo zaino a terra e poi mi sedetti sul mio comodo letto che tanto mi era mancato <<sai, abbiamo litigato>> raccontai. Era la prima volta che sentivo di potermi sfogare con qualcuno. 

<<Quando?>>

<<Prima che andassi via. E' per questo che sono scappata, come una vera fifona. Ha provato a chiamarmi, ma io non ho risposto. Non so nemmeno perché>> 

Mamma prese posto accanto a me. Mi sentii improvvisamente più libera, perché adesso sapevo di non dover tenere tutto dentro. Mi strinse a sé, un abbraccio caloroso, che mi fece sentire subito a casa. Lei era la donna più importante nella mia vita e avevo sbagliato a seguire l'uomo che aveva rovinato la vita a entrambe. Voleva soltanto un matrimonio felice, pieno di amore, e invece lui aveva demolito ogni suo sogno. Non meritava niente, tantomeno il mio perdono. 

<<Tesoro, sono sicura che tutto si risolverà>> 

<<Questa volta non credo. Ed è tutta colpa mia>> subito i ricordi della nostra terribile discussione mi tornarono in mente. Il suo sguardo deluso, triste. Il suo tono di voce arrabbiato, pentito. Già, sicuramente era pentito di aver perso tempo con me, che non lo meritavo affatto ed ero davvero confusa. Lo facevo stare male e, nonostante continuassi a negarlo, provavo attrazione nei confronti di Ethan. Dovevo chiarire ogni mio dubbio, così non avrei fatto soffrire nessuno. 

Il Mio Amato Fratellastro 2: Quando Tutto CambiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora