April's Pov.
Seguo Kendall, che è un misto tra l'incazzata e l'imbarazzata, in cucina. Camminando si aggiusta meglio la felpa e sbuffa sedendosi.
"Vuoi qualcosa da bere?" Domanda mentre sfoglia con le sue dita scheletriche piene di anelli un vecchio quaderno.
"No grazie." Rifiuto e mi siedo mentre la osservo. Ogni tanto contrae la mascella, corruga le sopracciglia o mordicchia un po' il labbro inferiore. Alza di scatto la testa facendo incontrare i nostri sguardi, sento le guance avvampare mentre lei sorride semplicemente come una bambina pronta a giocare.
"Allora." Si schiarisce la voce inumidendosi le labbra, alcuni ciuffi biondi cadono sugli occhi e lei prova ad aggiustarli, portandoseli indietro con un gesto della mano ma senza riuscirci. "Fanculo." Impreca, alza il cappuccio della felpa con una mano mentre con l'altra tiene fermi i ciuffi catturandoli nel tessuto. Fa un nodo con i lacci della felpa e torna a sorridermi facendo sorridere anche me per la sua faccia da bambina.
"Da cosa iniziamo?" Chiedo iniziando a prendere il libro e il resto delle cose dallo zaino, lei appoggia una sua mano fredda sulla mia facendomi girare di scatto. Lei ritrae la sua mano dalla mia e mi fa segno di avvicinarmi. L'assecondo e lei mi mostra il suo quaderno facendomi spalancare la bocca.
"Capito?" Tenta di trattenere una risata ma fallisce e inizia a ridermi in faccia.
"Scherzi?! Ceh dalle operazioni basilari? Dovrei rifare le addizioni, moltiplicazioni e cazzi vari?" Scuoto la testa scioccata. Lei continua a ridere facendomi alterare un po'. Comincio a fare dei respiri profondi tentando, invano, di calmarmi. Lei se ne accorge e si calma tornando ad appoggiare la sua mano sulla mia, e in qualche modo, non so come, riesce a calmarmi.
"Fammi spiegare. Inizieremo dalle basi si, ma di certo non ti farò fare tutti i programmi di matematica dalla prima elementare fino ad ora. Semplicemente ripeteremo le divisioni e moltiplicazioni per sicurezza. Non avrebbe senso spiegarti le curve dei segni e delle tangenti se non sai fare 4 ×4, niente di che." Mi fa l'occhiolino e inizia ad accarezzarmi un po' il dorso della mano per poi toglierla di nuovo.
"Va bene, se credi che sia meglio così facciamolo." Faccio le spallucce e iniziamo a studiare. Quando parla la guardo incantata non proferendo parola, quando non riesce a spiegare qualcosa sbuffa e con il pollice e l'indice pizzica il suo labbro inferiore. Alterniamo spiegazione ed esercitazione. Devo dire che spiegata da lei la matematica sembra una passeggiata.
"Vediamo se hai fatto bene?" Prende il mio quaderno e lo osserva, mette i piedi scalzi sulla sedia portandosi le ginocchia sotto il mento. L'ho già detto che mi ricorda una bambina?
/Si e pure più di una volta, mi sembri un vecchio disco rotto./ Commenta la mia coscienza. Scuoto la testa e torno a prestare attenzione alla biondina.
"Togliendo dei piccoli errori che hai fatto, è fatto bene per essere la prima lezione." Mi restituisce il quaderno e si alza andando verso il frigorifero. Caccia delle Kinder delice e me ne offre una che accetto volentieri.
"Che ore sono?" Domando, lei fa le spallucce e controlla sul suo telefono, lo gira e me lo mostra.
"Troppo difficile dirmi che ore sono?" Domando ironica facendola ridacchiare, fa cenno di si con la testa e continua a mangiare. "Cazzo ma sono le già le 19. Merda." Recupero le mie cose velocemente alzandomi.
"Dove devi andare con tanta fretta? Lavori stasera?" Mi domanda Kendall di spalle mentre si lava le mani nel lavabo. Prende uno straccio e si asciuga le mani girandosi verso di me. M'immobilizzo e m'inumidisco le labbra, lei corruga un po' la fronte e sorride confusa. "Sei una spia e devi andare in missione e per questo non rispondi?" Ride facendo ridere anche me.
"Magari, devo andare da Angel. Prima di venire qui è venuto a casa mia e abbiamo litigato. Quando stavo per bussare alla tua porta mi ha mandato un messaggio dicendomi che voleva vedermi per chiarire." Sbuffo un po'.
"E perchè avete litigato, sempre se posso saperlo." Alza le mani e con la testa mi fa segno di andare in salotto. Lei si avvia mentre io raccolgo le ultime cose e la raggiungo, sta spaparanzata sul divano e fa zapping fra i canali. Mi siedo affianco a lei lasciando lo zaino ai piedi di un mobiletto.
"Beh abbiamo litigato perchè lui oggi pomeriggio voleva uscire, io gli ho detto che non potevo perchè dovevo venire qui per le ripetizioni e lui ha iniziato a lamentarsi dicendo cose." Faccio le spallucce e lei ridacchia. "Cosa c'è da ridere?" Le chiedo un po' stizzita.
"Vedi che puoi dirmelo che al tuo ragazzo non sto molto simpatica, si era capito." Continua a ridere e io non so se difendere Angel o no. "Tranquilla fa niente." Dice sorridendomi.
"Mi dispiace, non è colpa sua è solamente un mezzo coglione." Rispondo.
"E perchè ci stai insieme se è un mezzo coglione." Stavolta a rispondere non è Kendall ma sua sorella, che è apparsa dal nulla. Kendall sbuffa e fa una specie di tic nervoso con la palpebra dell'occhio.
"Madison ma fatti i cazzi tuoi." Interviene Kendall quando si accorge che la sottoscritta non sa che rispondere.
"Era solo una domanda. Non capisco perchè una bella ragazza come te debba stare appresso a uno che si mette a fare storie inutili perchè devi andare a ripetizioni e non puoi uscire. Tutto qui, calma Rambo." Sentenzia Madison sorridendomi e venendosi a sedere vicino a me. "Dai retta a me che ho qualche anno in più..."
"Donna vissuta hai solo un anno in più, abbassa la cresta. E poi tu sei l'ultima persona che April deve stare a sentire. Ti devo ricordare di James?" Kendall si è alzata e si è posizionata fra me e sua sorella.
"Colpo basso pulcino pio, ha ragione. Però proprio per questo ti dico mia cara April.." Madison si alza e punta il dito.
"Madison le confidenze." Commenta Kendall facendomi ridacchiare.
"Dicevo, gente così è tossica." Mi fa l'occhiolino e va in cucina. Kendall si gira verso di me e lo stesso faccio io, ritrovandoci faccia a faccia, deglutisco mentre lei sembra tranquilla.
"Devo andare." Sussurro, lei cattura il labbro inferiore fra i denti per poi lasciarlo e sorride. Annuisce e scatta in piedi, porgendomi la sua mano per aiutarmi ad alzarmi. Raccolgo e le mie cose e andiamo alla porta, lasciando le nostre mani intrecciate.
"A domani allora?" Le chiedo, lei annuisce e solo ora si accorge delle nostre mani, ritrae la sua per aprimi la porta mentre continua a guardarmi.
"A domani." Risponde. Varco l'uscio della porta e mi avvio al mio scooter. Mi giro verso la porta e noto che è ancora lì a fissarmi e c'è anche Madison. Le saluto con la mano e loro fanno lo stesso. Madison sussurra qualcosa a Kendall che per un attimo guarda male la sorella e un secondo dopo torna a fissarmi con un sorriso. Chiude la porta e io do gas andandomene.
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L'amore oltre la malattia
RomansaLa famiglia di Kendall Argent si trasferisce a San Francisco. Kendall; ragazza sul metro e settanta, occhi azzurri, capelli rasati che sono un misto fra il castano e il biondo. Ha appena scoperto da poco d'essere malata di leucemia (leucemia linfati...