Una notte.

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Si fermarono lungo gli argini del Bosforo.
Come era bella Istanbul la notte, emanava un fascino magico e fiabesco.

Spento il motore, Can scese e fece per aprire la portiera alla ragazza.

'NO. Grazie, faccio da sola'
Non fece in tempo a pronunciare la frase che inutile dire che inciampó, provocandosi un'escoriazione al ginocchio.
'Ma sei sempre così testarda o solo quando sei brilla?!'
E senza dare possibilità di protesta a Sanem, la mise sulle spalle.

Attraversano il vialetto che conduceva alla porta di casa. L'interno era di legno, emanava calore e familiarità.

Era una casa grande, piena di cimeli da tutto il mondo. Un'abitazione che raccontava molto e lasciava immaginare viaggi in posti lontani.
Can appoggió delicatamente la ragazza sul divano e si condusse verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua alla ragazza. Doveva smaltire la
sbornia.

Sanem era sdraiata sul divano. Non riusciva a capire che sognava od era sveglia. Tutto ciò non poteva essere vero: era a casa sua! Con lui!
No, doveva andarsene.
Fece per mettersi a sedere e notó una cosa sul piccolo tavolino di fronte il divano.
Era un libro, era il libro.
Lettere a Milena.
Prese il libricino tra le mani e inizió a sfogliare pagine.
Oh il MIO libro preferito!
Amava quel volume e non si stancava mai di leggerlo.
'Conosci questo libro ?'
Da dietro una voce fece fermare Sanem. Era Can, che tornava con un bicchiere d'acqua e dei biscotti'
'Ehm.. si. A memoria'.
'Anche io, è uno dei miei libri preferiti.'
Allungando il braccio verso la ragazza le porse l'acqua'
'Per favore, bevi e mangia qualcosa. Ti riprenderai'
Era così affettuoso. Si prendeva cura di lei.
Sanem ne era piacevolmente sorpresa, forse sotto la corazza da uomo duro vi era un ragazzo dolce.

Mentre la ragazza beveva e mangiava, accondiscendendo l'uomo, si misero a chiacchierare.
'È anche il mio preferito, mi fa capire il potere dell'amore.
Si videro poche volte, Kafka e Milena, ma scrissero molto, prima e dopo quei pochi incontri.
Purtroppo questo libro raccoglie solo una parte della corrispondenza, quella di lui.
Kafka che si stava consumando di una malattia ai polmoni e di un'altra malattia più profonda.
«Sono malato di mente, la malattia polmonare è soltanto uno straripare della malattia mentale».
Ma non era malato di mente, Kafka; era malato nell''anima.'
Can l'ascoltava come in adorazione.
Come parlava delle sue passioni, dei libri, della letteratura, di Kafka, lo affascinava.

Vedeva quella piccola bocca muoversi, talmente carnosa che non riuscì a fermarsi.
Avvicinó Di scatto il suo viso a quello della ragazza e d'istinto la baciò.

Sorpresa dal gesto, Sanem se ne stava immobile e inizialmente non ricambió.
Una miscela di emozione navigava all'interno del proprio corpo: eccitazione, euforia, paura, erano solo poche delle tante sensazioni.
Era come se fosse stata iniettata endorfina.
Prese coraggio e schiuse le labbra. La lingua di Can si fece spazio all'interno della bocca della ragazza, in un bacio caldo e passionale.

Sanem non capiva più nulla talmente era il trasporto di quel bacio.
Non voleva pensare a nulla, solo a quel momento.
Era come un sogno.

Ma purtroppo i sogni finiscono e bruscamente il ragazzo si allontanò da lei.
'No, scusami, è stato un errore, non dovevamo farlo.'
E si diresse verso la camera, lasciando Sanem sola e triste sul divano.

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Ed eccoci al capitolo che un po' tutti aspettavamo!
Finalmente il fatidico bacio, che però non finisce bene!

Perchè Can avrà reagito così?
Mi raccomando continuatemi a seguire mi fa molto piacere! Siete molte che mi state dimostrando il vostro supporto!
Grazie e a domani!
Claudicius

//A different love story - (Daydreamer Fan Fiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora