Capitolo 28.

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"Guarda che vi ho visti" dice Nad,di punto in bianco mentre andiamo nelle nostre celle.
"In che senso?" spero non si riverisca a quello che è successo ieri.
"Vi stavate baciando" spero abbia visto solo quello.
"Ma che dici Nad,magari mi avrai confusa con un'altra" cerco di farle credere,ma mi guarda con uno sguardo come per dirmi 'vacci a prendere qualcun altro per il culo'.
"Nad,io mi sento sicura con lui,ti giuro,magari starò facendo la cazzata più grande della mia vita,ma ormai credo di non poterne fare a meno" ed è vero,sento un vuoto dentro ogni volta che ce l'ho vicino e non posso dirgli neanche una parola.
"Credi,ma se vuoi lasciarlo andare,ci riesci.
Il problema è che non vuoi farlo" annuisco,come per darle ragione.
Perché dovrei farlo?dentro sento che lui con me,ha qualcosa di diverso.
Me lo chiedo anch'io il motivo,sono sincera.
Non ho nulla in più rispetto alle altre,anzi,non ho dei canoni di bellezza esagerati,ma io penso che lo sguardo valga molto e il fatto lui non stacchi gli occhi da me,è qualcosa che dentro,mi smuove qualcosa che non so definire.

"Alida,io ti ho detto quelle cose solo perché ti voglio bene e voglio provare a proteggerti.
Mi sento come la mamma di tutti qui dentro e ormai anche tu sai che mi viene spontaneo farlo. Edoardo si è sempre portato a letto tutte e poi il giorno dopo,non ricordava neanche il colore dei capelli,ecco perché non mi piace questa situazione,non vorrei accadesse anche a te" dice fermandosi e mettendo la sua mano,sulla mia spalla.
So che lo fa per me,ma sono sicura di quello che faccio.
Non sono una ragazza facile e se lui ha solo quell'obbiettivo,si stancherà prima o poi.
Mi conosco,so che per fare qualcosa devo sentirmi pronta ed ora non lo sono affatto,quindi se lui vorrà rispettare questa cosa,io gliene sarei grata,non mi resta che vedere come andrà nei giorni successivi.
"Lo so Nad,ma,non so,mi ha detto che non riesce a lasciarmi andare,che non gli piaceva che qualcuna lo macchiasse,eppure lui un succhiotto,me l'ha lasciato fare" mi vergogno solo a dirlo,non ho mai fatto cose del genere,diciamo che non è mai stato il mio principale obbiettivo,avere un ragazzo o fare delle cose simili.
"Però,non ti facevo la tipa che fa queste cose" dice guardandomi con un sorrisetto maligno,facendo ridere anche me.
"Non lo sono infatti,non so cosa mi sia preso" riprendiamo a camminare.
"Non lo so Alida,sai che so tutto di tutti qui dentro e non mi è mai risultato che Edoardo dicesse queste cose a qualche ragazza,per cui non so che risponderti. Spero solo che non ti stia illudendo." lo spero anch'io,vivamente.

Entro nella mia cella,prendendo i libri che ci serviranno per le materie di oggi e poi vado in corridoio insieme alle altre e Liz,che ci accompagna in aula.
Passiamo dal cortile,i ragazzi sono tutti lì,tutti ci guardano ma uno sguardo in particolare,si posa su di me,accennando un piccolo sorriso,che ricambio.

Prendiamo posto in classe,Silvia ha deciso di non rivolgermi parola da un po' e non ne capisco il motivo.
Sta ancora seduta con Nad,mentre io sono in banco da sola,ma non ci faccio molto caso,credo sia una distrazione in meno,in mezzo a tutte le mille che me ne passano per la testa.

"Buongiorno ragazzi" entra il professore di italiano,facendo cenno a Liz,di poter andare.
"Ho corretto i vostri temi e devo dire che sono rimasto sbalordito,non pensavo aveste così tanto da dire sull'argomento del progetto che abbiamo visionato la scorsa volta,ma sono contento che siate riuscire a liberare questo peso,tutte,tranne una" dice girandosi nella mia direzione,facendo girare il resto della classe verso di me.

"Cosa c'è che non va?" so benissimo che avrebbe voluto che mi aprissi come hanno fatto le altre,ma io non sono le altre.
"Alida,il tuo tema è molto bello ed è impostato bene. Mi piace come scrivi,ma a me piace aiutare le persone,soprattutto dopo quello che è successo a mia figlia e se non ti fai aiutare,come lei,ho paura che farai la sua stessa fine" dice togliendosi gli occhiali,mentre si avvicina al mio banco.
"Sotto terra?Non ho paura di finirci" mi dispiace aver detto una cosa del genere,ma è la verità.
Non ho paura di affrontare la morte,credo sia l'unico momento in cui possa stare in pace,dato che la mia vita,è tutto tranne che semplice.
"Prova a farti aiutare da qualcuno,ne hai bisogno,non ti fa bene tenere tutto dentro" so che ha ragione,ma non voglio fare compassione a nessuno,a chi importa davvero sapere la mia storia.

"Vuoi parlarne?" mi ferma Nad,una volta uscite dall'aula alla fine delle lezioni.
"No,è tutto ok" dico facendole un piccolo sorriso,mentre i ragazzi prendono il nostro posto in classe.

Mi sento tirare dal braccio,è Edoardo.
Nad lo guarda fulminante,ma non sembra che a lui freghi qualcosa.
Mi porta dietro il muretto e mi ci fa poggiare le spalle.
"Buongiorno" dice sussurrando vicino al mio viso.
"Buongiorno playboy" dico sorridendogli,senza neanche volerlo,è questo l'effetto che mi fa.
"Come stai?" mi chiede guardando le mie labbra.
"Mh,bene, Tu?" dico scostandogli il ciuffo di capelli che gli è finito nel viso.
Lui mi bacia,un bacio piccolo e casto.
"Ora bene" dice dandomene un altro per sparire dentro quella classe.
Sorrido d'istinto e vado verso il cortile,dove stanno già giocando le ragazze.
Corro dentro e Nad non fa altro che guardarmi scuotendo la testa.
Le ho già detto come la penso,non cambierò idea. 

Mi alzo dalla panchina e vado a giocare insieme alle altre. Non lo facevo da tempo,ma oggi sono in vena.

——
In sala comune c'è il silenzio assoluto.
Siamo tutti soli con Liz,il comandante non c'è e credo tutti si stiano chiedendo il motivo.
Ci guardiamo tutti in faccia,senza proferire parola e sbuffando,vado a sedermi sul primo divanetto libero che mi capita.

Vedo una figura avvicinarsi e me e sedersi al mio fianco.
"Mia sorella sta bene" dice di punto in bianco Filippo.
Mi fa piacere ma,non capisco perché me lo stia dicendo.
"Mi hai aiutato,quindi pensavo fosse giusto dirtelo" dice strofinando le sue grandi mani,sul tessuto dei suoi jeans.
Sento uno sguardo bruciare addosso e so,che non appartiene a Ferrari.
"Diciamo che ad aiutarti non sono stata proprio io,perché non vai a parlare con lei?" dico indicando Nad con la testa,che ci guarda ma poi sposta subito lo sguardo da un'altra parte.
"Perché non penso abbia voglia di sentirmi" dice guardandosi le scarpe.
"Beh,io credo che apprezzerebbe" e lo penso davvero,non sono stupida,so che a Nad un pochino piace.
Lui si alza incerto e va verso di lei,mentre il suo posto sul divanetto viene occupato da un'altra figura maschile e questa presenza,mi piace di più.

Il suo odore mi invade le narici e mi guarda senza espressività,ci risiamo!
"Che voleva?" dice poggiando i gomiti,sulle sue gambe,guardando il vuoto di fronte a noi.
"Nulla di chè" taglio corto,non posso dirgli la verità.
So che lo odiano qui dentro e se glielo dicessi,loro lo racconterebbero subito alla direttrice.
"Tieniti pure i tuoi segreti" continua lui.
"Sei geloso di Ferrari?" mi avvicino al suo orecchio senza farlo notare troppo agli altri.
"Non sono geloso di nessuno,sono mille volte più bello di tutti quelli messi insieme" dice indicando tutta la massa di ragazzi,tirandosi su con la schiena.
E in effetti,ha ragione.
"Quindi?" mi chiede ed io inarco d'istinto un sopracciglio,dato che non capisco cosa intende con questa domanda.
"Cosa quindi?"
"Cosa voleva Ferrari?" insiste e penso lo faccia fin quando non gli dia una risposta valida.
"Nulla,giorni fa stavo male ed è venuto a chiedermi come stessi oggi" mento con la prima cosa che mi è passata per la testa.
"Stavi male?Che avevi?" dice girandosi totalmente verso di me,mentre il suo volte si tinge con un'espressione preoccupata.
"Nulla,solo un po' di mal di testa,dovevo recuperare sonno" dico cercando di tranquillizzarlo e un po' lo fa.
"E ora come stai?" dice scrutandomi attentamente il viso.
"Bene,grazie" lui fa un piccolo sorriso che fa sorridere anche me,ci sto tremendamente bene,con questo ragazzo.
"Perché non me lo hai detto?" dice riferendosi al fatto che stessi male.
"Sei un dottore?" dico ridacchiando,ma lui non lo fa,sta volta.
"Perché,il chiattillo lo è?" questo ragazzo ha sempre la risposta pronta.
"Diciamo che non ero in vena di parlarti" dico riferendomi alle parole che mi aveva detto quando avevamo litigato.
"Sai che non le penso davvero quelle cose,vero?" dice avvicinandosi di più a me e spero che nessuno si stia accorgendo di nulla,perché mi imbarazzo troppo.
Annuisco debolmente dall'imbarazzo e lui,ride quando se ne accorge.

Ci giriamo di scatto sentendo la porta della sala comune aprirsi violentemente,così come tutti.
Ciro e il comandante fanno il loro ingresso nella stanza.
È uscito dall'isolamento,la nostra pace è finita.

Filippo mi guarda spaventato,ed io gli faccio cenno di stare tranquillo.
Ciro,aspetta un secondo di distrazione da parte delle guardie e poi va subito verso di lui,sussurrandogli qualcosa all'orecchio.

Filippo's pov.
"Te la farò pagare".

Angolo autrice
Buongiorno a tutti e buona domenica,spero che il capitolo vi piaccia.❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora