immaginazionepotente
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C'era una volta una ragazza di nome Evelyn.
Aveva lunghi capelli biondi che le scendevano fin sopra la vita, la pelle chiara come il ghiaccio e occhi di un castano dorato, quasi come l'oro.
Frequentava l'ultimo anno del ginnasio ed era sempre stata una giovane diligente, attenta, silenziosa.
Ma da un anno a questa parte, tutto era cambiato.
Una nuova casa, nuovi volti, nuove regole.
E un silenzio che la stava lentamente consumando.
Un silenzio che nessuno sembrava sentire.
Evelyn si sentiva intrappolata.
In una dimora che non offriva riparo.
In un corpo che non trovava più voce.
In una vita che le andava stretta come un abito cucito male.
Poi, un giorno, arrivò una lettera.
Non portava firma, né francobollo. Solo poche righe, tracciate da una mano sconosciuta.
Qualcuno che scriveva senza volere nulla in cambio.
Qualcuno che sembrava vederla davvero, senza bisogno di sentirla parlare.
Qualcuno che, attraverso la carta e l'inchiostro, seppe farle sentire il cuore ancora vivo.
Ma certe corrispondenze nascono nell'ombra.
E nell'ombra, a volte, è difficile distinguere chi ti tende la mano...
da chi, lentamente, ti sta trascinando giù.