Da un nugolo di case, lontano, provenivano solo risate felici e suoni allegri.
E dove nessuno poteva vederlo - nel buio di un giorno di fine dicembre - in mezzo ai fitti alberi adornati dalla galaverna, il vecchio Väinämöinen continuava a ripetere con le dita congelate movimenti meccanici, senza che nessuno udisse la sua melodia.
Era rimasto lì per millenni, eppure era sempre più stanco. Come se stesse svanendo. Come se la morte fosse possibile per lui. Era ancora vivo? Apparteneva ancora a quel mondo?
Passi si stavano avvicinando. Poche parole. "Avete sentito?"
Senza smettere di suonare, Väinämöinen sorrise.