mathistoriedi
Carpe diem, afferra il giorno, cogli l'attimo.
Carpe diem è quello che si ripeteva Marie ogni volta che finiva di guardare "The Poets Society", con la mano sinistra posata dove ci starebbe il cuore in un atto di lealtà, una promessa silenziosa, un rispetto profondo. Carpe diem è stato il suo arrivederci, il suo motto. Ciò che le permetteva di vivere, di buttarsi nonostante i dubbi e le paure, facendo uscire come riflesso il coraggio.
È sempre stato così. Lo doveva al nonno, anche per lui era così. E fu questo che permise al vecchio di rilasciare l'ultimo respiro senza preoccupazioni, pronto a scomparire così come era arrivato 87 anni prima.
E forse Marie avrebbe dovuto saperlo, forse da qualche parte dentro di sé lo sapeva, ma rendersene conto così com'era affondata nel suo dolore, quella disperazione piatta e invisibile ma tremendamente soffocante sembrava un'utopia a chiunque le stesse accanto.
Aveva smesso di dire Carpe diem. Aveva smesso di vivere e quando riuscì a staccarsi dal letto, tutto quello che faceva era dovuto al tempo che non si fermava ad aspettarla.
I giorni scorrevano e lei era obbligata con loro.
Questa storia è la classica storia. Non aspettatevi granché, io per prima la considero solamente un esercizio. È ambientata in America e, come tutte le storie più comuni qui, ritroviamo una diciassettenne al suo anno da Senior delle superiori. Ma non si è appena trasferita: ha già la casa enorme nel quartiere da ricconi, una madre dolce e comprensiva con alte aspettative e un padre inondato dal lavoro. In molti la conoscono, non si deve reinventare o dimostrare alla ragazza che tanto le rompe le scatole di meritarsi anche lei del rispetto, perché per questa volta i ruoli saranno invertiti. Questa storia è quello che a voi è più familiare e qualcosa che in rare occasioni viene proposto. Spero possa piacervi.
Quando concluderò la storia che, nonostante abbia iniziato a pubblicare, rimane una bozza, farò un rewrite.