MartinaSamirMalle
Nel 1986, dopo l'esplosione del reattore nucleare di Černobyl', Aleksej Voronin, ingegnere civile di 35 anni, è chiamato a partecipare alle operazioni di bonifica nella zona di esclusione. Tra radiazioni mortali, disorganizzazione e la crescente consapevolezza di essere sacrificato dalla macchina statale, Aleksej vive giorni di incubo, costretto ad affrontare non solo il pericolo fisico, ma anche il crollo della sua sanità mentale.
Con il passare degli anni, nel 1997, Aleksej, ormai segnato dalla malattia e dai traumi del passato, decide di scrivere un taccuino per raccontare al figlio Daniil, che non ha mai conosciuto davvero, cosa accadde a Černobyl'. Le parole scritte con dolore e urgenza raccontano la verità del sacrificio dei liquidatori, della realtà che nessuno ha voluto vedere. Il taccuino diventa il suo ultimo testamento, un racconto da lasciare al figlio, che mai avrà l'opportunità di incontrarlo.
Daniil, che ha vissuto lontano dal padre, riceve il taccuino anni dopo. La scoperta della verità, seppur dolorosa e devastante, è il momento che segna il suo risveglio dal silenzio e dall'oblio. Spinto dal desiderio di conoscere il passato del padre, decide di andare a Černobyl' e visitare la zona di esclusione, ora deserta, per rendere omaggio a chi ha sacrificato la vita per fermare il disastro. In un gesto simbolico, Daniil lascia il taccuino nel reattore 4, l'epicentro della tragedia, come segno di memoria e di rispetto verso gli uomini che sono rimasti nell'ombra.
"Ombra di grafite" esplora il tema del sacrificio, della memoria e dell'oblio, con uno sguardo sulla dolorosa eredità lasciata dai liquidatori di Černobyl'. La storia di Aleksej e Daniil, pur separata da un muro di silenzio e distanza, si intreccia in un viaggio simbolico che racconta la lotta per mantenere viva la verità, anche quando tutto sembra destinato a essere dimenticato.