Capitolo 8.

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Sono passati tre giorni da quando ho finito la punizione,ho chiesto un'altra cella e fortunatamente sono stata accontentata. Avrei preferito condividere la cella con Nad o Silvia,ma la direttrice mi ha messa da sola,ma va sempre meglio di prima. Adesso dormo tranquilla,a differenza delle notti precedenti in cui avevo la costante paura che la rossa potesse fare qualcosa contro di me durante la notte,dormo un po' di più e le mie occhiaie sono leggermente più chiare.

Cerco costantemente di non pensare alla lite che è avvenuta con Edoardo giorni fa,ma è un pensiero che mi tormenta la testa e non so come scacciarlo via. Mi è spesso capitato di litigare con una persona importante per me e di starci male,ma io Edoardo non lo conosco poi così tanto,eppure non riesco a non pensare alle parole che mi ha sputato contro,che mi hanno fatto così male Chi per crederti? e me lo chiedo anch'io. Non ci conosciamo nemmeno,non so niente di lui,stessa cosa lui di me e non capisco il motivo per cui io pensassi,anzi ero certa che lui un minimo di verità se la sentisse dentro,ma non è tutto come sembra ed io devo cercare di capirlo.

Ci sono le celle aperte a quest'ora e per fortuna Nad mi fa visita facendomi distrasse da quest'assurdo pensiero "Come stai?" si preoccupa per me,è la mamma di tutte noi qui dentro,ci protegge e coccola come meglio può "Bene Nad,tu?" dico mentre si mette a gambe incrociate sul mio letto "Leva quelle scarpe dal mio letto" dico in tono di scherzo e lei ridendo se le sfila dai piedi e le lancia via "Potrebbe andare maglio" risponde alla domanda che le ho posto prima,inarco un sopracciglio cercando di capire se c'è qualcosa che non va e la sua spiegazione non tarda ad arrivare "Sono preoccupata per Filippo,lì dentro starà passando l'inferno" dice pensierosa ed io purtroppo non so che dire a riguardo perché la penso esattamente come lei "Ma non è che ti piace Ferrari?"dico facendole un sorriso pervertito che fece ridere anche lei "È troppo un bravo ragazzo per stare con una come me" dice sorridendomi,ma si vede che è un sorriso sforzato per nascondere la delusione che prova dentro "Nad vuoi parlarne?" dico accarezzandole i ricci biondo cenere legati da una crocchia disordinata "Ai miei genitori non è mai interessata la mia felicità. Mio padre ha cercato di vendermi più volte a degli uomini che neanche conosco ed io sono una che nell'amore ci crede,eccome se ci credo Alida,voglio sposarmi con l'uomo che amo,dei soldi non me ne faccio niente" dice guardandomi negli occhi,non so che dire,mi ha lasciata senza parole "Dai,ora andiamo a mensa,c'ho una fame" dice alzandosi dal letto andando a recuperare le sue scarpe.

Sono le cinque del pomeriggio ormai e siamo tutti in cortile a giocare a palla,è la mia unica distrazione. Il mio sguardo involontariamente va a finire nel campo maschile,ma lui non c'è,non lo vedo da nessuna parte. Non ci do peso, non è una cosa che mi riguarda e non mi interessa di lui,come a lui non interesso io.
Sento una forte botta nella guancia destra e ci metto un po' a capite che mi è arrivata una pallonata in faccia. Metto a fuoco la situazione e mentre Nad continua a chiedermi se stessi bene,vedo Viola in disparte che guarda e se la ride. Vado verso di lei,mi sono stufata di subire e passare per la cretina di turno che non reagisce. Sento un forte suono,il cancello del carcere si apre rivelando la figura di Edoardo che fa il suo ingresso al carcere con uno zaino in mano. I suoi occhi sono subito sui miei ma io distolgo subito lo sguardo continuando quello che stavo cercando di fare prima.
Prendo Viola dalle spalle e la sbatto contro la recinzione,le tiro i capelli facendole abbassare la testa all'indietro e lancia sguardi di sfida "Quella delle chiavi te l'ho fatta passare,te le ho fatte passare tutte,ma se continui a rompermi i coglioni ti faccio pentire di avermi conosciuta" dico senza mai lasciarle i capelli ricci "È una minaccia?" dice con la sua solita vocina da stronza "Si,è una minaccia" dico spingendola forte contro la recinzione. Me ne vado e la lascio sola con la sua anima nera del cazzo.

Vedo Edoardo,che,insieme al comandante,va verso il dormitorio maschile e dopo cinque minuti torna senza zaino e  raggiunge tutti i ragazzi salutandoli con un cenno alla testa.
Mi guarda ed io non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi,ma al mio posto,lo fa lui a causa di Ciro che con una piccola cozzata amichevole lo distrae. Lui mi lancia un ultimo sguardo veloce prima ignorarmi per tutta la giornata.

È ormai sera ognuno è nella sua cella anche se non le hanno ancora chiuse. Sono sotto le coperte che guardo il soffitto ma una voce mi fa alzare di scatto facendomi mettere seduta sul letto "Jones vieni con me" è Lino,il tipo della volta scorsa e già so il motivo della sua visita:Ciro vorrà sicuramente parlarmi dell'accaduto di oggi con Viola ed io sbuffo seguendolo infreddolita dato che ero già al caldo.

Arriviamo nei dormitori maschili,e ci avviciniamo alla cella di Ciro trovando tutto il gruppo con lui,come immaginavo.Lino va via,io non saluto nessuno,ovviamente, e la prima cosa che faccio è andare a sedermi su una sedia che trovo vicino al tavolino di plastica che sicuramente usano per giocare a carte "Ti ho per caso dato il permesso di sederti?" dice Ciro guardandomi cagnesco,dev'essere molto infuriato "Ed io ti ho chiesto di disturbarmi?No e intanto lo hai fatto" dico guardando la finestra in fondo la cella "Tu mi hai già rotto i coglioni" dice alzandosi dal letto,Edoardo non si perde un singolo movimento "Come cazzo ti sei permessa a toccare Viola oggi" io mi alzo dalla sedia e mi metto a tu per tu contro di lui "Lei può toccarmi invece?È già stata avvisata tranquillo,deve solo lasciarmi stare e io non la sfioro neanche per sbaglio,ma se continua a fare quello che ha fatto ,te la ritrovi davanti la cella stesa a terra priva di sensi" lui mi spinge forte facendomi sbattere al muro ed Edoardo,non perde tempo ad alzarsi e prendere Ciro da colletto "Non ti permettere più" dice sussurrando vicino al suo viso,è nero dalla rabbia e Ciro ancor più di lui,esco dalla cella ma sento dei passi dietro di me "Fermati" perdo un battito ma non ascolto la voce.
Sento i passi aumentare e la figura mi supera mettendosi avanti a me ma io non alzo lo sguardo "Guardami" mi ordina ed io incontro i suoi occhi verdi "Ti sei fatta male?" cerco di superarlo ma mi tira da un braccio facendomi tornare dov'ero prima "Ti ho chiesto se ti sei fatta male" dice incazzato "No Edoardo,ora lasciami stare" dico facendo per andarmene ma la sua voce mi blocca "Non ci riesco" mi giro ma mi da le spalle,gira di poco la testa verso di me ma non riesco comunque a guardarlo negli occhi "Ci riesci eccome invece,non te ne frega di niente di me" dico lasciandolo solo nel corridoio,so già che domani me ne pentirò.

Angolo Autrice
Ciao a tutti,scusate l'orario ma questo era l'unico momento libero della giornata,spero che questo capitolo vi piaccia.❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora