ClarissaDiConzo
Al poco amore ricevuto durante le mie giornate
A questa stanza odor di marmo
A queste pupille calanti
Sia di giorno che di notte
A questa benedetta circostanza
A quei letti maleodoranti: odor di niente, odor di vuoto, odor di frastaglie essiccate al sole
A quella lettera mai spedita
A quel cassetto pieno di sogni
A quella cintura gialla buttata via nel comò
A quel comò così stracolmo di pacchetti di sigarette
A quella via,quella benedetta via di passeggeri
A quelle ore buttate di notte a pensare, a fantasticare su qualcuno da inventare
A quei minuti formati da 60 secondi
A quei sessanta secondi che precludono l'esito di una scelta mai appagante, intenzionalmente compiuta
A quei millesimi che formano sessanta secondi d'orologio
A questo scellerato amore
A questo tempio maledetto
A questa scelta esageratamente placata e rumorosa nel prendere una caduta d'impatto
A questa me
Che non si dà pace
A questi miei anni di gioventù
A quel numero 21
A quella fame mai appagata,
In continuo movimento incessante
A quella ormai obsoleta voglia di esser presa per mano... E che ne sai
Esser portata lontano
A questa ansia, nel tempo ripercorsa
A questo inconsistente viaggio su treno
A quel treno che forse non aspetterà
A quel treno a cui porterò l'essenza,
La mia essenza
A questo senso di vago a cui brinderò
Per un ennesima volta,
Perennemente forte
Apparentemente stabile
Alla mia stabilità
La ritroverò forse un giorno,forse ancora lontano da
Quest'oggi stantio
A questi giorni immobili
Alla volta in cui mi ubriacherò
Alla volta in cui troverò il coraggio
Di brindare ad una seconda volta
Ad un terza ipotetica volta
A quella bottiglia mai appagante
A questa me sempre incostante