la fuga

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Trascorse qualche ora e stranamente la nonna non arrivò. Iniziai a preoccuparmi. Valutai l'idea di scavalcare dalla finestra ma era troppo rischioso a causa del numero alto di guardie di sotto. Inoltre ero molto goffa. Sarei sicuramente caduta. Un urlo spezzò il silenzio che mi aveva accompagnato fino a quel momento. Corsi alla porta e tesi l'orecchio. Un attimo dopo quella si aprì e la nonna mi prese per mano, tirandomi via. Era sporca di sangue, per cui non capivo cosa stesse succedendo.
"Nonna dove stiamo andando? Me lo spieghi? Rallenti il passo per favore?" chiedevo timorosa.
"Non abbiamo tempo" rispose, schiacciando un pulsante rosso sul muro.  Si aprì una specie di passaggio segreto che portava nei sotterranei del palazzo. La nonna mi spinse lì dentro. Le porte si chiusero.
"Non lo troveranno, il sistema riconosce l'impronta... Ho fatto bene a dire a mio figlio di inserirlo..." parlava tra sé e sé con le labbra che tremavano.
"Nonna di chi è quel sangue... Per favore..." la supplicai di dirmi la verità. Lei chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
"I tuoi genitori sono morti. Durante il matrimonio dei banditi travestiti da invitati sono entrati a palazzo. Hanno fatto razzia. Prima che potesse sposarsi, hanno rapito Aric. Tuo padre è stato accoltellato. Tua madre invece stava per essere scortata fuori e..." nonna Attenia si fermò un attimo per prendere aria. Mi portai una mano al petto scioccata.
"Devi essere forte Nehmra. Devi vendicare la morte dei tuoi genitori. Da oggi in poi Toriiaka ha bisogno di te".
"Ma come farò a salvare il mio popolo? Sono solo una ragazza giovane e inesperta..."
"Saprai fare le cose giuste al momento giusto, nipote mia. Un giorno vicino capirai le mie parole..." terminò il discorso prima che le porte potessero riaprirsi. Attraversammo gli scuri sotterranei utilizzando una piccola torcia elettrica. Quando giungemmo fuori, l'impatto con la luce esterna mi provocò dolore agli occhi.
"Dove siamo?"
"Molto lontano dal palazzo, dobbiamo cercare una carrozza che ci porti nella regione di Nervedi. Seguimi!" ordinò la nonna, camminando verso nord. Il tragitto durò trenta minuti, finalmente trovammo una carrozza che era appostata a un lato della strada. Trasportava mangime per bestiame, mia nonna si accorse che lo stemma era quello della nostra città. Era partita dal castello prima dell'assalto dei ribelli.
"Mi scusi buon uomo... Cerchiamo un passaggio per Nervedi, sono una misera vecchia e questa è la mia piccola nipote. Posso pagarla profumatamente". La nonna aprì un fazzoletto che conteneva una collana di perle e diamanti. L'uomo si voltò di scatto. Si stava abbeverando alla fontana. Sì pulì la bocca e sorrise con uno sguardo arrapato.
"Posso portare soltanto una di voi, la mia carrozza è piena di sacchette" annunciò. La nonna mi guardò e già capii le sue intenzioni.
"No. No. No. No. Non ti lascio, nonna, non ti lascio. Sei l'unico familiare che ho! Come potrei? No. No". Nonna Attenia mi attirò a sé con le sue braccia robuste. Mi accarezzò la schiena come faceva di solito. Quella volta però la sua presa era forte. Quasi mi imponesse di non muovermi. Mi mancava l'aria ma non lo feci. Aspettai quel colpo dietro la nuca che mi stordisse e atterrasse piuttosto che pensare a come liberarmi. Una parte di me già se lo aspettava. Da quando ero giunta a Toriiaka erano successe solo cose brutte. Il potere è qualcosa di negativo. Il potere comporta delle responsabilità. Ed infine, la cosa peggiore, il potere ti fa avere amici ma anche molti nemici. Per cui se non sai gestirlo, la tua vita finisce in mani sbagliate.

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