inkheart3010
"Barcollò contro la porta, arrancando come se le mancasse ossigeno. Le dita tremanti cercavano, invano, una via d'uscita.
Ma non l'avrebbero trovata.
Non si può scappare da sé stessi.
Poi la ragazzina si toccò le labbra, le strofinò come se volesse cancellare qualcosa che non voleva cancellare davvero. Quella bocca era stata carnefice di un delitto; non avrebbe potuto uscirne indenne. Eppure era stato un delitto così dolce che lei non aveva potuto rendersi conto del sangue che sporcava la sua pelle bianca.
"Tu appartieni a me."
"Davvero vuoi uccidermi di nuovo così?"
"Mi hai già uccisa una volta. Non farlo di nuovo. Sii mia, per sempre."
E le unghie artigliavano la pelle delle gambe, questa volta senza curarsi del fatto che le ferite fossero visibili, senza preoccuparsi di alzare il vestito per scegliere punti migliori.
Non aveva tutta la lucidità necessaria.
E le lacrime rotolavano, aggressive, dai suoi occhi smeraldo, bruciandoli. Delle mani così delicate potevano far tanto male, quando si trattava di ferire sé stesse.
La biondina gemette sonoramente, rigettandosi a terra con i palmi sulla testa. Voleva difendersi da qualcosa. Qualcosa che non poteva evitare.
Il pianto era diventato straziante, i suoni gutturali trattavano la gola senza delicatezza alcuna. I rantolii gonfiavano il petto scompostamente. I singhiozzi la scuotevano. Tremava. La fronte sudata, le orecchie fischiavano, il petto duoleva, il cuore correva così forte che avrebbe potuto smettere di battere.
"Tu non puoi amare nessuno all'infuori di me."
"Sei mia."
"Vuoi uccidermi di nuovo?" [...]"