Il viaggio di un'incontrollabile iracondo attraverso una delle sue missioni governative più importanti. Mattia Mazza è un agente dell'HGS, una delle braccia più spietate che esistano sul suolo americano. Ad oggi si trova in Italia sotto falso nome, convinto di potersi godere l'accordo stipulato con lo sfuggente capo dell'organizzazione, Joseph Hoffmann. Ma ben presto scoprirà di dover tornare in campo e, stavolta, non da solo. Nicolae Dumitrescu è il nome del suo alleato, la copia balcanica di Mattia, affiancatogli proprio per volere di Hoffmann. Sorge spontanea non tanto la domanda sull'epilogo della missione, quanto altre questioni che due agenti come loro si pongono senza indugi: che sia uno dei tanti giochetti del capo? O forse vi sono ragioni non dette a quell'incontro?

La storia di un uomo buono, che lotta contro destino e passato seguendo la linea del tempo giorno per giorno. In un'ambientazione urbana, metropolitana e caotica, dalle sfumature neo-noir, Bruce è solo una comparsa nei grandi racconti altrui. Eppure le sue giornate si condiscono di note romantiche al fianco della donna perfetta. "UN UOMO BUONO" è un racconto breve, volto a far da cornice agli eventi più importanti narrati nelle opere "Il filo bianco" e "Il gioco della kitsune". Bruce Gallagher è solo uno dei tanti rami che crescono dal tronco dell'enorme albero genealogico della Molniya, un'organizzazione criminale che pianta le sue radici a New York con l'intenzione di espandersi.

Lola ripercorre la storia di una donna tormentata dai ricordi di un amore malato. Attraverso la voce di Lola Gutierrez busserete alla porta della sua psiche e sarete guidati, passo dopo passo, all'interno di una mente colma di feticci e sensi di colpa. Lei è solo una delle tante voci del coro, una delle numerose vittime - donne o uomini che siano - brutalmente soffocate dai propri aguzzini, quanto dalla legge e dai commenti della società. Il suo racconto non è per tutti, ma solo per stomaci forti e per chi è incapace di nutrire giudizio. Dunque, addentratevi nella sua fragile psiche se ne avete il coraggio, ma non toccate nulla e assicuratevi di non farvi contaminare dalla viscida violenza che vi avvolgerà. ATTENZIONE: questo racconto è un esperimento a cui tengo molto, in quanto volutamente esplicito e ambiguo. Non intendo romanticizzare le azioni, né mancare di rispetto a reali vittime di episodi analoghi. Se riterrete che il tema non sia trattato al meglio delle mie potenzialità, vi prego di farmelo presente e sarò pronta a discuterne. Premetto però la mia intenzione di scandalizzarvi, disgustarvi e confondervi anche con dettagli sessualmente violenti, proprio per approfondire le mie doti da scrittrice. Il vostro feedback sarà prezioso per migliorarmi.

[ in corso ] 《Tingi i capelli.》le aveva detto, premonitore. La ragazza si era girata verso il detective con un sorriso radioso, chiedendo spiegazioni. Povera innocente bambina, non ne aveva idea, pensa Woodroof mentre osserva con sguardo paterno i rossi ricci che le cadono sul seno nudo. È completamente priva di sangue, non vi è rimasta una sola goccia in corpo. Il volto è quello di una bambola; come in tutte le vittime del pittore non è visibile alcun segno di contaminazione della bellezza. Crocifissa, gambe incrociate e palmi inchiodati al muro. Jane è solo una delle dodici ragazze morte nella contea di Sherstone. Il detective Woodroof è sulle tracce del serial killer ormai da tre anni. Prima di lui altri hanno avuto a che fare con quello che la stampa locale ha nominato "il pittore". Tutto ciò che si conosce è il modus operandi e la tipologia di vittime che predilige: giovani donne dai tratti graziosi, poco più che adolescenti e dell'apparenza innocente e mite. Cerca prede deboli, facilmente controllabili. Ma sono le ragazze dai capelli rossi ad avere la peggio. Il pittore riserva loro cure speciali... cure di cui Woodroof verrà presto a conoscenza grazie al diario di Jane, l'unico e il solo indizio ad esser sfuggito alla meticolosità del serial killer. ⚠️ 𝐀𝐭𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 ⚠ 𝐼𝑙 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑒𝑠𝑝𝑙𝑖𝑐𝑖𝑡𝑜 𝑒 𝑣𝑖𝑜𝑙𝑒𝑛𝑡𝑜. 𝑁𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑏𝑜𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑜𝑚𝑎𝑐𝑜.

𝘈 𝘋𝘶𝘴𝘵𝘷𝘪𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘢. È questa la violenta certezza che muove i fili della città. Chi la abita si è da tempo arreso al dominio di Roger Kray e alla corruzione che striscia tra pistole e distintivi. Dustville vive in bianco e nero e anche l'ultimo cenno di colore scompare lentamente, mentre pian piano la città viene inghiottita dal peccato. Ma è una lotta intestina a scuotere le fondamenta della famiglia numero uno, un terremoto che porta il nome del padrone di casa, accompagnato da una ragazza abbastanza incosciente da esser disposta a far da kamikaze pur di ottenere vendetta. Lei non ha nulla da perdere, affronta la morte senza batter ciglio, guidata da una cieca rabbia che la rende affamata di morte e distruzione, una bomba a orologeria pronta a portare all'inferno tutto l'organismo pur di eliminare il cancro che lo sta divorando. 𝗔𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: per una miglior comprensione della storia è consigliata la lettura de "Il gioco della Kitsune". Lo trovate sul medesimo capitolo e tratta la storia della madre, alla nascita di Nana.