Venere e Marte; Dramione.

9.

Davanti agli occhi degli studenti di Hogwarts si presentava Dolores Umbridge con il suo completo rosa ed il suo sorriso irritante e provocatorio. Tutti cercarono di mantenere un'espressione seria, ma quando fece il primo passo goffo all'interno della classe di difesa contro le arti oscure, qualcuno – i Serpeverde – posto verso le ultime file non riuscì a trattenersi dal ridere. Soprattutto Draco, che non solo riteneva quella classe inutile per lui, dato che aveva già imparato tutto ciò che gli risultasse necessario, inoltre riteneva abbastanza ridicola la presenza di quella professoressa in quella classe; con la sua statura che superava l'altezza di un bambino del primo anno a mala pena, la sua voce irritante ed il suo completo totalmente fuori luogo per un luogo simile. Incrociò le braccia al petto e la guardò arrivare sino alla cattedra, poi schiarirsi la voce prima di parlare.

«Io sono Dolores Umbridge, nuova professoressa di difesa contro le arti oscure e vorrei che tutti apriste il vostro libro a pagina- si, mi dica?» disse, riferendosi ad una mano alzata. Draco non dovette nemmeno guardare con più attenzione, sapeva che quella mano appartenesse alla Granger. Chi se non lei?

«Mi chiedevo, non sarà pericoloso esercitarci con gli incantesimi in questa classe così piccola?» domandò Hermione, onestamente confusa. L'aula riservata per pozioni era molto più grande di quella in cui si trovavano in quel momento. La professoressa sorrise in un modo che l'alterò, sembrò quasi prenderla in giro.

«Nessuno ha parlato di esercitarvi! Aprite il libro, lo studieremo attentamente!» la riprese la Umbridge, confondendola. Hermione si voltò verso Harry che alzò le spalle e decise di seguire quanto richiesto dalla professoressa, aprendo il libro. Hermione rimase immobile qualche secondo, poi aprì il libro che aveva già studiando in ogni minima riga. Mai si sarebbe aspettata che l'intenzione della professoressa Umbridge fosse quella di non insegnare assolutamente niente ai suoi alunni per quanto riguardava gli incantesimi contro la magia oscura. Dopo la quinta lezione consecutiva Hermione era esasperata e delusa, dopo l'ennesima lezione trascorsa a parlare di creatore ed argomenti teorici, buttò la cartella per terra quando entrò in biblioteca per raggiungere i suoi amici al loro solito banco.

«Non ci sta insegnando nulla!» sbottò cercando di mantenere un tono di voce basso, ma fu comunque richiamata a fare silenzio. Harry le fece segno che avrebbero poi parlato in merito a quella questione e tornò a scrivere la sua pergamena per cura delle creature magiche, compiti che Hermione aveva anche già consegnato. Sospirò irritata e decide di farsi un giro tra i corridoi della biblioteca in cerca di qualche libro che le insegnasse veramente difesa contro le arti oscure.

Anche Draco Malfoy era presente in biblioteca quel giorno, costretto a dover riportare in dietro i libri utilizzati per i compiti di pozioni nei giorni precedenti. La vide infilarsi tra i corridoi e decise di seguirla. La mora si avvicinò lentamente alla categoria di libri di difesa contro le arti oscure, libri che lui aveva già letto e studiato in passato quando aveva imparato a difendersi con Piton. Libri che non insegnavano un bel nulla. «Granger non rispetti quanto detto dalla professoressa?» La richiamò, con tono basso. Hermione non dovette nemmeno girarsi, anzi nemmeno lo calcolò e continuò a scorrere le pagine del libro che teneva tra le mani. «Ti interessano le arti oscure, Granger?» domandò ancora, chiudendo con forza il libro che teneva tra le mani. Non si erano nemmeno più guardati da quanto successo quella sera della festa.

«Cosa vuoi, Malfoy?» domandò scocciata, riafferrando il libro che gli aveva rubato per riaprirlo, ma lui lo chiuse nuovamente. «Allora?!»

«Come sei nervosa... qualcuno ti ha dato fastidio, Granger?» domandò sarcastico, togliendole il libro dalle mani. Hermione sospirò guardandosi intorno, sapendo che non poteva urlare per il luogo in cui si trovavano.

«Si, tu mi dai fastidio.» rispose lei, tirando di nuovo il libro dalle sue mani, portandoselo al petto. «E adesso, se me lo permetti, me ne andrei.» aggiunse, pronta a voltargli le spalle.