1. Not gonna die

62 5 6
                                    

La morte mi circonda,
Il mio battito cardiaco sta rallentando.
Non voglio perdere l'abuso di questo mondo.
Non voglio rinunciare, mi rifiuto

Mi rifiuto.

Guardando il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente, avrebbe fatto qualsiasi cosa per sentirglielo dire.

Ma non era così.

O meglio, era così,  lei si rifiutava, ma non della cosa giusta.

E in più c'era quello stupido, malledetto patto.

" Ti prenderò!"
Le urla del bambino dalla carnagione scura sovrastavano ogni cosa. Persino la risata affannata della bambina dai capelli dorati.
"Provci!"

Quei ricordi lo tormentavano da anni. Erano passati troppi giorni dalla loro ultima risata, ma Giulio non aveva mai smesso di contarli.

Aveva il bisogno di senrirla.

Anche solo un'ultima volta!

Ciò è come ci si sente quando ti pieghi e ti spezzi.
Ciò è come ci si sente quando la dignità viene rubata.
Quando tutto ciò che ami ti sta lasciando,
Ti aggrappi a tutto ciò in cui credi.

Peccato che le cose in cui credere sono rimaste in poche.

Monica era ancora lì,  con i suoi capelli biondi sparpagliati sul cuscino e la sua pelle diafana in contrasto con le lenzuola bianche dell'ospedale.

Tutto troppo squallido e buio per lei.

Giulio si soffermò sul respiro lento e pacato come quello di una principessa.

Era troppo per lei tutto questo.

La flebo iniettata nella sua pelle biana lo inqiuetava. Nelle ultime due settimane le avevano dato troppi sonniferi. Per non parlare dei calmanti.

Non ce l'avrebbe fatta di questo passo.

"Giulio" mugugnò.

Era troppo concentrato sulle flebo per accorgersi della ragazza.

"Buon dì" rispose.

Gli occhi nocciola della ragazza sembravano iniettare veleno nello stesso modo in cui venivano iniettate le medicine nel suo corpo.

E, ovviamente, nessuno dei due aveva mai portato a qualcosa di differente dal puro silenzio.

Si alzò sui gomiti spostando le lenzuola.

"Quanto ho dormito?"

Bhe, parecchio, ma Giulio non sapeva amcora se dirglielo.

"Il tempo giusto per farti riposare, suppongo"

Aveva sempre odiato dare queste risposte a metà, ma rimanesa sempre piu spiazzato davanti ai peggioramenti di Monica.

Sapeva di essere l'unico a poterla salvare, e lo sapeva anche lei. E anche troppo bene.

Lei lo conosceva molto, o almeno lo conosceva al punto da stipulare un assurdo patto che avrebbe tenuto Giulio lontano dalle domande.

"Credo di averlo visto"

Di nuovo.

"Ho paura, Giulio"

Non sapeva cosa dire,  per l'ennesima volta.

"Credo di non farcela. No ho scelta."

Giulio rimase fermo, al suo posto. Voleva cercare di sembrare il più freddo possibile.

Ma il tono della sua voce dimostrava tutt'altro.

"C'è sempre una scelta, Monica. Non è ancora finita"

Non ancora almeno, pensò.  Ma non disse altro.

L'ultima cosa che ho sentito è che sussurravi un arrivederci.
E poi ho sentito solo un piatto silenzio.

Scoppiò a piangere.

Inizialmente piano, versando solo qualche lacrima silenziosamente; poi arrivarono i singhiozzi. E allora fu la fine.

Giulio si sedette sul letto accanto a lei stringendola tra le braccia.

La maglietta interamente inzuppata, e i suoi occhi scuri e impenetrabili minacciavano di esprimere qualche emozione. Ciò lo spaventava, di natura era sempre stato calmo e pacato.

Le accarezzò i capelli dorati mentre lei spingeva la faccia nel suo petto.

Lasciò che si calmasse fra le sue braccia.

"Spezzo la loro influenza, perché non sarò controllato. Non possono continuare a tenere le catene su di me, quando la verità mi ha reso libero".

Gli incubi che la opprimevano portavano spavento ad entrambi, Giulio lo poteva sentire dai battiti dei loro cuori perfettamente coordinati.

Appoggiò la schiena sui cuscini con Monica stesa sopra il suo petto e i capelli sparsi sulle spalle.

Le sorrise.

Era il massimo che riuscisse a fare.

Il tuo massimo è stato esserci più di chiunque altro, gli avrebbe detto Monica in qualche altro momento, ma non in quel momento. Era troppo debole per consolare entrambi.

Ciò è come ci si sente quando riprendi in mano la vita.
Ciò è come ci si sente quando finalmente reagisci.
Quando la vita mi spinge io spingo ancora più forte.
Ciò che non mi uccide mi rende più forte.

Quasi si addormentò sentendo il profumo di liquorizia di Monica.

Invece fu lei ad addormentarsi, fu lei a sognare. E per un momento sembrarono sogni tranquilli.

Le baciò un'ultima volta la fronte.

Poi scese dal letto facendo in modo di non interrompere il sonno della ragazza.

Si diresse verso la porta, abbassò la maniglia e uscì.

"No, non morire stanotte.
Resteremo e combatteremo per sempre.
Non chiudere gli occhi.
No, ci batteremo per noi insieme.
No, non morirai stanotte. "

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 29, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

FearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora