L'aria era frizzante e la città si era svegliata sotto un cielo terso ed azzurro.
Si stava preparando ad accogliere le migliaia di persone che avrebbero invaso le strade per iniziare a comprare i regali di natale.
"Ilaria, guarda!" mia sorella era sempre entusiasta quando uscivamo per il centro.
Le luci che abbellivano i negozi, gli abeti, i fiocchi rossi, avevano un fascino maggiore negli occhi di una bambina di sette anni.
Mentre indicava una vetrina a tema natalizio mi lasciò la mano guantata.
"Roberta, stai attenta!" le gridai mentre correva.
Mi girai di scatto verso mia madre che stava ridendo.
"E' normale che sia eccitata e siamo su un marciapiede, dovresti essere meno ansiosa Ila, non và da nessuna parte".
Mi diede una leggera gomitata sul fianco ancora con il sorriso sulle labbra.
"E dovresti sorridere anche tu a Natale".
Scossi leggermente il viso imbronciato facendo ondeggiare la lunga coda bionda che si sparpagliò sul cappotto lungo e nero.
Con fare infastidito, scostai i capelli all'indietro ed infilai le mani guantate nelle tasche.
Non che non mi piacesse il Natale, lo amavo, ma da quando mi ero laureata e lavoravo in ospedale, vedevo tutto in maniera molto più cinica.
Spesso la morte mi affollava i pensieri, ed avevo costantemente paura di essa.
"Passerà" mi dicevo, del resto prima o poi ci avrei fatto il callo: in fondo, questo era ciò che volevo fare nella vita.
Mia madre, arrivata da Roberta, le stava sistemando il cappottino rosso e prendendola per mano mi fece cenno di attraversare la strada.
Davanti a noi si stagliava l'antico arco di pietra d'ingresso alla piazza.
A sinistra, sulla colonna che lo sorreggeva, vi era un bassorilievo che adornava tutta la parete.
Due profili dello stesso uomo barbuto dai capelli ricci che guardano in direzioni opposte, formano due differenti teste ma unite dalla nuca.
Sotto di esso, inciso nella pietra, vi era scritto:
<< DIVUM EMPTA
CANTE, DIVUM DEO
SUPPLICATE>>
Mentre Attraversavamo l'arco mi accorsi che la parte centrale era crollata.
Un'espressione di dubbio si dipinse sul mio volto.
Cercai di sfiorare con le dita il cappotto di mia madre per richiamarne l'attenzione.
"Mamma?" ma lei e mia sorella erano ormai molto più avanti di me.
Continuò a camminare senza ascoltarmi.
Sono nata e cresciuta a Roma, ho sempre amato la mia città e grazie alla passione di mia madre per l'archeologia, conosco quasi tutto della storia della città eterna, eppure non ricordavo ci fosse stata una qualche notizia su un crollo di monumenti.
Mentre mi immettevo all'interno di Piazza del Popolo d'istinto mi girai ad osservare il panorama dietro di me.
Il muro di cinta del cimitero del Verano, si alzava alto verso il cielo.
Sopra di esso si ergevano le spettacolari costruzioni rosse che accoglievano, da ormai secoli, le persone decedute.
Tantissimi architetti avevano dato il loro contributo alla creazione di questo monumento storico e nonostante il suo utilizzo, è un posto davvero bellissimo.

STAI LEGGENDO
G.I.A.N.O
ParanormalNel lontano 2012 ho scritto quasi tutta la campagna di gioco di ruolo da tavolo che stavo vivendo con i miei amici. Basata su Mondo di Tenebra, ambientata a Roma. Dovrebbe essere un paranormal Fantasy. Poi ci ho aggiunto sogni, idee e cose. Dovrebbe...