Un'altra giornata ha inizio, dovrei alzarmi ma non sono dell'umore adatto, stanotte un altro dei miei incubi è venuto a farmi compagnia, come sempre. Alla fine mi alzo svogliatamente e vado in bagno, mi guardo allo specchio e vedo i miei occhioni spenti, di solito sono di un bel nocciola acceso. Attraverso lo specchio vedo una donna distrutta per un passato che fa ancora male e mi fa rabbia sapere che dopo tutti questi anni abbiano ancora il controllo su di me. Cerco di darmi una sistemata perché oggi ho un importante colloquio di lavoro e voglio avere un aspetto migliore di quello che vedo adesso. Qualche giorno fa mentre tornavo da una delle mie passeggiate ho visto un annuncio fuori da una piccola biblioteca e dato che i libri fanno parte di me, da sempre, ho colto l'occasione. Cerco di darmi una sistemata iniziando con il lavarmi la faccia, da quello che vedo forse è meglio se mi trucco un po', metto un bel po' di correttore per coprire le occhiaie, non vorrei far venire un infarto a qualcuno, metto un po' di mascara e un filo di matita, io e il trucco non siamo mai stati buoni amici, decido che è meglio dare una sistemata anche ai miei ricci neri ribelli e torno in camera a cercare qualcosa da mettere, opto per un jeans nero con una camicia bianca, oggi la giornata è abbastanza calda quindi faccio a meno di indossare il mio cardigan preferito, dopo aver controllato il mio riflesso allo specchio almeno dieci volte, metto un po' di profumo e esco di casa. Arrivo alla fermata dell'autobus ma come sempre è in ritardo, altre persone come me si lamentano del ritardo del mezzo, alcuni vanno via e altri aspettano, da quando prendo questa linea non ricordo un giorno che sia arrivato in orario, ma oggi ci speravo dato non voglio arrivare tardi all'appuntamento. Dopo 15 minuti è finalmente arrivato e per fortuna riesco a trovare un posto libero vicino l'autista. Metto le cuffie e cerco di rilassare un po' i nervi, mi appoggio allo schienale del sedile e guardo fuori dal finestrino e ripenso a quel incubo che mi perseguita, è sempre lo stesso "io che mi ritrovo rinchiusa dentro una stanza e che non riesco ad uscire e ad urlare, lui che si avvicina e inizia a picchiarmi, io non riesco a fare nulla, solo piangere e poi quando penso che abbia finito accade il peggio, inizia a strapparmi i vestiti" e come sempre mi sveglio prima che succeda il peggio, ritorno in me perché una ragazza mi ha urtato con il suo zaino. Mi accorgo che siamo già arrivati, si è fermato poco distante dalla biblioteca, scendo e la intravedo, se è bellissima da fuori non oso immaginare dentro, apro la porta e do un'occhiata in giro prima di affrontare il colloquio. Chiudo gli occhi appena entro e l'odore dei libri li sento anche senza toccarli, riapro gli occhi e devo dire che è come la immaginavo, appena si entra sulla destra la prima cosa che si nota è un piccolo ripiano di dolci, penso sia per attirare l'attenzione, vicino l'angolo dei dolci, poco più avanti, si trova l'angolo della bibliotecaria, a sinistra ci sono gli scaffali pieni di libri, ogni scaffale ha la sua sezione, più avanti ci sono dei tavoli per chi vuole fermarsi a leggere o studiare qui in biblioteca. Mi soffermo sulla sezione fiabe e sfioro un libro che ricordo bene, è stato il primo libro che ho letto e che mi è piaciuto molto, una storia molto carina e divertente "L'incredibile storia di Lavinia", la piccola fiammiferaia, una fata alquanto strana e un anello che trasforma tutto in cacca, una storia strana quanto bella e divertente, la rileggerò sicuramente.
Ricordo quando mi chiudevo in camera, mi sdraiavo sul mio lettino e iniziavo a leggere, a fantasticare, era l'unico modo per evadere da quella vita così pesante per una bambina di 7 anni, quando leggevo non ero più io ma un personaggio delle mie fiabe. Riemergo dai miei pensieri e mi avvio verso il piccolo ufficio dove si svolgerà il colloquio, ci sono poche persone e questo mi rattrista perché la lettura riempie l'anima, sono arrivata davanti l'ufficio, busso alla porta ed entro.
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L'urlo del silenzio
General FictionZara, una donna di 30 anni, si è trasferita da qualche anno in nuova città, sta cercando di ricominciare a vivere, di trovare un lavoro che la gratifica e chissà forse anche un nuovo amore, anche se lei è molto scettica su questo argomento, ma la vi...