Noah

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Mi chiamo Noah e vengo da...No,ok, non ho la più pallida idea del luogo da cui venga, ma al momento è
l'ultima delle mie preoccupazioni. Beh, se è per questo non ricordo nulla in realtà se non il mio nome.
Probabilmente se lo raccontassi a qualcuno non ci crederebbe ma al momento non vedo nessuno in giro.
Allora riordiniamo le idee e cerchiamo di non andare nel panico. Dunque, non ricordo niente neanche di ieri e al momento sono letteralmente in mezzo al nulla e ho fame però a quanto pare non ho soldi con me. Fantastico no? Penso che al momento la migliore e naturalmente unica cosa da fare sia camminare e
pregare Dio, come se esistesse, di trovare una qualche qualche traccia di civiltà. Poi, da lì chiederò
informazioni e poi...Poi vedrò il da farsi. So che non è il migliore dei piani però è già qualcosa. Solo ora
noto che vicino al campo dove mi sono svegliato c'è un fiume e questo vuol dire che, forse, se seguo il
suo corso troverò un centro abitato. Ok, forse è meglio incamminarsi visto che non voglio morire di fame
e nemmeno di sete. In realtà, aguzzando la vista, in lontananza, c'è una casa, forse un'agriturismo. Dopo
una buona mezz'ora a piedi, finalmente direi, arrivo alla casa che a dirla tutta sembra una di quelle case in mezzo al bosco che vengono descritte nelle fiabe e cioè piccole e con il classico comignolo fumante.
Busso un paio di volte e aspetto un segno di vita provenire dall'altra parte della porta. Dopo una decina di
minuti arriva un contadino che mi chiede:”Stai cercando una persona?”. Onestamente, mi verrebbe voglia
di rispondergli;”No, mi piace stare davanti alle case come uno stalker”. Però sembra gentile e mi trattengo
dicendogli:”Sì, mi stavo chiedendo se qui dentro ci vivesse qualcuno, ho bisogno di informazioni per
arrivare alla città più vicina”. Sì, ho mentito ma non voglio che un totale sconosciuto sappia che mi sono
ritrovato in mezzo al nulla senza sapere dove mi trovo. Nel frattempo, il contadino mi squadra dalla testa
ai piedi e dopo mi dice.” Questa è proprietà privata, quindi in teoria, avresri commesso un reato. Però
visto che hai bisogno di indicazioni, per stavolta,chiuderò un occhio ma se ti ripresenti qui senza permesso non ci penserò due volte a denunciarti. Ad ogni modo, la città più vicina è Dover. Scusa la domanda, ma non avresti potuto controllare sul tuo cellulare qual è la città più vicina?”. Perchè non ci ho pensato prima? A quanto pare, qualsiasi cosa mi abbia fatto svegliare nella proprietà di un contadino mi
ha rincitrullito. Infilo la mano in tasca ed effettivamente sento un telefono. Ringrazio il signore e mentre
me ne vado clicco sull'icona di Google Maps e cerco Dover. Non ho considerato la mancanza di Internet,
quindi attivo i dati mobili. La ricerca dice che da lì ci vogliono 45 minuti a piedi. Metto il navigatore e nel
frattempo controllo nella rubrica nella speranza di ricordarmi di qualcuno di cui ho salvato il numero ma niente. Allora, mentre cammino, mi faccio coraggio e chiamo un certo John. Il telefono squilla un paio di
volte, interrotto solo da una voce metallica che mi ricorda che devo girare a destra. Subito dopo, qualcuno risponde e considerando che ho chiamato io dico:” Hey sono Noah, so che sembra strana come domanda
ma ieri ti ho chiamato?”. Dall'altra parte sento un:” Sì, mi hai chiamato per farmi gli auguri di buon
compleanno.”. Ci penso un po' su e poi rispondo:” Ok grazie, mi serviva perchè devo cambiare SIM”. È
la scusa peggiore mai inventata, strano di solito sono bravo ad inventarne, però lui se la beve oppure finge di crederci e dice:”Ah ok quando l'hai cambiata dammi il tuo numero nuovo. Ciao”. Chiudo la chiamata e
continuo a camminare. Dopo altri tre quarti d'ora a piedi sono arrivato. Accidenti, oggi non faccio altro
che camminare! Ad ogni modo sarà meglio cercare un punto informazioni per i turisti o qualcosa del genere. Imposto nuovamente il navigatore e lo avvio. Fortunatamente è solo a qualche minuto da dove sono ora. Raggiungo la meta ed entro, però c'è un po' di fila. Poco male, è da tutto il giorno che vado in giro, quindi un po' di riposo non mi farà male. Qualche gomitata da parte di alcune persone che stavano cercando di passarmi avanti dopo mi ritrovo davanti al bancone delle informazioni. La donna dall'altra parte mi guarda e mi chiede:”Come posso aiutarla?”. Io rispondo:”Mi servirebbero indicazioni per...”. Ok, solo ora mi rendo conto di non aver nessun luogo dove andare visto che non ricordo ancora nulla. Guardo un attimo il pavimento, che in quella situazione si è fatto improvvisamente molto interessante. La donna alza la testa e mi risponde:”Mi scusi, ma sta bloccando la fila e comunque questa è una Banca”. No, starà scherzando non è possibile. Però quando alzo la testa noto che ha ragione. Eppure all'inizio sono sicuro che non fosse una Banca. Piccolo appunto per il Noah del futuro: camminare troppo fa male. Dopo essere uscito non so davvero che fare, quindi inizio a vagare per il paesino. Di punto in bianco mi ritrovo in un campo senza neanche accorgermene. Lontano c'è una casa. Mi giro per tornare indietro ma Dover non c'è più. Ok questa giornata si sta facendo strana, quindi tanto vale andare verso la casa. Una volta arrivato vedo un tizio identico in tutto e per tutto a me. Meglio girare e andarsene anche se non ho una meta
precisa. Reimposterò Google Maps, andrò in un'altra città, chiamerò qualcuno e gli chiederò dove abito,
ormai non me ne frega più nulla di sembrare strambo. Voglio solo tornare a casa e tutta questa storia
rimarrà solo un buffo aneddoto da raccontare ai parenti durante le cene di Natale. Sto per girarmi quando sento una voce dietro di me urlare:”Hey tu dove stai andando?”. Chiudo gli occhi, mi giro e sono alla
fermata di un bus. Io. Voglio. Solo. Tornare. A. Casa. Ne ho abbastanza di tutto questo e come se non
bastasse, tra poco il sole tramonterà e io non ho uno straccio di posto dove dormire. Ad ogni modo, quando mi giro non vedo nessuno. Ok universo, se proprio hai deciso di farmi ritrovare in posti strani,
allora vagherò per posti strani. Controllo gli orari sulla tabella legata ad un palo. Tra una decina di minuti
dovrebbe passare un autobus che mi porterà chissà dove però almeno potrò rilassarmi. Mentre aspetto
decido di chiamare di nuovo qualcuno e chiedergli l'indirizzo di casa mia. Mi inventerò una scusa così magari ci sarà un minimo di speranza che non chiami il riformatorio. Per evitare di chiamare qualcuno
con cui ho perso i contatti o con cui ho litigato vado a cercare un numero nella lista delle persone a cui ho
telefonato di recente ma è vuota. Controllo Whatsapp ma anche qui non c'è niente. Infine controllo gli
SMS; non li usa più nessuno ma è la mia ultima speranza. Anche qui niente...No, è sbagliato io mi ricordo
di aver chiamato John e mi ricordo anche quella scusa orribile che gli ho rifilato. Ah è vero ho cambiato
telefono! Ci devo ancora fare l'abitudine e quindi spesso me ne scordo. Nel frattempo è anche arrivato il bus. Salgo e a parte me, c'è solo una vecchietta con una borsa che continua a fissarmi. Cambio posto e la vecchia mi segue con lo sguardo per poi puntarlo di nuovo davanti a sé. Il viaggio fila liscio e arrivo alla
discoteca dove si terrà la festa di stasera. Entro, mi dirigo verso il bancone e vedo Giacomo che parla con una ragazza. Mi avvicino, lui mi saluta e mi dice:”Lei è Vittoria. Vittoria, lui si chiama Noah. Noah vuoi un drink?”. Accetto volentieri l'offerta, prendo posto e iniziamo a chiacchierare del più e del meno.
Durante tutta la conversazione la ragazza sta zitta e ci osserva senza dire una parola. Sinceramente,
sembra la classica ragazza trofeo abbordata da un ragazzo in discoteca. Arrivano i nostri drink e
continuiamo a parlare mentre li sorseggiamo. Giacomo si assenta per fumarsi una sigaretta . Di botto
sento gli occhi irritati e comincio a tossire. Tossisco talmente tanto che sulla mia mano iniziano a comparire delle gocce di sangue. Mi guardo attorno e anche la altre persone sono nel mio stesso stato e alcune stanno anche cominciando a collassare. Mi volto verso l'entrata e vedo Giacomo che rientra e si guarda intorno spaventato per poi correre fuori. Poi niente. Apro gli occhi e sento qualcuno che mi urla nelle orecchie:”Cosa stai facendo? Ci farai andare a schiantare. Tira su questo aereo!”. Aereo! Io non so guidare un'aereo. Mi guardo intorno disperato e vedo dei soldati che mi guardano con un misto tra panico
e rimprovero. Mi giro e penso a che fine faranno queste persone, che con tutta probabilità sarà la fine che
farò anche io pensandoci bene. Anche se sopravviverò cosa dirò alle persone? Penso agli incubi che avrò
la notte. Non so nemmeno come io ci sia finito su questo aereo che a quanto pare trasporta dei soldati.
Chiudo gli occhi e cerco di non pensare a nulla aspettando la mia ora e provando ad ignorare le grida.
Riapro gli occhi, una cosa abbastanza banale ma che non avrei mai pensato di poter fare ancora visto il
fatto che probabilmente l'aereo si è schiantato. Perchè ho detto probabilmente? Perchè al momento non sono più lì, a quanto sembra, però ormai mi ci sono abituato, per quanto ci si possa abituare ad una cosa del genere, si intende. Sono in quella che si potrebbe definire una cella di ibernazione uscita direttamente da un film di fantascienza e a guardarla bene penso che effettivamente sia così. Con tutti i luoghi assurdi e le cose che mi sono successe oggi non mi stupirei un granchè. Noto che all'interno c'è quello che dovrebbe essere una specie di timer o qualcosa del genere. Vicino ai miei piedi c'è qualcos'altro. Guardo più attentamente e scopro che è cibo disidratato come quello che mangiano gli astronauti, quei cibi a cui basta
solo un po' d'acqua ma non so se l'acqua salata vada bene. Perchè sì, tra tutti i posti in cui potevo finire,
sono finito in una specia di cella di ibernazione in mezzo all'oceano. In altre circostanze sarei stato ben
contento di avere del cibo per sopravvivere, ma dopo oggi non mi interessa più di tanto. So che sembra
una cosa stupida, impulsiva e senza senso però, riflettendoci sopra, in quasi tutti i luoghi dove sono
andato oggi è successo qualcosa di terribile o che, comunque mi ha scombussolato. Mi sono svegliato in
un campo senza ricordare niente e questo non è stato poi così eclatante, visto che avrei potuto benissimo
dare la colpa ad una semplice sbronza, Dopo da un centro informazioni sono passato ad una Banca, mi è scomparso un paesino alle spalle, poi mi sono ritrovato alla fermata di un autobus, si è cancellata tutta la lista delle persone contattate di recente, le chat su Whatsapp, gli SMS e sono finito ad una festa in
discoteca dove poi sono morti tutti. Quel Giacomo neanche lo conoscevo. Però la cosa peggiore è stato lo
schianto dell'aereo, se è avvenuto. Mi sento come una barca sospinta dal vento, senza difese e destinata a
farsi trasportare dove le raffiche e le correnti vogliono. Mi sento vuoto e ormai privo di uno scopo. Quindi
ora rimane solo da decidere come farla finita. Ho sempre reputato orribile morire annegati, quindi penso che mi addormenterò e ogni volta che mi sveglierò mi costringerò a riaddormentarmi così, prima o poi,
morirò di sete o di fame e butterò tutto il cibo e l'acqua a mare, in modo che, non ceda alla tentazione di
mangiare o bere. Bene! Allora è deciso! Butto tutto a mare e mi addormento. È giunta la mia ora. Addio!

Ok cari lettori, è venuto il momento di fare chiarezza in questa storia. Noah è morto definitivamente? Sì.
Si risveglierà in qualche altro posto strano? No. Per risolvere tutti questi misteri, però, dobbiamo tornare
indietro. Allora, penso che tutti sappiate che il riscaldamento globale potrebbe causare l'aumento del
livello dei mari. Quindi ecco spiegato il perchè Noah fosse in mezzo all'oceano. Perchè l'umanità, messa
alle strette a causa del cambiamento climatico, ormai irreversibile, decise di incaricare alcuni scienziati
affinchè ibernassero un uomo e una donna in delle celle con un timer all'interno, in modo che una volta
arrivato a zero il timer, le celle si aprissero. Purtroppo, gli scienziati dovevano fare le cose in fretta perchè la catastrofe naturale era imminente e considerando che l'ibernazione era stata scoperta da poco, sbagliarono qualcosa. Il congelamento della donna non andò bene e quindi lei morì. Per quanto riguarda Noah, gli scienziati non tennero conto del fatto che il cervello, non potendosi decomporre, attraverso un normale processo avrebbe dovuto trovare un altro modo per farlo. In pratica, il suo cervello iniziò a
distruggersi dall'interno mentre Noah era ancora vivo anche se non cosciente, distruggendone la sanità
mentale e creando anche falsi ricordi. Questo è il motivo per cui si ritrovava in posti totalmente scollegati anche se non si trovava effettivamente lí

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 21, 2020 ⏰

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