[Agatsuma Zenitsu, Nonno] Il buio fa paura. È nell'oscurità che si nascondono i mostri, quelli che ti osservano nel silenzio della notte con i loro occhi scintillanti, che mostrano denti aguzzi e unghie affilate. Quelli che aspettano solo che sopraggiunga il sonno per venire a prenderti, per balzarti sul petto e soffocarti con il loro peso, per sussurrarti nelle orecchie frasi senza alcun significato ma che hanno il potere di farti rabbrividire. {Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}

[Kamado Tanjiro, Kibutsuji Muzan, Kamado Nezuko, Kanao Tsuyuri, Zenitsu Agatsuma, Inosuke Hashibira, Tomioka Giyuu, Shinazugawa Sanemi] Avevano perso. Dopo ore estenuanti di combattimenti, avevano perso ogni cosa. La sconfitta di Muzan era sembrata così vicina, così vera e tangibile che, per un attimo, avevano quasi esultato. {Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}

[AkaRen] {Mermaid!AU} Possono il capitano di una nave adibita alla caccia delle sirene e un tritone entrare in contatto e scoprire che esiste altro, al di fuori della fame di ricchezza e della sete di sangue? Scoprire che certi sentimenti vanno oltre la differenza di specie che intercorre tra di loro? Forse sarebbe tutto più bello, tutto più facile. O forse solamente tutto più doloroso. » Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it « - Lista: pumpSEA

[RenKaza] Kyojuro varcò la soglia di casa e si richiuse la porta alle spalle, scaraventando le scarpe e la ventiquattrore in un angolo imprecisato dell'ingresso. Con gesti altrettanto repentini, appese la giacca a uno dei pioli dell'attaccapanni e si incamminò in direzione del grande salotto, procedendo con passo svelto e pesante. Per tutto il giorno, non aveva fatto altro che pensare al momento in cui sarebbe tornato a casa e a quello in cui avrebbe acceso il portatile per assistere alla diretta programmata proprio per quella sera dalla TerzaLunaCrescente.

[AkaRen] Il cavaliere si liberò del tutto del suo mantello da viaggio e lo stese sopra ad una grande roccia per far sì che potesse asciugarsi. La luce del fuoco illuminò il pregiato tessuto con cui era stato realizzato quel manto, facendo appena rilucere lo stemma araldico che lo impreziosiva. Quello era lo stemma di una delle famiglie più importanti del regno, conosciuta per le grandi gesta compiute per decenni dagli uomini che avevano prestato servizio come cavalieri: il casato dei Rengoku. L'uomo che indossava quel mantello, altri non era se non il prode e determinato primogenito dell'attuale capofamiglia, Kyojuro; partito volontariamente con la convinzione di riuscire a portare a termine quella missione che aveva visto morire così tanti paladini nel corso degli anni. Lo scopo di quel viaggio? Trovare e uccidere il drago che tormentava i territori del reame da oltre un secolo.

[AkaHakuRen] «Io sono Rengoku Kyojuro e sarò il vostro insegnante di storia per i prossimi mesi.» Akaza sentì il proprio cuore fermarsi un attimo, fare un triplo salto carpiato con doppio avvitamento, per poi riprendere a battere furioso nel suo petto. «Akaza, hai visto quanto è giovane il nuovo insegnante? Secondo me, avrà solo dieci anni più di noi.» La voce di Hakuji lo trascinò bruscamente fuori dai propri pensieri, portandolo nuovamente a contatto con la realtà. Ed eccoli lì che si lanciavano la solita, silenziosa sfida. Non potevano farne a meno: sempre in competizione l'uno con l'altro, entrambi testardi e determinati; e seppur in modo diverso, avrebbero comunque provato a ottenere quello che volevano senza tirarsi indietro. Poco importava se avevano appena deciso di contendersi e di provare a conquistare un loro professore. Quel dettaglio rendeva la competizione solo più eccitante. 🥇 Vincitrice come miglior fanwork nella categoria "Multisome" del 17° Italian P0rn Fest🥇

[AkaRen - accenni non troppo accennati alla RenTan] Ipocrita. Rengoku Kyojuro era un maledetto ipocrita e Akaza non riusciva a darsi pace di fronte a quella dura e cruda realtà dei fatti. Con lo smartphone ancora stretto nella mano destra e quella immagine impressa a fuoco nella mente - oltre che ben conservata all'interno della galleria del telefono -, Akaza varcò la soglia di casa come una furia, sbattendo la porta con rabbia cieca. Fu proprio in quel momento, con quel pensiero persistente, che un'idea prese forma. Sussurrandogli all'orecchio come un serpente tentatore, con la stessa intonazione del canto ammaliante di una sirena, Akaza si lasciò pervadere dal dolce richiamo della vendetta.

{Omegaverse} [RenKaza] - Continuo di "Your scent drives me crazy" - Le lunghe e assolate giornate non erano mai state davvero un problema, per Akaza. Eppure il forte presentimento che qualcosa stava per cambiare non aveva fatto altro che renderlo irrequieto. Il ricordo di ciò che era accaduto l'ultima volta in cui si era trovato ad affrontare uno spadaccino Alpha - il suo Alpha - lo travolse con forza, facendolo rabbrividire in maniera incontrollata. Portò istintivamente le dita contro la nuca, sfiorando con i polpastrelli il segno del marchio che Kyojuro aveva lasciato su di lui, e sospirò sommessamente. L'insensato desiderio di lasciare il suo rifugio temporaneo per correre dritto tra le braccia dell'ammazzademoni si presentò improvviso e persistente, anche se il sole era ancora alto e cocente nel cielo.

[RenKaza] Akaza era il miglior Dragon Slayer della zona, il più forte e il più agile, ma il drago che si stava apprestando ad andare a uccidere era conosciuto per essere il più grande di tutti i tempi. Chi aveva avuto la sfortuna di incontrarlo, non era più tornato indietro; chi l'aveva fatto, invece, raccontava di quanto fosse imponente quella bestia. Nessuno, in quegli anni, era riuscito a sconfiggere il grosso rettile alato, tanto che era entrato a far parte delle leggende popolari con il nome di "Dio dei draghi di fuoco".

[AkaRen] Il Pilastro intravide l'accenno di un'ulteriore riga blu come la notte percorrere l'anca chiara del demone e perdersi al di sotto dell'indumento. Un'altra domanda stuzzicò con insistenza la sua curiosità, arrivando con prepotenza sulla punta della lingua e riversandosi fuori dalle sue labbra senza che potesse fare nulla per contenerla. «Fin dove arrivano quelle strisce?» Anche se la domanda era stata posta senza alcuna malizia, dettata solo dall'insaziabile curiosità che l'altro dimostrava nei suoi confronti ormai da mesi interi, la Terza Luna Crescente non riuscì a trattenersi dal prendersi un po' gioco di lui. Così, con fare provocatorio, afferrò il corto haori rosa che indossava e lo fece scivolare lungo le braccia muscolose, scoprendo per intero il busto tatuato. Sotto lo sguardo perplesso di Kyojuro, si mise velocemente in piedi, slacciò la cintura di corda che teneva fermi i suoi pantaloni bianchi e infilò le dita al di sotto del bordo del largo indumento. «Perché non controlli tu stesso?»