Capitolo 23

55 5 0
                                    

Non mi sarei mai aspettata una biblioteca così enorme, eppure eccomi qui, ad alzare lo sguardo sugli scaffali infiniti e pieni di libri che toccano il tetto fatto ad arco. La luce entra di taglio dalle ampie finestre creando geometrici giochi di luce. L'eco dei passi delle poche persone presenti a quest'ora del mattino riecheggia lungo i corridoi che si estendono fino a perdita d'occhio, senza poterne vedere la fine.
Il silenzio e l'aria fresca mi tranquillizzano. Come in tutte le biblioteche hai una sensazione di pace, di serenità, appena entri. Un luogo dove far riposare l'anima e nutrirla con il sapere.

Mi avvicino a una piccola scrivania di legno posta proprio all'ingresso. Mi guardo in giro ma non vedo nessuno. Poi noto un campanello di metallo, come quelli presenti negli hotel. Prendo coraggio e lo schiaccio, ma non sento alcun suono. Osservo imbarazzata, senza sapere se sia il caso di risuonare o se aspettare ancora.
Sarà rotto?
Esattamente quando sto per allungare di nuovo la mano, sbuca da dietro una porta che non avevo notato, un piccolo nano, magro e molto anziano, che si aiuta con un bastone. Il peso della sua età, quasi millenaria, mi causa un prurito sulla pelle.

Lui dice qualcosa nella loro lingua gutturale.
Io ovviamente non capisco e sto per dirglielo, ma evidentemente ha intuito che ci sono dei problemi di comunicazione e dopo aver fatto degli strani gesti e aver detto delle parole dal suono più melodico, sorride e dice: "Buongiorno bambina, come posso aiutarti?"

Ma questi nani conoscono tutti un incantesimo per parlare altre lingue?
Bambina a chi?!
Beh... considerato l'età che ha, dal suo punto di vista in effetti sono appena nata.

Sorrido anche io e: "Buongiorno, mi ha mandato qui Darin, il medico. Dice che lei può aiutarmi a trovare dei libri dove si parla di un argomento particolare: io lo chiamo Nullo ma voi, in teoria, Vuoto o qualcosa di simile."

Lui annuisce convinto: "Oh mia cara, è davvero molto tempo che non lo sentivo menzionare. Ti confermo che abbiamo almeno un paio di libri dove se ne parla. Ti accompagnerei io stesso ma ormai meno mi muovo e meglio è!" Scoppia a ridere di gusto e poi inizia tossire. Quasi temo che si possa strozzare e crollare di fronte a me. Poi prosegue: "Ti spiego la logica con cui sono archiviati i libri e dove puoi leggere il numero della sezione, del corridoio, dello scaffale e l'argomento."

Dopo avermi spiegato con calma e precisione, sono quasi tentata di chiedergli se posso prendere appunti, ma l'imbarazzo mi fa desistere. Lui sorride come se intuisse il mio disagio e mi scrive su un foglietto le informazioni che mi servono. Poi con sguardo bonario mi scruta da dietro gli occhiali tondi e spessi come fondi di bottiglia e dice con tono divertito: "Buona caccia!"
Si volta e sparisce di nuovo nella porta semi nascosta.

Io mi giro, faccio un bel respiro e mi incammino. Speriamo di non perdermi.

Dopo un quarto d'ora abbondante, vari tentativi e corridoi sbagliati, finalmente raggiungo la sezione che mi serve e quasi con mano tremante per l'emozione, prendo i due libri in questione.
Sono piuttosto piccoli, ma uno è di cuoio consunto e senza titolo, mentre quello più grande ha la copertina rigida e si intitola Vuoto.
Quello in cuoio sembra un diario di viaggio, rovinato da mani sudate e dalle intemperie, scritto a mano; mentre l'altro è in condizioni migliori, con le pagine stampate e rilegate con cura. Entrambi sono molto vecchi.
Quando il nano mi ha dato le istruzioni gli ho chiesto come avrei potuto leggerli e lui mi ha tranquillizzato dicendomi che entrambi erano scritti in inglese, anche se un po' arcaico, desueto e quindi non avrei dovuto avere troppe difficoltà di comprensione.

Lasciandomi trasportare dall'istinto, apro prima il diario.
Alcune parole non si leggono più, ma comincio a leggere con avidità.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora