CAPITOLO 34: IL CLAN DEI DRAGHI RIBELLI

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Point of view Nives

Sorrisi in risposta a quello strano ragazzo.

«Piacere» mi allungò la mano «io mi chiamo Ethan» disse rivolgendosi a me e mio fratello.

«Sebastian» mi precedette lui stringendogli la mano.

Ethan annuì e poi rivolse lo sguardo a me. «E tu sei Nives, giusto?»

Annuii e gli tesi la mano. Il ragazzo, che a quel momento sapevo chiamarsi Ethan, guardò la mano indeciso sul da farsi, poi d'un tratto allungò la sua e la strinse riservandomi un sorriso affettuoso. «Piacere di conoscerti, Nives, Figlia della Luna. Non sai quanto il nostro popolo abbia aspettato il tuo arrivo.»

Sorrisi a mia volta e in quel momento mi arrivò ben chiaro alle orecchie il ringhio di Aaron. Anche Ethan se ne accorse.

Lo sguardo interrogativo di quel ragazzo provocò in me una spontanea ilarità. Mi avvicinai a quel grosso lupo nero e lo accarezzai affettuosamente sul muso. Chiesi ad Ethan di portare pazienza per il carattere protettivo e geloso di Aaron nei mie confronti che ero la sua compagna. Gli diedi una grattatina dietro un orecchio e il tutto, nonostante l'irascibità del lupo, si risolse in modo pacifico.

Nel mentre il resto del gruppo aveva già cominciato a muoversi, l'uomo, il capo del loro clan che pareva essere anche il padre di Ethan, ci stava mostrando la strada verso la loro dimora, così noi tutti cominciammo a seguirlo.

Man mano che avanzavamo gli alberi diventavano sempre più radi fino a che non diventarono solo un ricordo. Attorno a noi si estendeva solo la radura incontaminata, ma ben presto abbandonammo anche quella e ci inerpicammo sulle montagne rocciose.

Ad un certo punto Ethan si fermò bruscamente ed io, trovandomi subito dietro di lui, non potei fare a meno che scontrarmi con la sua schiena. Mi allontanai e mi massaggiai la testa. «Ahi! Che c'è? Perché ci siamo fermati?»

Lui si voltò lentamente e mi guardò con aria tetra. «Hai detto che Alexander è un tuo prigioniero» cominciò.

Annuii in risposta e con gli occhi andai a cercare il diretto interessato. Si trovava ancora sotto lo sguardo vigile di uno dei draghi del loro clan.

«Lui è un cacciatore. Non può vedere dov'è situata la posizione dell'entrata del villaggio.»

Ethan, non avendo con sé niente di utile per bendarlo, si piegò per prendere un angolo di quella coperta che ancora portavo sulle spalle. Prima di strapparne un pezzetto mi guardò come a chiedermi il permesso che subito i diedi, a quel punto lui ne prese velocemente una striscia e me la porse.

Lo guardai interrogativa.

«Mi rifiuto di avvicinarmi a lui. Mi fa schifo soltanto guardarlo» sbuffò.

Alzai gli occhi al cielo e, preso lo straccio, mi voltai nella direzione di quest'ultimo. Mentre mi allontanavo sentii Ethan urlarmi dietro «Poi mi dovrai spiegare come mai ti sei ritrovata a portarti dietro quel rifiuto della società!»

Sentii Sebastian in risposta borbottare «Ce lo stiamo tutti chiedendo sin dal principio.» Persino Aaron emise un verso scontento ad affermare il concetto.

Non appena Alexander mi sentì arrivare alzò la testa.

«Non ti è permesso sapere dov'è l'imboccatura del villaggio» dissi sbrigativa.

Lui notò il pezzo di stoffa tra le mie mani e parve comprendere ogni cosa. Se lo lasciò mettere sugli occhi e legare dietro la testa.

Feci per andarmene, ma lui mi fermò prendendomi per un braccio. Il drago che lo teneva sotto controllo ringhiò un avvertimento e lui mollò la presa.

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