Amore mio, tu che per me eri il mondo intero, la mia meta e, dopo averti trovata e raggiunta, non riesco e non voglio accettare di averti persa così. Ormai, avrai già conosciuto e raggiunto l'ignoto, ciò di cui l'uomo aspira da sempre di poter conoscere in largo anticipo e, non sarà stata la mia spalla a sorreggerti nei momenti di sconforto, mi rammarico di questo, il solo pensiero mi uccide di una morte lenta e dolorosa. Quella notte insieme a te, è morta anche la mia anima, la parte più saggia e dolce di me, portandosi via il nostro futuro e tutto quello che stavamo costruendo. È tutto sfumato, ma non come i colori di una tela, ma come una coltre di fumo buio e cupo e, di quest'uomo, rimane solo il costume che, genera di me un'ombra su una parete spoglia, quando un fascio di luce l'accoglie, solo questo mi sento, un'ombra. Il male di vivere mi ha inseguito, raggiunto e rapito. Perdonami se non sono riuscito a evitarti quanto accaduto, fallo tu se puoi perché io non riesco a perdonarmi. Stanotte, se il cielo sarà terso e senza Luna, brilla in quell'immenso più che puoi, per convincermi per metà che, alla fine, forse, non sei poi così tanto lontana se riesco a intravederti. Mi manca tutto di te, le tue mani, il tuo viso, il tuo fulgido sguardo, il tuo profumo agrumato che tanto amavo e che rendeva di te il frutto più buono capace di nutrire i miei sensi. Ti lascio con questi versi che, se potessi, l'inciderei nell'aria per poterti avvolgere come solo il vento è in grado di fare.