[RanMasa Omegaverse] Masaki guardava il ragazzo che aveva davanti con aria interrogativa, i sensi in allerta come mai prima d'allora. Non era la prima volta che riceveva degli Alpha nella sua stanza, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima, ma quel giovane aveva qualcosa di differente rispetto a tutti gli altri. Essendo un Omega, era normale essere attratto dai feromoni emanati dagli Alpha, ed essendo un uomo da compagnia, come accortezza prendeva sempre dei soppressori di calore per evitare spiacevoli inconvenienti, ma l'odore di quel ragazzo era decisamente diverso da quelli che aveva sentito fino a quel momento. {Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}

" Non ho mai avuto niente di vero che non fossi tu, Eiji, e il nostro Amore. "

Sirius frequenta un collegio d'elite, Remus è in ospedale, e i due non si conoscono fino a quando Sirius non manda un messaggio al numero sbagliato. 🏅#1 textfic il 03/03/2022 🏅 #5 Wolfstar il 21/03/2022

«Questa è davvero l'ultima volta» attesta Manuel. «Non ci credi manco tu» gli fa presente Simone, accennando una risata. Che in realtà lo spera non sia l'ultima, lo fa sempre, sebbene la propria parte più razionale lo sgrida e gli ricorda che dovrebbe esserlo, l'ultima volta, che dovrebbe sottrarsi da quel circolo vizioso che hanno creato. Eppure, seguendo solamente il cuore, la pancia... No, resta lì. Storia ideata e scritta con @milkov11ch

"Un fottuto torneo, Pidge. Ti rendi conto? Ed io sarò il premio del vincitore, come se la mia mano fosse qualcosa che si possa vincere e non conquistare! Come se io fossi solo un oggetto e non avessi alcun diritto di scelta in merito all'uomo che dovrò sposare!" ~~~ Keith e Lance si odiano, decisamente. (O almeno, è quello che pensano loro.) Ma Keith è un principe ed ha dei doveri verso il suo popolo, e non ha tempo da perdere con un idiota come Lance. Non quando ha altre cose a cui pensare, come un padre che organizza un torneo il cui premio finale sarà la mano del figlio. Ma cosa succederebbe se Lance si iscrivesse al presunto torneo con l'unico scopo di far innervosire il principe? Storia pubblicata il 08/11/2018

"Se usciamo vivi da qua, ti porto ad un appuntamento" angst; klance short fic #112 in short story - 100218 #98 in short story - 090318 #78 in klance - 230219

Il giorno del matrimonio di suo padre si prospetta a Nico come il peggiore dei suoi incubi, ma non c'è davvero nulla che possa fare se non vestirsi in modo elegante e presenziare alla cerimonia accanto a sua sorella Hazel. Tutto cambia in modo inaspettato quando un invitato gli chiede di ballare e la notte peggiore della sua vita si trasforma in un sogno ad occhi aperti.

Nella tranquillità del suo negozio, fra pozioni, talismani e fiale dall'odore discutibile, Keith passava i suoi pomeriggi tra la lettura dei tarocchi ed il soddisfare i suoi nuovi clienti. Era una vita tranquilla, la sua. Clienti che andavano, clienti che venivano. Nessuno che gli desse particolari rogne. Questo, almeno, prima che il fastidioso umano dagli occhi azzurri non si trasferisse nella casa accanto la sua. *** Keith è una strega dalle abilità particolari, Lance un umano amante della magia. Quello che Lance non sa riguardo la magia della strega che vive nella casa accanto la sua? Che può trasformarsi in un felino dal pelo nero e gli occhi color ametista. Quello che non sa Keith riguardo l'umano dagli occhi azzurri? Che ha una passione per i gatti. //Storia iniziata e terminata l'1/11/20//

So che è un po' tardi, ma voglio dedicare questa fanfiction a chi, nella notte del 12 giugno 2016, è stato vittima della nota Strage di Orlando, dove l'amore non può essere una cosa normale per estremisti ed omofobi... però, da quando la penso io, loro non sono gli unici morti: ogni giorno una persona gay, bisex, lesbica, trans, pansex deve sentirsi dire da persone omofobe "Figlio di Satana", o "Depravati perversi", ed anche "Malati". Dobbiamo ancora volerci bene in questo mondo, solo che sarà impossibile con persone di questo genere. Detto questo, spero che la fic vi piaccia. Questo è un pensiero di una persona gay, che sarei io.

[RanMasa] «Che ne diresti se ci sposassimo, Masaki?» Spalanco le palpebre per la sorpresa, puntando le iridi dritte sulla stoffa chiara del divano che occupa la mia visuale. La tua domanda mi spiazza e per un attimo non so davvero cosa dire. L'idea del matrimonio non mi è mai passata nemmeno per l'anticamera del cervello, data la situazione.