"Chi?"
Domanda Andrew, avendo capito il significato della parola 'nonno'.Sposto un attimo lo sguardo incontrando il suo un po' incerto, e gli ammicco un sorriso, facendogli capire che è tutto ok.
"Ciao nonno"
Mi avvicino e lo abbraccio. Lui mi stringe a sé, lasciandomi un bacio."Fatti guardare tesoro"
Si allontana e mi prende una mano, facendomi fare una giravolta.
"Sei bellissima, e somigli tantissimo a tua nonna quando era giovane"Stringo le labbra tra loro e sorrido.
Mi osserva qualche secondo prima di posare lo sguardo sul ragazzo dietro di me, che sta squadrando l'uomo che ancora stringe la mia mano."E questo bel ragazzo?"
Nel suo sguardo non vedo la cattiveria che leggo negli occhi dei miei, solo tanta sincera curiosità.
Prendo la mano del mio coinquilino e lo porto più vicino a me, felice che stia finalmente conoscendo le persone importanti della mia famiglia, e non quelle superflue."Nonno, lui è Andrew"
'Il mio ragazzo' vorrei aggiungere, ma non so se Andrew vorrebbe essere etichettato in questo modo; in realtà non abbiamo mai chiarito cosa ci sia concretamente tra di noi nonostante in fin dei conti sembri scontato."Andrew, piacere. Sono Arthur Reed."
Gli porge la mano.
"Americano?"
Gli chiede, iniziando a parlare in inglese."Canadese"
Risponde Andrew, ricambiando la stretta di mano."Canada, bella. Ci sono stato un paio di volte per affari"
I due iniziano a parlare mentre io di sottecchi lancio uno sguardo a mia madre, e dalla sua postura rigida capisco quanto sia infastidita dal vedere il proprio padre intrattenere una conversazione pacifica con me ed Andrew. Ancora mi chiedo come sia possibile che da due persone così gentili sia potuta nascere quella donna.
"Come va l'università tesoro?"
Richiama la mia attenzione mio nonno."Molto bene, sono in anticipo in realtà, tra pochi esami avrò completato il secondo anno di psichiatria"
Sono orgogliosa di me stessa, lo ammetto."Quindi diventerai davvero una psichiatra?"
Mi domanda lui con un sorriso che apparentemente potrebbe sembrare genuino, ma in realtà è abbastanza indispettito."Nonno ti prego"
Abbasso il tono di voce, implorandolo con lo sguardo di cambiare discorso. Ed è proprio in quel momento che capisco perchè vado più d'accordo con mio nonno paterno.Lui beve un sorso di champagne mentre io sposto lo sguardo su Andrew, che mi stringe un fianco e mi chiede mimando se va tutto bene. Annuisco e accenno un sorriso. Poi mi ricordo del fatto di dover chiedere a mio nonno una cosa
"Sei stato tu a pagare il mio abbonamento televisivo, vero?"
Chiedo, ma più che una domanda è suonata come un'affermazione. Lui continua a guardare intorno a sè con fare annoiato, ma un angolo delle sue labbra si piega in un sorriso."Quale abbonamento?"
Domanda il mio coinquilino alternando lo sguardo tra noi due."Non ti sei mai chiesto perchè nel nostro appartamento si possono vedere anche dei canali italiani?"
Alzo le sopracciglia divertita.
Il suo sguardo si illumina
"Quindi è colpa sua se quando cerco i canali radio ci sono solo canzoni italiane"
Esclama facendomi ridere. E' vero, si è lamentato di questo più volte, ma era troppo divertente vederlo in crisi, quindi non gli ho mai detto che l'impostazione poteva essere annullata."Grazie nonno"
Sorrido a mio nonno, che a sua volta ci guarda divertito.
"Già, grazie Arthur"
Ammicca in maniera scocciata Andrew."Bene ragazzi, ora devo proprio andare a fare quale discorso noioso con quale persona noiosa"
Parla mentre alza il calice in direzione di un gruppo di uomini.
"Divertitevi"
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...