Una nuova minaccia oscura la comunità magica inglese; Harry Potter è uno degli Auror che combattono in prima fila - tanto per cambiare - tra i membri della resistenza, che cercano di smorzare questa nuova ribellione sul nascere. Eppure, questa non è una storia che parla di sopravvivenza, ma di vita. Parla di come non tutto il dolore debba insegnare qualcosa. Di come una generazione che ha vissuto la guerra possa insegnare ai propri figli la pace. Parla delle conseguenze, di chi rimane. E parla di ragazzi, ragazzi giovani nei quali è riposta tutta la speranza del mondo. E, per questo, non poteva che essere ambientata ad Hogwarts - che torna ad accogliere i protagonisti della nuova generazione con la delicatezza di una casa aperta a tutti, la promessa di conoscenza, la rassicurante sicurezza dell'eternità - perché il castello rimane, immortale e solenne, nei secoli, l'unico vaglio e simbolo del tempo che scorre. Moonstruck: /ˈmuːnstrʌk/; adjective; unable to think or act normally, especially as a result of being in love.

Sono passati anni dalla fine della guerra. È ormai solo una cicatrice per chi l'ha vissuta, e un'idea dai contorni sbiaditi per chi l'ha solo sentita raccontare. Ma è davvero così? Quei sentimenti di odio, di sprezzo e discriminazione, forse non si sono spenti - forse, invece, hanno solo cambiato direzione. E cosa può succedere quando Albus e Scorpius, alla fine del loro quinto anno, scoprono una parte della storia che non è mai stata davvero raccontata?

In un futuro in cui Harry, a ventuno anni appena compiuti, trova il coraggio di trasferirsi a Grimmauld Place, la casa che gli ha lasciato Sirius in eredità. E dove, rovistando nella sua camera, trova il diario di suo padre. E tra i ricordi della vita che era stata dei Malandrini, scoprirà che quello che è già successo spesso si ripete. Che la storia copia sé stessa. E troverà qualcuno che, forse, c'è sempre stato.