Il suo braccio spuntava per metà, impedendomi di chiudere la porta. Le mie mani, zuppe di sangue, stavano lentamente perdendo la presa ad ogni suo colpo; presto si sarebbe fatto largo nella stanza. Sentivo già la puzza della sua carne bruciata riempirmi le narici.
Gettai una rapida occhiata dietro di me per un'eventuale via di fuga, ma non riuscii a distinguere niente in quell'oscurità. No, chiudere il portone sarebbe stato l'unica soluzione sicura. Ma questo significava che mi sarei dovuto sbarazzare di quel bastardo.
Decisi di prenderlo in contropiede e, subito dopo il suo spintone, colpii con forza la porta schiacciandogli il braccio contro lo stipite. Il suo grido di dolore mi fece capire che ero sulla buona strada.
"Allora lo senti il dolore, pezzo di merda!" gridai con gioia. Il suo amico di prima mi non aveva avuto la minima reazione ai miei colpi, quasi come se fosse stato una macchina. Ma lui no. Lui aveva urlato e forse avevo persino notato un riflesso a ritrarsi. Ora avevo un piano.
Gli afferrai il polso e provai a girarlo, come avevo imparato all'addrestramento. Ma il sangue rendeva scivolosa la presa e lui riuscì ad assestare un bel colpo alla porta; al prossimo colpo sarebbe riuscito a passare. Subito mi buttai con tutto il peso sul suo braccio. Lo afferrai con forza e con una rotazione del busto feci pressione sul suo gomito. Il bastardo doveva aver iniziato a sentir male perché, anziché per entrare, ora si dimenava per liberarsi dalla presa. Ma non l'avrei lasciato andar via con entrambe le braccia. Serrai ancora di più la presa e feci leva fino a sentire il desiderato crack: l'articolazione del gomito era andata in pezzi. Subito iniziò a urlare come un cane e a dimenarsi per fuggire. Lasciai la presa e in un lampo sbarrai la porta. Sfinito, mi accasciai per terra per riprendere le energie.
Non capivo esattamente cosa stava succedendo. Inizialmente avevo pensato che gli operai fossero semplicemente impazziti per le condizioni di vita disumane, ma ora capivo che c'era qualcosa di più. Avevano un'espressione deforme, spesso con occhi sgranati, e molti di loro puzzavano di carne bruciata. Eppure solo in pochi parevano mostrare segni di ustione o di lesioni in genere. Avevo già vissuto le brutture della guerra, ma quell'orrore mi era ancora incomprensibile.
Mi alzai di scatto. Forse qualcosa si era mosso nell'oscurità davanti a me. Attesi in silenzio per alcuni secondi. Provai a fare qualche rumore ma neanche così riuscii a scorgere o sentire niente. Forse era stata la mia immaginazione, o forse qualcosa era in agguato e attendeva un mio passo falso. Di sicuro non avrei commesso l'errore di abbassare la guardia. Perché ormai avevo deciso che sarei andato fino in fondo per scoprire cosa diavolo stava accadendo. Che avrei combattuto con tutte le mie forze, che avrei trovato mio padre e che ce ne saremmo andati di lì. O almeno così speravo.
Quello che ancora non sapevo, era che l'orrore di quei mostri era nulla in confronto a quello che mi aspettava. Alle altre creature che mi attendevano in fondo alla fabbrica. E a quelle stanze dove lo spazio stesso pare lacerarsi in scenari mai visti neanche nei miei peggiori incubi.
***
SPAZIO AUTORE
Il genere di quest'operaSalve a tutti! In ogni capitolo approfitterò di questo spazio per dare chiarimenti e spiegazioni extra.
Prima di tutto: qual è il genere di quest'opera? È un horror? O un'avventura?
Il genere più prossimo è l'horror, anche se a me piace considerarlo un'avventura horror. Per fare qualche esempio ha veramente poco in comune con opere come It o The Ring e molto in comune con la serie di Resident Evil (soprattutto i giochi) e anche un po' con Zombieland.
Se avete voglia, lasciate un commento per farmi sapere come vi sembra la storia o se avete qualsiasi altro commento.
Se invece siete più pigri, ma la storia vi sta comunque piacendo, fatemelo sapere con una stellina (magari una stellina insanguinata, così manteniamo il tema cupo).
A presto!
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Alienazione - La fabbrica dei non morti
Horror#1 in Zombi (22/12/2020) Quando entrai in quella fabbrica non immaginavo che mi sarei dovuto nascondere da zombie e da creature che a malapena riesco a descrivere. Non immaginavo che avrei visto le leggi fisiche del nostro mondo deformarsi rischiand...