Capitolo 33: Mausoleo

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Il cimitero era completamente vuoto, la gente non vi veniva seppellita ormai da molti anni e nessuno se ne occupava più, ormai le lapidi erano rovinate da graffiti e le radici degli alberi avevano iniziato a distruggerle e ad inglobarle, in poco tempo si sarebbero ridotte solo in frammenti.

Era un luogo vecchio stile con grandi mausolei, statue, lapidi di pietra e marmo, in quella penombra mi sembrava che gli angeli scolpiti e i cherubini sghignazzassero e mi prendessero in giro.

Ignoro queste stupide idee e mi inoltro sempre di più, una lieve nebbiolina azzurra ricopriva ogni cosa rendendo questo luogo ancora più misterioso e magico, noto delle nubi scure riempire il cielo, una tempesta era in arrivo.

In questo periodo ce n'erano molte, sembravano seguire i turbamenti del mio animo e la confusione nei miei pensieri.

Nella parte più decadente del cimitero c'era un vecchio mausoleo con statue di angeli e demoni, era il mio preferito e ogni tanto mi rifugiavo lì per distrarmi e leggere qualche graffito scritto da ragazzini scemi.

Entro al suo interno e mi siedo sopra la bara centrale mentre mi accendo una sigaretta, ormai il cadavere non c'era più, questo posto era stato depredato da banditi e sciacalli.

Era diventato un rifugio per me, un luogo dove mi sentivo a mio agio, spesso mi chiedevo se in realta non fossi morto e non riuscivo a spiegarmi perché con le altre persone mi sentivo male, come se non facessi davvero parte del loro stesso piano, sospiro lievemente e continuo a fumare.

Prendo il telefono dallo zaino e noto una notifica di Hotoke, decido di ignorarla, non ero proprio in vena di sentirmi con qualcuno, avevo bisogno di stare da solo.

Quando sto accendendo la seconda sigaretta mi accorgo che il mio accendino si è scaricato, rovisto nello zaino alla ceca ma prima che possa trovare il mio accendino di scorta sento qualcosa ferirmi il dito.

Emetto un versetto di dolore e tiro fuori la causa della mia ferita, era un pugnale, lo strano pugnale che in quel luogo abbandonato mi aveva attirato come una lucciola...

L'ombra che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora