Azzuu___3536
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Auschwitz, inverno 1943.
Il fumo dei camini taglia il cielo, il freddo morde la pelle, e la speranza è solo un'eco lontana. I treni non smettono mai di arrivare.
Hans Schneider ha ventisei anni, è comandante nel campo di sterminio più temuto d'Europa. È giovane, ambizioso, fedele al Reich. La sua vita scorre tra ordini, rapporti, e silenzi. L'obbedienza è la sua fede. La pietà, un difetto.
Ma tutto cambia nel momento in cui un trasporto ungherese raggiunge il campo.
Tra la folla stanca e spezzata, Hans vede una ragazza: bionda, il volto sporco, ma gli occhi fieri e chiari come vetro rotto.
Esther Morgenstern ha diciassette anni. Era una studentessa, ora è solo un numero.
Ma quando gli incrocia lo sguardo, non abbassa gli occhi.
Lui la separa dal gruppo senza una parola. La assegna a lavori interni, ma non per compassione. La osserva, la interroga, la provoca. Lei risponde con il silenzio, con la dignità.
Lui vuole spezzarla. Invece, è lei che inizia a incrinare qualcosa dentro di lui.
Hans combatte contro ciò che prova. Come può desiderare ciò che gli è stato insegnato a disprezzare? Come può vedere un essere umano in quella prigioniera, quando tutto il suo mondo si fonda sulla negazione della sua esistenza?
Mentre fuori la guerra divora tutto, tra le baracche e i cancelli si consuma un conflitto più profondo: quello tra il dovere e la coscienza, tra l'ideologia e l'anima.
E quando Hans capirà troppo tardi ciò che Esther ha risvegliato in lui, dovrà decidere: continuare a obbedire...
...o tradire tutto, per salvarla.