keikosao
- Reads 301
- Votes 76
- Parts 11
Ci sono gabbie fatte di sbarre e gabbie fatte di mani che stringono troppo forte.
Le prime le riconosci subito. Le seconde, invece, sono più subdole. Ti accarezzano, ti proteggono, ti fanno credere che restare sia la scelta giusta. E tu ci credi. Poi, un giorno, le sbarre cominciano a stringersi. Le parole perdono il loro calore, le mani smettono di accarezzare per trattenere, e le promesse diventano catene. Ti rendi conto che non sei più al riparo da niente. Sei solo in trappola. Come una farfalla in una teca di vetro.
Io ero quella farfalla. O almeno, mi piace pensarlo. Leggera, libera, con il vento che mi sfiorava le ali. Poi, senza accorgermene, ho smesso di volare. Ho cominciato a credere che non potessi più farlo. Che la mia vita fosse già scritta da qualcun altro, che ogni scelta fosse già stata decisa per me, e che non ci fosse nulla che potessi fare se non accettare il mio destino.
Ma le gabbie, anche quelle dorate, alla fine ti soffocano. E quando l'aria diventa pesante, quando il soffitto si abbassa sempre di più, basta un soffio d'aria fresca per ricordarti che esiste ancora un mondo oltre le sbarre, oltre quelle mura che ti imprigionano.
Forse all'inizio il volo non è come te lo aspetti: troppo complicato, troppo difficile da seguire. Ti chiedi se sia solo un'illusione, o un errore che si poteva evitare. Ma una volta che assapori quell'aria nuova, non puoi più farne a meno. Diventa il respiro che ti manca quando non c'è, un'aria che ti entra nei polmoni e ti sveglia.
E allora, cosa succede se, dopo tanto tempo, il desiderio di volare si risveglia? Andrà tutto bene? O gli ostacoli saranno troppo alti da superare? E se la vera paura non fosse la gabbia... ma il momento in cui la porta finalmente si apre? E se, in fondo, quella teca non fosse pronta a lasciarti andare, per paura che, una volta libera, tu possa volare troppo lontano da lei?