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«TaeTae, mi fai le coccole?», Jungkook chiese ciò a Taehyung, mentre si avvicinava al suo petto per accoccolarcisi sopra. Erano sotto le coperte del suo letto, la tv di fronte a loro trasmetteva il film del canale 27 che erano soliti guardare, perché sostenevano la programmazione fosse bellissima. Era abitudine il venerdì, quando finita la lunga settimana di lavoro si trovavano a casa di uno o dell'altro, bastava solamente che ci fosse il letto, tanto cibo sparso su di esso e sui comodini, e loro sotto le coperte, appiccicati o meno dipendeva dal loro umore. Potevano esserci serate dove erano arrabbiati l'uno con l'altro, dove stavano sistemati ai due poli opposti del letto, o altre tipo quella sera lì, dove Jungkook non riusciva a pensare ad altro modo per vedere il film, se non tra le braccia del suo migliore amico.

Già, proprio così: quei due erano tutto ciò che una coppia potesse invidiare, ma erano anche talmente stupidi da non accorgersene. Esattamente, si comportavano in questo modo, ma senza alcun briciolo di malizia. Non si erano mai immaginati più dei migliori amici che erano da ormai molti anni, erano abituati a darsi quelle speciali attenzioni, non accorgendosi quanto palesemente fosse presente quel qualcosa di più. Avevano bisogno solamente l'uno dell'altro, mai erano usciti romanticamente con nessuno perché non ne avevano il più piccolo pensiero, avevano occhi su di loro soltanto, e nonostante ciò non si erano mai chiesti il motivo. Perché? Era normale, alla bellezza di ventidue e ventiquattro anni, non provare alcun interesse per qualcuno?

«Oggi siamo nel mood coccoloso quindi, eh?», ridacchiò Taehyung, quando accolse l'amico tra le sue braccia, «Sai che basta che tu venga qui e mi guardi negli occhi, ti farei le coccole senza che tu me lo chieda» poi gli baciò i capelli, facendo nascere un sorriso sincero sul volto di quello che aveva appena abbassato la testa, per accoccolarsi meglio. Meh, che diabetici. Comunque roba che nemmeno una coppia sposata, eh.

Al contrario di quei due fessi, i loro amici si erano accorti benissimo della loro estrema vicinanza, che andava ben oltre quella che avevano, ad esempio, Yoongi e Seokjin, della loro compagnia e migliori amici. Ma niente di più, la loro era migliore amicizia, nel vero senso della parola. Così come Hoseok e Namjoon, che a differenza degli altri due invece, da un po' di tempo avevano cominciato a mettersi d'impegno per provare a trovare un modo per fare realizzare alla coppia dei loro sentimento reciproci.

«Mi stai dicendo che non ti piace Taehyung e che non ti ci vedresti mai insieme in quel senso?», domandò Namjoon a Jungkook qualche tempo prima, dato che erano molto vicini; il secondo vedeva nell'altro una figura molto importante, come un mentore, qualcuno con cui poteva essere se stesso, con qualsiasi sua sfaccettatura. Ovviamente si sentiva in quest'ultimo modo anche con Taehyung, ma con Namjoon c'era una sorta di legame fraterno che solo loro sentivano.

«Ti ho detto di no! In quante lingue vuoi che te lo dica? Taehyung è il mio migliore amico!», ma Jungkook sbuffò, infastidito dall'insolenza di Namjoon. A quanto pare, quest'ultimo non sarebbe andato da nessuna parte in quel modo, e lì ebbe inizio la collaborazione con Hoseok, che alla fine di un tunnel di idee inutili che tramutarono in vuoto totale, trovò una luce, la carta migliore da giocare in casi come questo: la gelosia.

E come avrebbero potuto? La compagnia era tale e solida da qualche anno ormai, e Taehyung e Jungkook erano più che consapevoli che fossero tutti solo grandi amici e niente di più, perciò non avrebbero mai creduto che improvvisamente qualcuno degli altri quattro si sarebbe potuto mettere in mezzo a loro.

Ma qualcuno di esterno sì.

Fu così che Hoseok pensò a suo cugino: Park Jimin, brillante attore di ventiquattro anni, recitava a teatro da ormai più di dieci anni, per la sua solita e poco conosciuta compagnia, ma d'altronde la recitazione non era il suo primo lavoro, se non più un qualcosa in cui amava dilettarsi. Era perfetto per l'idea che al cugino e Namjoon balenò in testa, l'unico problema sarebbe stato se non avesse accettato di far parte del piano. Quale? Fare ciò che Jimin sapeva fare meglio, ovvero recitare, fingere di provarci con Jungkook con Taehyung presente, così che almeno uno solo dei due potesse cominciare a provare quella gelosia di cui tanto si sentiva il bisogno.

E quel piano, a cui Jimin aveva accettato di prendere parte, dopo le continue preghiere con tanto di occhi dolci del suo "cuginone preferito", sarebbe cominciato molto presto. Difatti, mentre Taehyung e Jungkook erano concentrati sul film, sempre uno tra le braccia dell'altro, e il primo a fare le coccole al secondo, sentirono entrambi i cellulari squillare nello stesso momento, e capirono subito. Di chi si poteva trattare, se non la chat di gruppo?

«Taehyungah...», Jungkook arricciò il naso, mentre alzava la testa, per incontrare il suo viso preferito, «Che fai, prendi tu il telefono?»

Taehyung annuì, e prese il suo cellulare dal comodino. D'altronde, per leggere la stessa chat non servivano entrambi. Taehyung lesse il contenuto del messaggio e sorrise innocuamente, «È Hoseok hyung. Ha chiesto se domani sera potrebbe unirsi suo cugino alla nostra serata, e si è scusato perché è perfettamente consapevole che il sabato sia della compagnia, ma d'altronde questo suo cugino sembra essere sempre super impegnato... boh, è un poema quello che ha scritto. Io non ho problemi, comunque, per me può aggiungersi. E tu, Kookie? Che ne pensi?» domandò al nominato, portando lo sguardo su di lui, che lo osservava con un'espressione scocciata.

Difatti, Jungkook gli strappò il cellulare dalle mani e lo portò vicino alla bocca, premendo sul microfono per fare partire un messaggio vocale «Avete seriamente rovinato il momento coccole mio e di Taehyung per questo? Hobi, è ovvio che tu possa portare tuo cugino, è della tua famiglia quindi è sì a prescindere, e poi più siamo più ci divertiamo, no? 'Notte, torno a riprendermi le attenzioni che Taehyung mi deve». Poi si alzò quanto bastava per poter rimettere il cellulare dove stava, e tornò su Taehyung, che tirò mentre tornava sul letto, ad appoggiarcisi con la schiena, così da averlo sopra di lui.

Taehyung sgranò gli occhi «Non volevi le coccole?»

«Mh mh, sì» Jungkook gli sorrise, ammirandolo dal basso, «Solo, volevo guardarti un po'. Sei bellissimo, lo sai?»

Le guance di Taehyung si tinsero in poco tempo di un rosso acceso, e per non farsi vedere visibilmente in imbarazzo si abbassò, fino a che non incontrò il corpo dell'altro, che abbracciò. Sistemò il viso nell'incavo del suo collo e inspirò a pieni polmoni quel profumo che tanto amava, chiudendo gli occhi per godersi al massimo quella stupenda sensazione.
Ah, quelle braccia, quel corpo, Jungkook: era casa.

E mentre quei due erano persi nel loro mondo, dall'altra parte Hoseok, Namjoon e Jimin stavano morendo dalle risate, per quanto i loro amici fossero diabeticamente prevedibili. «Non sia mai che interrompiamo una loro sessione di coccole tra amici» scherzò Hoseok, facendo la cantilena, mentre gli altri due ridevano di gusto ad ogni sua battuta, poi sbuffò «Sono stufo, cavolo. Ma sono ciechi? Anzi, un cieco ci vedrebbe meglio di loro in tutta questa soap opera.»

«L'amore rende scemi, caro Hobi», sentenziò Namjoon, scuotendo la testa, mentre prendeva la tinta rosa dal mobiletto, «Piuttosto, vogliamo metterci all'opera? Abbiamo un piano da mettere in azione.»

Se una cosa andava fatta, dicevano quei tre, andava fatta bene. Specialmente per Jimin, che da attore professionista non si tirò indietro quando Hoseok e Namjoon gli chiesero di tingersi i capelli di rosa per il piano. Vi starete chiedendo perché fosse importante un particolare del genere, ma per avvicinarsi maggiormente a Jungkook e giocare sulla gelosia di Taehyung, i due amici cercarono di ricreare il tipo ideale della povera vittima: Jungkook, ad esempio, aveva amato i capelli di Taehyung quando si erano tinti di un rosa confetto. Diceva che il suo amico fosse una fata, così adesso Jimin avrebbe preso il suo posto. E mentre passavano la tinta sulla sua folta chioma, Namjoon, che oltre a Taehyung, come già è stato spiegato, era quello che meglio conosceva Jungkook, spiegò a Jimin come meglio comportarsi per fare breccia — ma non troppo —, nel cuore prescelto.

«È chiaro che tu debba essere comunque te stesso, non vogliamo fare qualcosa di troppo forzato» gli spiegò Namjoon, mentre passava l'ultima pennellata, «Però ricordati ciò che ti ho detto, ok?» dopodiché cominciò a sistemare il casino che avevano fatto, mentre Hoseok si avvicinava a Jimin per fargli vedere qualche foto del loro amico sul cellulare, e parlargli di lui e delle sue passioni. Sarebbe stato un po' meschino, forse. Anzi, togliamolo quel forse. Jimin ci avrebbe provato con Jungkook, senza provare alcun interesse — ovviamente romantico —, per lui. Ma da lì sarebbero nati sicuramente passi avanti.











***

piccolo regalo per le feste.
questa sarà la mia fan fiction più breve, solo otto capitoli, uno al giorno fino al 6 gennaio.
e dato che la maggior parte dei miei lettori sono taekookers... non potevo che scegliere loro.
buone feste!

Are you blind? || TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora