Questa storia ebbe inizio in un luogo molto lontano, in una collina precisamente, vicino ad un castello, proprio lì infatti sorgeva una casetta in cui viveva una piccola famiglia, composta da una ragazza di 15 anni e suo padre. Si chiamava Giulia, quella piccola ragazza molto vivace e sempre in cerca di avventure. Su suo padre non si sapeva molto, l'unica informazione che tutti sapevano era la sua professione, infatti faceva l'astronomo, un lavoro che veniva portato avanti da generazioni ormai. La loro vita era molto tranquilla, sempre presi dalla classica routine: la mattina Giulia andava a scuola, portando con sé la sua riserva interiore di dolcezza e bontà; qualche ora dopo tornava a casa, osservando per tutta la sera suo padre, che passava ore e ore attaccato a quel suo telescopio, divenuto ormai un cimelio di famiglia. Le uniche parole che si scambiavano erano: <Com'è andata a scuola?> Oppure: <Sei stata bene oggi con i tuoi amici?>, non andavano mai oltre quelle semplici conversazioni. Era una notte bellissima, dal colore blu come il mare più profondo, intervallato da un'infinità di stelle, considerati da molti, i corpi celesti più belli mai esistiti. La temperatura non era così bassa come al solito, sembrava quasi il solstizio d'estate, proprio per questo Giulia uscì nel guardino di casa sua portando con sé il telescopio del padre, osservando quel cielo stellato che aveva un aspetto magico, quasi incantato. Con quel semplice oggetto dove all'interno si verificavano degli strani giochi di ottica geometrica, la ragazza osservò la bellezza della notte in tutto lo splendore di quella luce stellare, notando che sul telescopio c'erano scritte due cose molto importanti: sulla parte alta della lente, infatti, c'era una scritta in greco: "Θάνατος", il cui significato era "Angelo della notte", un nome tanto appropriato quanto toccante nel profondo. Sulla parte bassa della lente invece c'era una formula, non molto semplice da comprendere per coloro che non erano pratici di quel mondo, ma per lei era una specie comandamento, da tenere sempre a mente quando si guarda una stella; la formula era: T=h2c2/8πGMkb2, proprio la formula della radiazione di Hawking.
Durante quei momenti, Giulia si sentiva viva, libera e felice, come se la notte fosse il suo habitat naturale, infatti era proprio in momenti che lei stessa pensava di essere nata per questo: essere venuta al mondo per vivere nella notte. Immersa in quella bellissima oscurità, quella ragazza pensava soltanto alle persone che non erano lì con lei, a tutti coloro che non hanno mai visto quelle bellissime luci, infatti l'unica cosa che desiderava, era proprio qualcuno che stesse al suo fianco. La temperatura si stava pian piano abbassando, ma Giulia non voleva abbandonare quel suo bellissimo cielo stellato, quindi prese il suo comodo sacco a pelo per passare la notte nel suo ambiente nativo. I sogni di quella ragazza erano fantastici, come se fossero ambientati in un altro mondo, ma durante quella sua paradisiaca dormita, lei ebbe una visione tanto particolare quanto importante: era una notte fredda e tempestosa, mentre la nostra protagonista era seduta su un piccolo pianetino molto lontano dalla terra; non sapendo dove andare, provò a ripararsi, ma senza alcun successo, per questo iniziò a piangere, avendo una gran paura. Pensava che fosse la fine, ormai non ce la faceva più a sopportare questi freddi venti e queste piogge insistenti, non immaginava di poter più andare avanti; all'improvviso però, Giulia vide una cometa cadere dal cielo, e decise di esprimere un desiderio. Proprio in quel momento, regnava un silenzio tombale su quel piccolissimo corpo celeste nel quale era seduta la ragazza: era finalmente tutto finito mentre sorgeva il sole, e così un altro bel sogno volgeva al termine. Erano le 9:30 quando la nostra protagonista, accampata nel suo bellissimo giardino, iniziò ad aprire gli occhi pronta per affrontare un'altra bellissima giornata.
Visto che era sabato, lei non andò a scuola, infatti fece due passi fino ad arrivare in un orto pieno zeppo di fragole, il suo frutto preferito. Non ci ha pensato due volte prima di raccoglierne un bel cesto, pensando: <Oggi voglio preparare una bella marmellata, come piaceva alla mamma, con tantissime fragole, poi me la mangerò tutta quanta stanotte, mentre guarderò le stelle con il telescopio>. Travolta dall'immensa gioia, corse a casa con il cesto pieno fino all'orlo e iniziò a preparare la marmellata, il cui odore si sentiva per tutta la valle. Infatti, le persone che avvertivano quel magnifico profumo ne rimasero quasi ipnotizzate, visto che ormai da molto tempo avevano dimenticato quel particolare aroma. Si erano fatte le 15:00 del pomeriggio, e Giulia era riuscita a confezionare ben 20 barattoli di confettura, un risultato al quanto stupefacente per il poco tempo impiegato, proprio qui infatti si vede la sua immensa felicità nel ricordare i suoi cari. Riposti i barattoli in dispensa, la ragazza corse a riposarsi sul suo soffice letto vicino al camino acceso, leggendo uno dei suoi libri preferiti: "L'ultima domanda" di Isaac Asimov, il suo più grande sogno era infatti dare una risposta a quel misterioso quesito che lo scrittore si poneva in continuazione, senza darsi una minima tregua. Tra una letta, una dormita e qualche pensiero qua e là, si erano fatte le 19:00, ed era finalmente ora di cena. Giulia, presa dall'euforia, si mise a cucinare una delle sue leccornie preferite: il pane astrale, una ricetta che è passata di generazione in generazione,
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La Mamma e la Stella
RomanceSarà l'inizio di un nuovo mondo, un mondo tutto nostro, senza paura, dove le stelle regnano sovrane e dove i fulmini non tuoneranno mai una seconda volta davanti a noi