Quando presi coscenza di essere sveglio la prima cosa che pensai fu il motivo per cui ancora non fosse suonata la sveglia del mio cellulare, chiedendomi se fosse ancora presto per alzarsi e dare inizio alla giornata.
Con un mugolio mi volsi così dall'altra parte in cerca di una posizione più comoda, trascinando con me le lenzuola dal profumo diverso rispetto al mio solito ammorbidente, che trovai comunque in qualche modo familiare.
A confondermi ulteriormente fu inoltre il silenzio che avvolgeva la stanza in quel momento: nessun urla di vicini che litigavano e nessuna macchina sfrecciare sulla strada, c'era solamente una piaceva quiete.
Forse era davvero solo troppo presto, pensai.
Qualcosa, tuttavia, mi sfiorò il viso e in particolare i capelli, facendomi storcere il naso all'unico pensiero che mi passò per la mente per giustificare quella bizzarra situazione.
Schiusi un po' le labbra, «Taehyung, lasciami dormire ancora un po'», ma, quando a rispondermi non fu la voce del mio migliore amico, trasalii per lo spavento.
«Ancora questo nome, lo hai detto pure ieri sera mentre scopavamo».
Riconoscendo il tono di Jungkook spalancai gli occhi, con il cuore che mi batteva a mille nel petto.
«C-cosa?!».
Il ragazzo era sdraiato a qualche decina di centimetri dal mio corpo, con alcuni ciuffi ciliegia che gli coprivano un occhio e un'espressione scocciata sul viso.
«Hyung, non dirmi che ti sei dimenticato tutto».
Alcune scene della sera precedente riaffiorarono nella mia mente come uno spezzone di un film, sentendomi improvvisamente imbarazzato e coprendomi d'istinto le parti intime nonostante le lenzuola chiare già mi coprissero.
Ero sicuro che il mio viso si fosse fatto completamente rosso.
«Aish, se continui così però mi farai eccitare, senza parlare di quanto mi stia trattenendo nel baciarti» continuò il ragazzo accennando a un mezzo sorriso, tirandosi su per potersi appoggiare su un gomito.
Ma per me era troppo d'assimilare, nascondendo la testa sotto il cuscino per cercare di liberare un po' la mente e far chiaro della situazione.
Appena mi resi conto di una cosa sollevai il busto, portandomi entrambe le mani tra i capelli e mettendomi a sedere un po' con difficoltà.
«Merda merda! - esclamai mordendomi l'interno di una guancia e guardandomi attorno - dov'è il mio cellulare?!».
Jungkook corrugò la fronte confuso, alzandosi per andare verso la scrivania dove solo dopo mi accorsi ci fossero la mia giacca e la mia borsa.
Ci frugò un po' e poi si girò verso di me, «tieni», lanciandomi quello che era effettivamente il mio cellulare, facendolo cadere proprio in mezzo alle mie gambe.
Notai solo in quel momento che indosso aveva un paio di pantaloncini scuri, a differenza mia che ero ancora completamente come mamma mi ha fatto.
Il suo corpo, alla luce del sole, sembrava risplendere di luce propria come una statua ellenistica.
«Perché mi guardi?».
Scossì la testa, «n-no, nulla», prendendo il cellulare e notando fossero ormai le dieci passate.
Una serie di notifiche di chiamate perse comparsero velocemente al centro dello schermo, facendomi rabbrividire e pentire di qualsiasi mia precedente decisione.
Chinai così la testa, disperato.
«Hoseok... Gli allenamenti... Avevo promesso ad Hoseok che sarei andato con lui agli allenamenti e che avremmo fatto colazione presto insieme... Chissà quanto avrà aspettato fuori dal mio appartamento, quanto ora sarà arrabbiato e deluso da me...» sussurrai tra me e me in modo sconnesso, mordendomi un labbro fino a sentire il lieve gusto del sangue pizzicarmi la lingua.
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfiction«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco