RISVEGLI TURBOLENTI

11 1 0
                                    

La mattina dopo Albus si alzò, ancora sconvolto da ciò che aveva visto e ascoltato la notte prima: Cedric umano, la McGranitt preoccupata, Rose triste e...Agatha!
Doveva assolutamente correre in infermeria ad accertarsi delle sue condizioni, perciò, non appena finì di vestirsi, scese e, al posto che andare nella Sala Grande andò in infermeria.
Varcata la soglia vide di nuovo Cedric, che ancora piangeva, stavolta però sottoforma di fantasma.
Il fantasma si accorse di lui e alzò lo sguardo, era triste e frustrato e Albus, in quel momento, temette il peggio.
"Albus, vai via! Devi fare colazione e andare a lezione! Sparisci! Ora!" gridò Cedric affranto.
Il ragazzo lo ascoltò e andò a mangiare, anche se di cibo proprio non ne voleva sapere.
Passò tutta la giornata a pensare ad Agatha, e, quando finalmente le lezioni terminarono, non si fece scrupoli e si precipitò con un missile in infermeria.
Entrò, stavolta con Agatha non c'era nessuno, e così decise di sedersi sul suo letto, accanto a lei.
Iniziò a parlarle, come se fosse stata lì, in piedi, e stesse ridendo come era suo solito fare.
Sentì le risate di Agatha, sì, quelle gioiose che ti rimangono impresse non nella mente, ma nel cuore, e man mano che andava avanti le sentiva sempre meglio, sempre più nitide, come se la sua amica in quel momento fosse sveglia e stesse ridendo.
Ma ora non sentiva solo la sua risata ma anche la sua voce che lo chiamava, che gli diceva di smettere di farle il solletico e Albus ripensò a quando una settimana prima avevano giocato a battaglia di solletico, e Agatha si era messa a ridere come una matta anche solo quando lui l'aveva sfiorata con un dito.
Albus in quel momento capì cosa intendevano sua madre e suo padre quando dicevano che non riuscivano a fare a meno dei loro amici, l'unica cosa che lui voleva in quel momento era che Agatha fosse di nuovo lì, in piedi, ed avrebbe dato qualsiasi cosa purché questo accadesse.
Ad un certo punto un movimento sotto la sua mano, appoggiata al petto di Agatha, lo esternò dai suoi pensieri e fu lì che si rese conto che quelle risate provenivano proprio dalla sua amica che gli stava chiedendo di smetterla di tamburellare la mano si di lei siccome le faceva solletico.
Il ragazzo di alzò di scatto, più felice che mai di vedere la sua amica, e, prime che lei avesse la possibilità di parlare, corse a chiamare i suoi amici, Cedric, la McGranitt e Madame Longbottom.
Arrivati tutti Agatha fece un sorriso a trentadue denti, ma, vedendo la McGranitt ed essersi osservata il braccio, la sua felicità tramutò in terrore.
"Non-non avete curato la ferita vero?!" chiese spaventatissima, come se cercasse di nascondere qualcosa mentre infilava il braccio sotto le coperte.
"No Greens, la tua ferita è magica, vedrai che al massimo tra due giorni si sarà completamente rimarginata" rispose Madame Longbottom.
"Signorina, se si sentirà meglio, magari tra un paio d'ore, venga nel mio ufficio, devi chiedere un paio di cose" disse calma e ospitale ma McGranitt e detto ciò gridò "Umanas Corpus!" e puntò la bacchetta verso Cedric che acquistò di nuovo quella sorta di corpo che Albus aveva visto la notte prima, salutò la combriccola e uscì.
Tutti rimasero un secondo stupiti ma Cedric spiegò loro che la magia era temporanea e, non perse altro tempo per andare ad abbracciare la sua amica che ora si era alzata.
Le diede un bel bacio sulla fronte e se la strinse al petto più forte che potè, dopodiché lasciò che anche gli altri la abbracciassero.
L'unico rimasto fermo immobile era James, che da quando aveva rivisto Agatha non aveva proferito verbo, e tutti si girarono verso di lui, era evidentemente teso e scosso.
Uscì di fretta ed Agatha e Albus gli corsero dietro.
I due si fermarono a un paio di metri da James che ora si trovava davanti a Henry Bloodly, un ragazzo Serpeverde della sua età, il suo più grande rivale.
"Ma guarda Potter, ora corri dietro ad una stupida primina? Wow, davvero molto sorprendente...ovviamente non per uno come te!" disse Henry in tono di sfida e dopo si rivolse ad Agatha, che intanto si era avvicinata a James, con un sorrisetto beffardo:"Non te l'ha detto nessuno che una primina non deve frequentare i suoi superiori?" "Oh, sì, me l'hanno detto, mi hanno detto che non devo parlargli, soprattutto ai vermi come te, che al posto di essere miei superiori strisciano ai miei piedi!" gli rispose lei con profondo disprezzo.
Henry rimase immobile per una manciata di secondi dopodiché tirò fuori la bacchetta dicendo a denti stretti:"Bene, tu credi tanto forte eh?! Vediamo se lo penserai ancora dopo questo!" detto questo alzò la bacchetta pronto a scagliare l'incantesimo, e Albus vide James irrigidirsi.
Ma non appena il ragazzo ebbe contratti le labbra per pronunciare la magia, Agatha prese la bacchetta, la alzò in aria e con un gesto deciso e sicuro urlò:"Crucio!", un lampo di luce dorata guizzò dalla sua bacchetta e, in men che non si dica, Henry si trovò scagliato dall'altra parte del corridoio dolorante, che gridava dal dolore.
Agatha lo raggiunse, e si mise a ridere, una risata malefica, Albus sconosciuta,un ghigno malefico le pervase il viso e un bagliore insano percorse il suo sguardo.
"Bene, bene, chi è adesso quello che faceva il gradasso?!" gli chiese senza smettere di ridere ai gemiti del ragazzo che ora si contorceva sul pavimento.
Sembrava soddisfatta del suo lavoro, quasi compiaciuta dalle grida del suo avversario.
Albus per un momento non la riconobbe più, non poteva credere ai suoi occhi: Agatha Greens, una delle sue migliori amiche, gentile, simpatica ed emotiva, era lì, che sovrastava un ragazzino a cui aveva scagliato una maledizione senza perdono, che rideva delle sofferenze dell'avversario; quella non era Agatha, quella non era la sua amica.
"Aggie, basta! Ma non vedi come sta male?!" le disse preoccupato, "Hai ragione Albus, forse per oggi mi sono divertita anche abbastanza" e con un rapido gesto della mano, e un'espressione di superiorità in volto, Agatha eliminò le sofferenze di Henry.
"Gra-grazie" disse lui sconvolto una volta ripresosi, "Ma ricorda, caro Henry Bloodly, che se ti prenderai di nuovo gioco di me o dei miei amici, io questa maledizione te la lascierò per l'eternità, e ti lascerò marcire sotto un albero, ricordatelo perché non è una minaccia: è una promessa!" gli disse lei con fare minaccioso, poi girò sui tacchi e si diresse verso l'ufficio della McGranitt.
Albus la seguì con lo sguardo, finché lei non sparì dietro ad un pilastro con un quadro che raffigurava un vecchio signore intento a fumare la pipa.
Girò lo sguardo verso suo fratello che, anche se ormai i ragazzi di Serpeverde se ne erano andati, era ancora immobile, con il volto carico di tensione e le guance tutte rosse.
"Hey James?" disse piano Albus, e fu solo lì che io fratello scosse il viso e si voltò verso di lui.
Gli occhi azzurri si erano dilatati e stava evidentemente per piangere, si vedeva che quello che Agatha aveva fatto l'aveva spaventato moltissimo.
"A-a-lbus, la tu-tua ami-mi-ca-ca mi-mi-mi ha difeso..." disse lui con incredulità, "Eh certo che ti ha difeso, sei anche tu suo amico, e comunque Henry l'aveva presa in giro quindi ha fatto bene, anche se poteva evitare la maledizione Crociatus!" gli rispose Albus, anche lui non ci voleva credere.
Accompagnò il fratello verso la sala comune Grifondoro e lì trovarono Rose, impaziente di sapere dove fossero stati e dove fosse Agatha.
I ragazzi decisero di non dirle dell'incantesimo della loro amica e decisero di tagliare corto con un:"Devo andare a fare la doccia", cosa in realtà vera.
Scesi in Sala Grande i due fratelli Potter videro Agatha, che stava discutendo animatamente con un'altra ragazzina di Tassorosso, aveva la carnagione colore dell'ebano, capelli ricci neri e indomabili e un viso molto bello, nel complesso era molto carina.
Quando finirono di mangiare Agatha si precipitò verso di loro trascinando la ragazzina con cui stava parlando a cena.
"Ragazzi lei Riley, Riley Honeybloom, è nella mia classe, siamo amiche da un po' così stasera ho deciso presentarvela, è molto simpatica ed educata, è solo un po' timida è per questo che non parla, vero Riley?" disse Agatha, la ragazza annuì e strinse la mano a tutti.
Quando fu il suo turno, Albus, vide ancora più da vicino che la ragazza era veramente molto bella e anche amichevole e non ci pensò due volte a farle un bel sorrisone.
"Aggie, io vado, devo assolutamente incontrate Remus e Ninfadora, per quello che tu sai...vuoi venire e invitarli per caso? Mi farebbe piacere mostrare loro il mio talento, sembrano davvero simpatici!" esclamò Riley, anche la sua voce, notò Albus, era stupenda.
"Cosa era oggi? Oddio mi sono dimenticata, non ho fatto nemmeno paratica, vabbè, si vedrà..." le rispose Agatha.
"Ehm, scusa Riley, ma io devo andare dai miei amici..." disse James e Riley gli disse che non c'era problema, così i due si sorrisero e James se ne andò.
Gli altri quattro invece seguirono Riley, fino ad una classe buia e vuota, nascosta da tutte le altre.
Dentro questa classe c'erano due fantasmi, un uomo e una donna donna, evidentemente quelli di cui prima le due ragazze avevano parlato.
"Ah, avete portato anche la compagnia!" esclamò il signore, e la donna al suo fianco disse:"Piacere, io sono Ninfadora Tonks e lui è mio marito, Remus Lupin" e detto questo fece un cenno col capo ad Agatha e Riley andarono verso un armadio e si tolsero il mantello, che, evidentemente era d'intralcio.
"Bene Riley parti tu" disse Remus, e la ragazze trasse un profondo respiro.
Il suo corpo comincio a deformarsi e ad allungarsi sempre di più, finché, al posto di Riley Honeybloom non ci fu Scintilla, un bellissimo cavallo marrone chiaro, con la criniera nera e folta.
Dopodiché Riley si ritrasformò, sfinita e fu il turno di Agatha.
Ninfadora e Remus fecero apparire un unicorno e un Ippogrifo ed Agatha, iniziò a parlare con loro in una lingua tutti sconosciuta, indusse i due animali a fare il suo volere e infine li premiò con una carezza.
Tutti applaudirono le due ragazze, e decisero di tornare nei dormitori.

Albus Severus Potter e le bacchette gemelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora