miru80872
Il campo, la rete, la palla, la squadra. L'odore del parquet, il rumore stridente delle scarpe a ogni scatto, e quella vista impareggiabile che solo al di là della propria metà campo si può ammirare, mentre si prende la mira per una schiacciata perfetta. Questo era tutto ciò di cui Yusol Diaz, o semplicemente Yu, pensava di aver bisogno. Eppure, l'eco di quelle sensazioni pure era sempre più flebile.
La sua squadra, la 'Fenici', era intrappolata in un limbo. Non erano né forti né deboli, ma eternamente mediocri, condannate a un piazzamento a metà classifica. Ogni partita sembrava un compito da sbrigare, non una battaglia da vincere, e l'indifferenza per la vittoria o la sconfitta era un veleno lento che stava prosciugando la loro essenza. Con ogni stagione, le Fenici diventavano più deboli, bersaglio di scherno e con un numero sempre minore di membri. Yu, capitano per inerzia e per una passione che si rifiutava di morire, era sempre più convinta che la sua squadra non avrebbe mai avuto la possibilità di farsi un nome. La sua stessa motivazione vacillava, logorata dalla stanchezza di lottare contro un muro invisibile di apatia.
Fino a quando, un lunedì piovoso, un uomo misterioso sulla cinquantina, con gli occhi acuti e un'aria tutt'altro che amichevole, entrò dalla porta della pasticceria di famiglia di Yu. John, si presentò, e Yusol lo detestò dal primo istante. Non sapeva che, dietro a quell' antipatia immediata, si celava il catalizzatore di una svolta inaspettata, che avrebbe costretto lei e le sue Fenici a confrontarsi con sentimenti, passione e sacrifici, ridefinendo per sempre non solo la sua carriera sportiva, ma l'anima stessa della sua squadra.