Capitolo 42 (Stronza)

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"Michael..."

"Ciao bellissima..."
"Ehm...non- non avevi il turno?"
"Si ma ho staccato prima per venire a vedere come stessi" senza che potessi accorgermene, mi lascia un bacio sulle labbra, a cui subito mi tiro indietro, sapendo molto bene della presenza di Zulema alle mie spalle.
"Non credo che ci siamo presentati" dice l'araba affiancandomi.
"Sono Zulema, piacere..." nemmeno si sforza di allungare una mano, in segno cordiale, ma stiamo parlando di Zulema e beh...Zulema è Zulema.
La guardo, cercando di chiedere pietà, ma sul viso ha un sorriso tirato, palesemente ironico, con le mani nelle tasche e i suoi occhi sono fissi in quelli azzurri cristallo del ragazzo, che improvvisamente ricorda ciò che gli avevo detto mesi fa.
"Aspetta...tu sei..." Michael guarda prima lei, e poi riguarda me, sorpreso e scioccato al tempo stesso.
"Cazzo" sussurro mettendomi una mano sulla fronte, volendo scomparire.
Michael sapeva di Zulema già da tempo, gliene avevo parlato una sera dei primi giorni. Mi aveva trovata a piangere e mi ha aiutata, lasciandomi sfogare. Gli ho raccontato di quanto dolore avessi dentro in quel momento e di quanto mi mancasse il mio scorpione.
L'amore della mia vita.
Mi mancava come l'aria, e quando ho trovato una mano tesa, in segno di aiuto, non ho rifiutato e l'ho afferrata, nonostante l'esitazione. Dopo non ne abbiamo più parlato, infatti mi sorprende come si sia ricordato subito del nome della mora.
Lui ha cercato di darmi quell'aria che mi mancava, che mi stava facendo soffocare ogni giorno di più, come una lenta tortura. Ha cercato di rimettere insieme i pezzi del mio cuore, che si erano frantumati in un secondo, con semplici parole pronunciate attraverso un freddo telefono. Ma non è mai riuscito a farmi respirare di nuovo. Non è mai riuscito a regalarmi tutto quello che io stavo aspettando. Cercavo in lui, l'amore che provavo per Zulema, ma non sono mai riuscita a trovarlo. Ogni volta che scopavamo, perché per me è sempre stato solo quello: sesso, la mia mente partiva, e viaggiava a mesi prima, quando a toccarmi erano le mani della persona più importante che avessi mai incontrato.
Vengo riscossa dai miei pensieri, quando Michael mi afferrò brusco il braccio.

"È lei? L'amore da cui non ti riuscivi a riprendere? L'amore che tanto ti aveva distrutta quel giorno, facendoti accasciare al suolo per il dolore?"
Vedo l'espressione di Zulema addolcirsi lievemente per due secondi circa, per poi fissare la mano del ragazzo intorno al mio braccio. Serra la mascella e vedo il suo respiro accelerare. Conosco molto bene la gelosia di Zulema e so che potrebbe fare una stronzata da un momento all'altro.
Strappo il mio braccio dalla sua presa, non così forte, e sussurro alla mora.
"Zule...puoi aspettarmi dentro?"
"Certo che no Rubia" mi guarda avvicinandosi al mio viso e io deglutisco, prevedendo un gran casino. Mi giro a guardarla, e questo mio gesto, rivela a Michael il grosso succhiotto che segna il mio collo.
"Che cazzo..." mi gira ancora di più il viso, guardandolo e leggo rabbia nei suoi occhi. Rabbia mista a delusione, credo.
"Quello è un cazzo di succhiotto?"
"Ehm...Micha-" vengo interrotta da una risatina sbuffata dell'araba.
"Vedessi quello che ha sotto i vestiti" sussurra Zulema. Le lancio un'occhiata di fuoco, portando subito una mano sulla macchia violacea, sfiorandola con le dita.
"Ascolta io..."
"No senti Macarena vaffanculo!" Mi urla contro e un qualcosa si spezza dentro di me. Nonostante tutto questo, è stato importante per me. Non lo amo, ovviamente, ma provo affetto verso di lui. Mi ha aiutata in questi tre mesi e ho trovato in lui una forte amicizia. Mi dispiace che abbia scoperto di Zulema così, non volevo che venisse fuori in questo malo modo, ma credo che fosse inevitabile.
Si gira, rabbioso, e si dirige via dalla casa, voltandomi le spalle. Lo seguo, sentendo la sabbia calda sotto i miei piedi e lo afferro per la spalla, cercando di fermarlo, ma un forte schiaffo mi fa voltare il viso. Mi tocco il naso, da cui scende un leggero rigolo di sangue.
Lo guardo scioccata e sento la mia faccia formicolare, mentre le lacrime mi occupano la vista.

"Tu sei morto" vedo Zulema dirigersi furiosa nella sua direzione, ma io mi metto davanti a lei, bloccandola.
"Spostati" mi sorpassa, ma io la blocco nuovamente, posizionandomi davanti al suo corpo e prendendole il viso tra le mani.
"Zulema ti prego" una lacrima mi riga il volto e lei mi guarda, per poi fare un sospiro e annuire.
"Non me ne vado però" afferma con grinta, mentre io annuisco e guardo il ragazzo di fronte a me.
"Okay..." mi avvicino, un po' titubante, nonostante sappia bene che me lo merito.
"So di meritarlo, ma ti prego...ascoltami"
"Ho ascoltato abbastanza puttanate"
"Non sono puttanate cazzo! Michael ora devi ascoltarmi!" Alzo la voce e lui subito si blocca, vedendomi piangere. Sospira e poi guarda Zulema al mio fianco, rabbiosa.
"Non le farò niente, però lasciaci"
"Credi di essere nella posizione di darmi ordini?" Dice Zulema rabbiosa avvicinandosi a lui.
"Zulema zulema zulema..." la prendo, fermandola nel suo avanzamento e le prendo un'altra volta il viso a coppa tra le mani.
"Ti prego" mi guarda per alcuni secondi, alternando lo sguardo da un occhio all'altro, per poi guardare lui. Mi scansa e si avvicina lentamente al ragazzo.
"Zulema"
Alza una mano, davanti alla mia faccia e si avvicina al viso di Michael, che non sembra intimidito da lei.
"Tu prova a toccarla e-"
"Non le farò niente" mi guarda, dopo aver staccato gli occhi dal ragazzo, e sorride, un po maliziosa, forse, e mi lascia un bacio a stampo, per poi andarsene.
Mi giro, guardando andare via la donna che ha appena marcato il territorio in modo impeccabile. Per quanto mi faccia felice da un lato, vederla cosi e soprattutto riaverla, dall'altro mi sale la rabbia per il suo comportamento, perché mi dispiace per il ragazzo che non ha fatto altro che innamorarsi della persona sbagliata. Di una persona che aveva già il cuore occupato, seppur rotto.
"Possiamo parlare senza che tu urli o che mi schiaffeggi? Tanto Zulema non se n'è andata" faccio cenno all' araba seduta sullo sdraio, con una sigaretta in mano, che osserva da lontano la scena.
"Non mi fa paura, e comunque si...ti ascolto"
"Primo ti dovrebbe spaventare..." sorrido a quell'affermazione e poi mi asserisco nuovamente.
"Secondo...grazie" annuisce, per dirmi di continuare a parlare ed è quello che faccio. Abbasso la testa, guardando le mie mani che girano l'anello al mio dito, cercando le parole giuste.

Cosa mi porta ad amarti? -Zurena-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora